Arriva la serie A dei cinque derby

Promozioni e retrocessioni hanno ridisegnato i campionati. il "caso Sassuolo" e la frana del Palermo.

Arriva la serie A dei derby

19/05/2013
I tifosi del Sassuolo (Ansa).
I tifosi del Sassuolo (Ansa).

Per la prima volta si giocheranno cinque derby in una stagione di serie A del campionato italiano. Accadrà nel 2013-14, grazie alla promozione del Verona, dopo sette anni in B e quattro in terza serie: la squadra di un grosso immobiliarista incontrerà quella di un piccolo industriale del settore alimentare. Verona e Chievo fecero insieme la serie A nel 2002, ma non ci furono cinque o meglio dieci sfide stracittadine perché in quel campionato Genoa e Sampdoria stavano in serie B.  

Chievo è sobborgo di Verona, sta in A dal 2005, con una sola annata di B. Il Verona è l’Hellas delle radici greche, il Chievo è i “mussi”, nel dialetto locale gli asini, e asini che volano. Il Chievo ha meno soldi e meno tifosi, ma ha un buon impianto di gioco, collaudatissimo, e il senso della misura. Il Verona ha problemi con l’allenatore Mandorlini, oberato da squalifiche e multe. La gente di Verona ovviamente sta nella sua maggioranza con la squadra principale quanto a stazza ed anche gloria (uno scudetto nel 1984-85) , il Chievo ha simpatie vaste in Italia. Il Verona ha tifosi caldi e talora anche fanatici, violenti, il Chievo di norma vola basso, come i “mussi” quando decidono di volare.  

Davanti allo stesso Verona è stato promosso i A il Sassuolo, squadra di una cittadina emiliana di 41.000 abitanti, record all’indietro per la serie A, capitale mondiale della ceramica. L’allenatore Di Francesco è stato confermato subito. Il presidente del club, Giorgio Squinzi, numero 1 di Mapei (vernici per l’edilizia eccetera) e Confindustria, ha ringraziato per il regalo fattogli, battendo il Livorno e conservando il primato in classifica, proprio il giorno dei suoi 70 anni, e con un gol all’ultimo minuto di recupero dell’ultima partita. Probabile che la squadra, senza stadio in casa sua (4.500 posti non bastavano neanche per la B, e infatti si giocava  Modena), scelga uno stadio nuovo e di proprietà a Reggio Emilia: è lo stadio Giglio, in svendita, il primo in Italia di proprietà di club (prima della Juventus, dunque), costruito da una industria alimentare sponsorizzatrice e offerto al club nel 1995. Sassuolo è in provincia di Modena ma la strada per Reggio è lunga cioè corta lo stesso.  

La terza squadra della B arriverà dopo i play off: Empoli contro Novara, Livorno contro Brescia, la finale fra le due superstiti dopo le semifinali. Tutte società già esperte di A: come anche Ascoli e Vicenza, retrocesse dalla B insieme al Grosseto e alla Pro Vercelli gloriosa ma di gloria tarlata dal tempo.  

La B ha deciso, la A aveva già deciso tutto la settimana prima: giù Pescara, Siena e Palermo. Stupore perchè il presidente Zamparini, friulano, massimo esoneratore di allenatori da che calcio è calcio, stavolta non ha inventato nessun miracolo per salvare la squadra siciliana, slombata da anni e anni di cessioni assai fruttifere dei suoi talenti o presunti tali. Il Pescara senza Zeman, senza Insigne e Immobile finiti al Napoli e al Genoa, senza Verratti finito al Paris Saint Germain, si è afflosciato. Il Siena ha giocato bene, ha vinto partite difficili ma non ha sormontato i sei punti di penalizzazione.  

Dietro alla Juventus, dove Conte si è concesso la vacanza brevissima di una rotturina con i suoi dirigenti (lui chiedeva gli assi subito, gli altri chiedevano comprensione per i non molti soldi, l’incontro fra le due correnti di pensiero è avvenuto a metà fra sorrisi recitati bene), dietro alla Juventus la lotta per la Champions League ha premiato il Napoli e ha angosciato fino all'ultimo il Milan, in lunga lotta con la Fiorentina per accedere al terzo posto in Italia cioè ai “preliminari” in Europa. C’è stato sino all’ultimo e anche dopo un penoso balletto relativo ad allenatori, conferme, liquidazioni negate ma reali, tanto per non farci mancare nulla nel grande domino che ha riguardato e sta riguardando tante superpanchine in Europa, con la partecipazione dell’Inter delusione massima d’Italia. Ci sembra giusto rinviare ogni considerazione a quando si saprà chi, dei panchinari miliardari, avrà avuto in offerta la possibilità di fare lo scippo migliore.

Gian Paolo Ormezzano

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