07/11/2012
Hanno gestito 11.459 casi critici
tra il 2003 e il 2012: sono gli operatori del Telefono Azzurro dedicati al
servizio 114 Emergenza infanzia che quotidianamente, 24 ore su 24 per 365
giorni all'anno, si mettono letteralmente in ascolto delle più disparate richieste
di aiuto provenienti da ogni angolo d'Italia, segno inequivocabile di come la
onlus sia ormai in Italia un punto di riferimento solido per bambini e
adolescenti. Un impegno e, insieme, un carico di responsabilità straordinari,
corrisposti e ripagati però da una fiducia incondizionata di chi decide di
chiamare sapendo di trovare dall'altra parte la soluzione ai propri problemi.
Problemi per affrontare i quali servono lucidità e presenza di spirito nel
contestualizzare e dare il giusto peso alle singole richieste d'aiuto. Già,
perché una delle difficoltà maggiori in questo genere di servizio è proprio
l'aspetto della valutazione non potendosi prevedere a priori tutti i casi. Dai
dati diffusi emergono alcune indicazioni interessanti: per esempio, le percentuali
delle chiamate provenienti dal Nord Italia (42,8%) sono decisamente sono quasi
il doppio rispetto a quelle effettuate dal Centro (23,4%) e dal Sud Italia
(23,8%), con alcuni picchi che vengono toccati, ovviamente, nelle regioni più
popolose come Lombardia, capofila di questa "speciale classifica" con
il 15%, seguita a ruota da Lazio (14,5%), Campania (12,6%), Sicilia (7,9%),
Piemonte (7,7%), Veneto (7,7%) ed Emilia Romagna (7,1%). Chiudono il gruppo,
Basilicata (0,5%), Molise (0,3%) e Valle d'Aosta (0,1%).
Ha un significato
"politico" che meriterebbe analisi approfondite a livello di
amministrazioni locali la distribuzione dei casi gestiti a seconda delle fasce
orarie e dei giorni della settimana: è lampante come il 114 viene contattato in
modo massiccio durante gli orari di chiusura di altri servizi-istituzioni. Più
di una chiamata su tre avviene nella fascia serale-notturna, tra le 18 e 9 del
mattino, più di una su cinque perviene sabato e domenica. C'è invece una
spiegazione decisamente credibile per quello che concerne la
"tipologia" del chiamante: il fatto che siano gli adulti ad alzare la
cornetta per chiedere aiuto, e solo nell'11,1% dei casi siano i
bambini/adolescenti coinvolti nell'emergenza, significa anche e soprattutto che
proprio questi ultimi fanno più fatica a interpretare una situazione di
imminente pericolo per la propria incolumità. Considerando che la maggior parte
delle violenze denunciate a danno dei minori si consumano all'interno delle
mura domestiche (63,1%), e sono da addebitare dunque a persone della cerchia
familiare, più difficili da individuare come colpevoli, i numeri trovano una
dimensione più logica.
Alberto Picci