24/08/2012
La vicenda di Lance Armstrong ciclista statunitense che ha rinunciato a difendersi dall’accusa di doping, nel caso dell’ennesima inchiesta su di lui, questa volta duramente condotta dall’agenzia americana antidoping, con ciò vanificando i suoi sette successi consecutivi nel Tour de France, è soprattutto strana, e cerchiamo di spiegare il perché del nostro dire:
1) Armstrong ha vinto nel 1993 il campionato del mondo su strada in prova singola, poi è stato colpito da un serio tumore ai testicoli,con metastasi sino al cervello. Operato, è tornato alle corse, nonostante le tragiche previsioni negative della scienza medica, dopo quasi tre anni di cure intense, ed ha vinto il Tour de France dal 1999 al 2005.
2) Armstrong ha assunto con continuità prodotti destinati a ripristinargli l’equilibrio ormonale. Si è parlato di prodotti vietati dall’antidpoping, ma poi sono state riconosciute, insieme con il suo stato di necessità, la supremazia e la priorità dell’azione terapeutica sulla eventuale azione dopante.
3) Armstrong in sette Tour de France ed in innumeri altre prove è stato sottoposto, per centinaia diconsi centinaia di volte, al controllo antidoping, senza mai essere stato accusato di positività.
4) Armstrong è stato accusato di frequentazione del dottor Michele Ferrari, italiano, che molti sospettano essere il fornitore e persuasore in materia di doping. Lui mai ha smentito il rapporto, ma ha parlato di Ferrari come di uno scienziato serio ed affidabile e basta.
5) Armstrong è stato accusato di doping da molti corridori, in linea di massima compagni di squadra, coinvolti nelle sue pratiche illecite, e proprio ennesime accuse di questo tipo potrebbero essere alla base della sua clamorosa decisione.
6) Armstrong ha avuto una vita privata complicata (moglie, due figli forse ottenuti con inseminazione artificiale, lunga relazione con Sheril Crow celeberrima cantante) ed una vita pubblica extraciclistica esemplare, da paladino della lotta anticancro, sino a sensibilizzare l’opinione pubblica Usa ed a promuovere raccolte ingentissime di denaro per la ricerca.
Alla luce di tutto questo, e sottolineata l’importanza del punto3, si possono fare alcune ipotesi fondate, ancorché fra esse contrastanti e comunque inquietanti:
a) Armstrong bluffa, ha sempre bluffato anzi truffato, e stavolta recita al massimo:
ma in tale caso i controlli antidoping vengono ridicolizzati, vengono
tutti messi in dubbio, tutti diciamo e non solo quelli su di lui, e
insomma è l’esplosione di tutto un mondo.
b) Armstrong era alle strette ed ha scelto una vita d’uscita spettacolare
e imbarazzante per gli altri più che per se stesso, perché i dubbi
restano anche se la federazione internazionale adesso lo radia.
c) Armstrong rischia di perdere sette Tour de France vinti, ma il ciclismo rischia di vedere distrutto il suo tempio:
ricordiamo anche i Tour de France di Landy e Contador, i loro successi
revocati per doping, insomma ricordiamo nelle ultime undici edizioni
della celebre corsa le nove revoche dalla maglia gialla al vincitore.
d) Se esiste un prodotto che fa vincere sette Tour de France consecutivi ad un reduce da grave tumore e non è pericoloso (anzi…) per la salute dello stesso, siamo davanti ad una clamorosa scoperta scientifica.
Il punto a) è quello più inquietante, il punto d) quello più interessante, almeno secondo noi.
Comunque Armstrong, professandosi innocente ma rinunciando a
difendersi, per stanchezza dice lui e per darsi tutto alla lotta
antitumori, fa saltare in aria tutto l’antidoping, non solo quello che lo riguarda, non solo quello del ciclismo.
Gian Paolo Ormezzano