Imprese sociali, argine alla violenza

"Luta pela paz" e "Raise the Youth Foundation". Nel Regno Unito, due esempi di come le imprese sociali possano incidere sul territorio riducendo la violenza delle gang giovanili.

Opportunità

01/02/2013

Pare quindi oramai acclarato che, sviluppando il potenziale attraverso lo sport o permettendo di coltivare ambizioni individuali, le soluzioni approntate in alcuni casi dal settore privato hanno un profondo impatto sul crimine giovanile. E' quanto accaduto nel Regno Unito, dove il problema della violenza della gang è diventato di stretta attualità negli ultimi anni.

Nel 2011 un Report intergovernativo sulla cessazione della violenza giovanile ha sottolineato che "un piccolo numero di persone che sono coinvolte in seri episodi di violenza, ha un impatto esageratamente consistente sulle proprie comunità" e che "la prevenzione e le attività di sostegno hanno un effetto concreto solo se sono effetivamente coordinate a livello locale".

Secondo Social Enterprise Uk, un numero significativo di imprese sociali sono concentrate nelle comunità più depresse e in difficoltà del Regno Unito. Queste organizzazioni, quindi, godono di "una posizione privilegiata" per individuare, sul territorio, i problemi correlati alla violenza giovanile e delle gang, e creare delle soluzioni condivise che non dipendano unicamente da fondi pubblici. Gli esempi di Luta e Raise the Youth Foundation sono solo due tra decine e decine, come testimoniato da una recente inchiesta del quotidiano inglese "The Guardian".

In quanto imprese sociali, sia Luta sia Raise the Youth Foundation hanno a cuore il proprio business e capiscono perfettamente che aspettare una politica favorevole da parte del Governo inglese, non potrà che avere ripercussioni negative sulle comunità dove si trovano a operare. Al contrario: dare vita a un'attività imprenditoriale sostenibile e socialmente responsabile, che contribuisce al benessere della comunità locale, ha reso il profitto assolutamente auspicabile, ancor più di prima.

Keum Rolling
e Charlotte Pritchard lavorano al Progetto "On Purpose", un programma di un anno di durata rivolto a professionisti e dirigenti che vogliono intraprendere una carriera o avviare un'impresa sociale. "Non esiste un unico modo per affrontare i problemi delle nostre comunità", affermano Keum e Charlotte. "Bisogna trovare un approccio frutto della condivisione e della collaborazione tra soggetti diversi. Al momento le grandi compagnie hanno mancato l'obiettivo. Le imprese sociali si sono dimostrate invece perfettamente in grado di fornire soluzioni rapide e innovative, che oltretutto possono essere incrementate e migliorate molto più velocemente".

Francesco Rosati
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