24/04/2013
Federico Zullo, fondatore di
Agevolando, ha vissuto in accoglienza e sottolinea l’importanza di
favorire il protagonismo e la partecipazione di ospiti ed ex-ospiti di contesti residenziali “fuori famiglia”.
«I nostri obiettivi possono essere sintetizzati nel favorire il protagonismo e la
partecipazione di ospiti ed ex-ospiti di contesti
residenziali “fuori famiglia”;
nel promuovere una cultura dell’accoglienza “fuori-famiglia” che sappia riconoscere
quali siano gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione per
garantire
percorsi protettivi di qualità e, allo stesso tempo, che sia in grado di dare
visibilità all’impegno quotidiano di molti professionisti del sociale, sempre più in
balìa delle attuali condizioni congiunturali ma mai stanchi di continuare a
“lottare” per migliorare le condizioni dei bambini e i ragazzi che vivono lontano
dalla loro famiglia;
nel garantire percorsi in grado di assicurare ai ragazzi il “principio della
continuità
dell’intervento”, così come raccomandato nel 2005 dal Consiglio Europeo in
merito ai diritti dei minori “fuori famiglia”: un buon intervento di accoglienza
residenziale non può esimersi dalla necessità di progettare e realizzare azioni in
grado di permettere ai giovani in uscita di raggiungere compiutamente la loro
autonomia e di finalizzare i percorsi avviati in precedenza, in funzione di una
cura efficace, integrata e risolutiva».
«
Il tema del diciottesimo anno e del vuoto sociale e di risorse che ne consegue
rappresenta il principale ambito di intervento della nostra associazione ed oggi più
che mai è un’emergenza da fronteggiare…nuovi scenari preoccupanti si stanno
affacciando in questa “terra di nessuno”».
Per
Jennifer Zicca, socia Agevolando, «
Il percorso in casa famiglia o in comunità di tipo famigliare è uno dei percorsi che può
essere realmente tutelante per un bambino che ha e potrebbe continuare a subire e
vedere violenze.
Molti di quelli che come me hanno vissuto l’esperienza della comunità sono riusciti a
ricevere coraggio, forza, educazione, sostegno morale e psicologico, tutti elementi
fondamentali per
crescere e diventare adulti. Riconosciamo in quel luogo un punto di
riferimento, come se noi fossimo delle barchette in mezzo al mare e quello fosse il nostro
faro».
«Penso spesso che se le mura di quelle strutture potessero raccontare le storie che
hanno sentito potrebbero raccontarci storie di crescita, aiuto e supporto.
Quando arrivò il momento di uscire da quel luogo famigliare ero preoccupata, non
avevo più certezze ma solo tanta paure e mi faceva male sapere che avrei dovuto
rinunciare a quel fondamentale supporto che era stato per me in quegli anni la comunità.
Anche per questo ho aderito al progetto di Agevolando: credo possa dare conforto e
rassicurazione a tanti giovani e, raccontando la mia esperienza, sento che anch’io posso
dare il mio contributo».
Alberto Picci