Migranti, rimesse in gioco

Circa 372 miliardi di dollari: a tanto ammontano i risparmi dei lavoratori stranieri spediti nei Paesi d'origine. Manca un'alfabetizzazione finanziaria. Ci pensa Soleterre

L'abc dell'economia domestica

03/03/2013

Soleterre ha già provato in passato a lavorare sul tema delle rimesse soprattutto nell'accezione più usuale a livello internazionale: canalizzare almeno parte dei risparmi inviati verso forme di investimento produttivo che si concretizzano in genere in piccolo-medie attività imprenditoriali in una logica di autosostenibilità che renda più "libero" il migrante anche nel caso decidesse di tornare nel Paese d'origine.


In altri casi si è scelto di investire in attività imprenditoriali a livello transnazionale «mantenendo una "circolarità" del migrante in base alla quale il soggetto interessato non decide di vivere soltanto in Italia o, viceversa, soltanto nel Paese d'origine, ma intende mantenere un appoggio in entrambi i Paesi». Si tratta però di una strada molto difficile da percorrere perché il successo di un'attività non può essere matematicamente standardizzato: ci sono troppe variabili per la replicabilità con i medesimi esiti. 

«Noi di Soleterre abbiamo sempre scelto di affrontare le "questioni" migratorie in un'ottica familiare perché dietro una migrazione non c'è mai solo una scelta individuale ma il coinvolgimento di interi nuclei, spesso anche allargati: questo nostro approccio, questa nostra esperienza abbiamo provato a trasferirla anche nel campo delle rimesse. Da qui l'obiettivo di lavorare su quelle che in gergo chiamiamo "financial literacy", cioè l'alfabetizzazione finanziaria, e "family budgeting", cioè la capacità di chi manda e di chi le riceve le rimesse a costruire e rendere "operativi" dei budget familiari improntati alla sostenibilità». In sintesi i progetti di Soleterre per quello che concerne le rimesse sono volti a creare maggiore consapevolezza, educando a gestire i soldi nel rispetto delle priorità del fabbisogno familiare, programmando con piani di accantonamento la possibilità di avviare attività imprenditoriali o investire nell'istruzione, anche universitaria, dei figli.

Alberto Picci
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