19/09/2012
La crisi non guarda in faccia nessuno ma se si tratta di
donne, madri, moglie e lavoratrici, a quanto pare, si gira proprio dall'altra
parte. Due donne su tre sono attualmente senza lavoro se ci sono due figli;
sono salite a 800mila le interruzioni di lavoro forzate negli ultimi due anni;
risultano inattive il 36,4% delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni.
Numeri che fanno paura e del cui impatto sulle famiglie italiane non è ancora
possibile cogliere fino in fondo la portata. Il dossier "Mamme nella
crisi" presentato ieri dall'associazione Pari e dispare, da Save thechildren e dalla rivista InGenere con la partecipazione del ministro Elsa
Fornero e del vice presidente del Senato Emma Bonino è una fotografia impietosa
della società italiana di oggi, un ritratto che va oltre gli effetti
direttamente connessi con la crisi economica e fa emergere antichi (?) retaggi:
il tasso di occupazione femminile è in caduta libera; i servizi per l'infanzia
sono insufficienti per la mancanza di fondi, di strutture e, va detto, anche di
una mentalità più moderna che, senza raggiungere le eccellenze dei Paesi del
Nord Europa deve essere maggiormente capace di stare al passo con i tempi e con
le esigente delle persone; conciliare famiglia e lavoro è diventato un
privilegio che in pochi si possono permettere poiché la coperta, a un certo
punto, risulta comunque troppo corta; il tasso di natalità, nonostante la
spinta delle famiglie immigrate, resta basso. Messe all'angolo, costrette a non
scegliere, impossibilitate a prendere in mano il destino delle proprie vite:
tutti fattori che, mescolati in un mix micidiale, determinano una maggiore
incidenza della povertà sui bambini e sugli adolescenti, cioè sul futuro del
nostro Paese. Dello spread, in questi mesi, gli italiani hanno imparato a
capire il significato e l'importanza, ma oltre a quello che interessa i tassi
finanziari ce n'è uno che coinvolge direttamente il rischio di povertà tra
minori e adulti in Italia: bene, siamo all'8,2%, con il 22,6% dei minori
"in bilico" contro il 14,4% dei maggiorenni.
Alberto Picci