02/03/2012
Il ministro alla Cooperazione e Integrazione Andrea Riccardi.
«La cooperazione internazionale dev’essere uno strumento essenziale di tutta la strategia internazionale dell’Italia, in termini di coerenza, coordinamento ed efficacia delle politiche, per ridare ruolo e credibilità al Paese».
È uno dei passaggi centrali di un “Manifesto”, presentato a Roma il 1° marzo, nell’ambito del convegno “La cooperazione internazionale dell’Italia: una risorsa da valorizzare, modernizzare, rilanciare”.
L’appuntamento, a cui ha partecipato anche il ministro alla Cooperazione Andrea Riccardi, è stato promosso dal Cini (Coordinamento italiano network internazionali), dall’Associazione delle Ong italiane e da Link 2007 in collaborazione con il Forum nazionale del Terzo settore, la campagna Sbilanciamoci e l’Oics (Osservatorio interregionale della cooperazione allo sviluppo).
«È necessaria la riforma del settore che chiediamo da anni», ha spiegato Maria Egizia Petruccione (portavoce del Cini), nel presentare il documento. «In questo momento ci sono le condizioni per fare uno scatto in avanti in questo senso. Ma la modernizzazione e la valorizzazione del settore devono poggiare su un rinnovato impegno finanziario. In questi anni sono state tagliate l’88% delle risorse.
Il “Manifesto”, redatto dalla rete delle Ong nell’occasione del convegno, indica le tappe necessarie ad avviare una vera rinascita del nostro aiuto allo sviluppo nei Paesi del Sud del mondo. Ma, innanzitutto, pone il presupposto che la cooperazione internazionale torni ad essere considerata centrale all’interno della politica nazionale.
«La costituzione di un ministero come quello della Cooperazione internazionale e l’integrazione deve essere accompagnato da atti che lo rendano operativo, perché l’aiuto allo sviluppo va valorizzato, non è un lusso che si deve cancellare nei momenti di crisi», ha aggiunto Petruccione. «Anzi. Rappresenta una grande opportunità per favorire la soluzione della crisi e la ripresa della crescita globale. Ed è un modo lungimirante per tutelare anche gli interessi del nostro Paese».
Tra le diverse richieste che la rete delle Ong fa al governo c’è prima di tutto quella di investire maggiori risorse, diversamente da quanto è successo negli ultimi anni: rispettando, già nell’anno in corso, gli impegni presi in sede internazionale, per ridare credibilità al nostro Paese; di aumentare le risorse per il 2013 di almeno 350 milioni di euro; di arrivare entro il 2015 almeno allo stanziamento dello 0,4% del Pil, percentuale ancora molto al di sotto di quanto promesso nel 2000 (avremmo dovuto arrivare allo 0,7%) ma almeno più vicini alla media europea, dove già oggi quella percentuale viene superata.
Il ministro Riccardi ha raccolto la sfida: nel suo intervento ha sottolineato come sia «necessario ridare alla cooperazione internazionale un alto valore politico perché elemento qualificante delle nostre relazioni internazionali e una grande opportunità per gli interessi dell’Italia nel contesto globale».
Riccardi ha insistito sull’urgenza di riallineare l’aiuto pubblico italiano agli standard europei, come pure sulla necessità di riattivare ed ampliare un tavolo comune fra le diverse istituzioni e realtà che si occupano di cooperazione.
«La caduta della cooperazione è il sintomo di un paese che non crede al suo futuro e al suo ruolo nel mondo», ha aggiunto, «L’Italia non è più quello che era e non è più così simpatica come lo era tempo fa, ma non siamo così piccoli da dover scomparire nello scenario internazionale. Il ministro ha annunciato il primo passo concreto: si è detto d’accordo sulla richiesta delle Ong di «convocare in tempi brevi una Conferenza nazionale per fare il punto sulle strategie per il rilancio della cooperazione».
Luciano Scalettari