I fantasmi delle stazioni

Il dolente universo di quanti s'aggirano tra binari e pensiline. I dati raccolti in sei città. Sotto, in un video, la storia di Antonio, il "Che Guevara" di Roma Termini.

04/05/2010
Una persona senza fissa dimora dorme all'interno della stazione ferroviaria di Roma Ostiense (foto Contrasto).
Una persona senza fissa dimora dorme all'interno della stazione ferroviaria di Roma Ostiense (foto Contrasto).

Centotrentamila interventi e diecimila persone prese in carico ogni anno in sole sei città: Roma, Milano, Foggia, Catania, Napoli e Firenze. Sono questi i numeri della rete degli Help center, i centri nati dalla collaborazione tra i comuni, il settore Politiche sociali delle Ferrovie dello Stato e gli enti del privato sociale, che dal Nord al Sud del nostro Paese si occupano del disagio all’interno delle stazioni.

    Nella maggior parte dei casi a chiedere aiuto sono uomini (68%), stranieri (84%), di età compresa tra 18 e 39 anni (58%). La media giornaliera è di 345 interventi e 28 prese in carico di nuove persone, di cui 19 uomini e 9 donne, 4 italiani e 23 stranieri, 16 di età tra 18 e 39 anni, 10 tra 40 e 59 anni e 2 di oltre 60 anni. Tra le richieste maggiormente avanzate: il lavoro, la casa e i servizi sanitari, oltre alle esigenze primarie come mangiare, bere e lavarsi. I dati sono stati resi noti dall’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni italiane (Onds), in occasione dei due giorni di formazione per operatori di Help center organizzati il 22 e 23 aprile a Roma.  

   Tra i casi più rilevanti delle singole città spicca quello di Roma, dove le utenze sono quadruplicate in 7 anni. Si è passati infatti dai 500 interventi del gennaio 2003, agli oltre 2000 dello stesso periodo del 2010, con picchi rilevanti nel 2006. Non solo, ma secondo i dati, sono in aumento i giovani che si rivolgono alla struttura. Il 36% ha un’età compresa tra i 18 e 29 anni, il 47% tra i 30 e 49 , mentre sono intorno al 16% gli over 50.“La maggior parte dell’utenza che arriva al nostro help center è composta da uomini e straneri. Si tratta di persone relativamente giovani, tra i 18 e 50 anni. Nel tempo l’età è andata via via diminuendo: c’è stato, infatti, un ringiovanimento della popolazione dei senza fissa dimora che gravitano intorno alla stazione Termini - sottolinea Laura Cucinotta, coordinatrice dell’Help center della capitale -. Sono per lo più persone in difficoltà alloggiativa: la maggior parte dorme fuori, oppure in centri di accoglienza e case occupate. Inoltre non hanno un lavoro oppure hanno un’occupazione non stabile o in nero e generalmente, hanno un disagio non solo sociale ma anche caratteriale e mentale”.  Numerosissimi anche gli stranieri, che costituiscono l’80% del totale degli utenti. Tra loro la comunità più rilevante è quella rumena (25%), seguono gli eritrei, gli afgani e gli etiopi.

   Non va meglio neanche a Napoli, dove nel 2009 sono stati ben 5421 gli interventi (comprese le persone ritornate più volte), realizzati dall’Help center gestito dall’associazione “Centro la tenda”. Il 73% dei casi ha riguardato uomini e il 77% stranieri. Nel 30% dei casi si tratta di persone con un’età compresa tra i 30 e 40 anni, nel 28% tra 18-30 e nel 21% tra 40 e 50 anni.  

Eleonora Camilli, Redattore sociale
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