24/04/2013
Difficoltà e
successi, rabbia e amicizie, paure ed emozioni: nei racconti di Matteo, Anna e
Gabriel, minori che vivono nel Villaggio SOS di Vicenza, c'è questo e molto
altro. Un mix di emozioni contrastanti che, solo per il coraggio dimostrato nel
raccontarle in pubblico, meritano di essere ascoltate. Non si tratta di sparuti casi isolati, quanto, invece, della punta di
un iceberg che coinvolge oltre 29mila minori accolti fuori dalla famiglia
d'origine in Italia ed è su di loro che si concentrano i progetti di SOSVillaggi dei bambini: da Trento a Roma, da Mantova a Saronno, da Morosolo a Ostuni passando, come detto, da Vicenza.
Individuare con il maggiore anticipo possibile i casi a rischio di separazione figli/genitori sostenendo la famiglia, rafforzando le capacità genitoriali e, altra faccia della medaglia, supportando la comunità e le strutture pubbliche per potenziare il sistema di supporto alle famiglie vulnerabili. Asili nido, dunque, ma anche centri diurni, servizi di counselling, sportelli di ascolto individuale per genitori e spazi per il diritto di relazione, nati per favorire il legame tra genitori e figli durante il periodo di allontanamento.
Quando e solo quando non ci sono le condizioni oggettive perché il bambino rimanga con la famiglia d'origine e la forma di accoglienza di tipo familiare è considerata l'opzione migliore, SOS Villaggi dei bambini apre le porte delle proprie case-famiglia all'interno delle quali un'educatrice residenziale ricrea, insieme con i bambini, un ambiente familiare.
«
È difficile accettare che esistono genitori che non hanno i mezzi, la maturità o la forza di tirar su dei figli. È
difficile accettare che esistono genitori instabili e con seri problemi come le droghe o le malattie mentali. È
difficile capire che l’allontanamento dalla famiglia d’origine è la soluzione per evitare che questi bambini
rischino di diventare dei reietti della nostra società. È facile pensare che si possono lavare sempre i panni
sporchi, in casa.
È facile sputare contro un servizio sociale che cerca di creare una situazione di stabilità e
un ambiente sano dove far crescere il minore. È facile scrivere o parlare di realtà sconosciute, inventando
trame di complotti, d’interessi e di soldi» queste le prime parole di Jennifer Zicca, che ha vissuto in una casa
di accoglienza e oggi è socia di Agevolando, associazione nata dall’iniziativa di alcuni giovani che hanno
trascorso parte della loro vita “fuori famiglia”.
Alberto Picci