Fame e obesità, i paradossi del cibo

Nel mondo, per ogni persona denutrita ce ne sono due in sovrappeso. E un terzo degli alimenti va sprecato. Il punto al Forum internazionale su alimentazione e nutrizione.

Troppo e troppo poco

30/11/2012

    Se il mondo conta 868 milioni di persone che non hanno abbastanza cibo e 1,5 miliardi che invece sono obese o in sovrappeso, allora i paradossi del sistema alimentare vanno stanati e affrontati. E' quanto si è fatto negli ultimi due giorni all'università Bocconi di Milano, all'interno del 4° Forum internazionale su alimentazione e nutrizione, organizzato dal Barilla Center for Food & Nutrition, con la presenza di oltre sessanta relatori provenienti da tutto il mondo, rappresentanti della scienza, della filosofia, delle istituzioni, delle imprese e del terzo settore.

    I paradossi non finiscono qui, perché un miliardo di persone è senza acqua e, mentre l'agricoltura nel suo complesso è diventata efficiente come mai prima d'ora, un terzo della produzione alimentare mondiale va sprecata: ogni anno si perdono 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Secondo la Fao, nei Paesi in via di sviluppo succede perché mancano i mezzi di trasformazione e conservazione delle derrate alimentari. Nelle nazioni ricche, invece, lo spreco avviene all'interno delle famiglie. Per rimanere in Italia, ogni anno buttiamo nella spazzatura 6,6 milioni di tonnellate di cibo, una media di 146 chili a testa.

Lo spreco alimentare annuo

    In linea teorica, l'attuale sviluppo del sistema alimentare mondiale permetterebbe di sfamare tutti gli abitanti del pianeta, ma gli squilibri della realtà rendono possibili milioni di morti per fame e malnutrizione, un impoverimento legato all'instabilità dei prezzi delle derrate alimentari e, in contemporanea, 263 miliardi di euro spesi in Europa ogni anno dai sistemi sanitari per curare le conseguenze dell'obesità (in Italia sono 22 miliardi) e 227 miliardi di dollari negli Stati Uniti.

    Obesità e sovrappeso sono considerate le epidemie del futuro, con conseguenze molto serie sulla salute degli individui. Il fatto che sempre più Paesi emergano dalla povertà e procedano verso un benessere diffuso, rischia di rappresentare per i loro cittadini un fattore non completamente positivo, sul piano sanitario e dell'ambiente globale, se diffonderà in tutto il mondo le pessime abitudini alimentari americane. Ormai è provato che troppa carne, troppi grassi, troppo zucchero costituiscono alla lunga dei veleni. Ed è altrettanto chiaro che i cibi che fanno peggio alla salute fanno male anche all'ambiente, perché derivano da produzioni più inquinanti.

paradossi del nostro tempo

    Nella "due giorni" del 4° Forum internazionale su alimentazione e nutrizione, relazioni, convegni e tavole rotonde hanno alternato riflessioni e indicazioni di strategie possibili per superare i paradossi dell'alimentazione nel mondo. Con personalità come il professor Umberto Veronesi e il ministro della Salute Renato Balduzzi e Dan Glickman, ex segretario all'Agricoltura degli Stati Uniti.

    Il Barilla Center for Food & Nutrition è stato creato nel 2009 dall'azienda di Parma con lo scopo di analizzare i grandi temi dell'alimentazione e della nutrizione nel mondo con un metodo interdisciplinare, che includa anche i fattori economici, scientifici, sociali e ambientali. Oltre al Forum internazionale, quest'anno ha pubblicato Eating Planet 2012, un libro realizzato in collaborazione con il Worldwatch Institute ed edito da Edizioni Ambiente e che ha come tema centrale la necessità di ripensare radicalmente il sistema alimentare mondiale. Tra gli esperti che vi hanno contribuito, citiamo Vandana Shiva, Raj Patel, Mario Monti, Carlo Petrini, Shimon Peres.

Rosanna Biffi
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