07/11/2012
Le richieste di intervento hanno
interessato nel 64,2% dei casi bambini fino a 10 anni di età, nel 20,6% minori
tra gli 11 ai 14 e nel 15,2% tra i 15 e i 18. Relativa, invece, la differenza
tra maschi e femmine per i quali è stato chiesto l'intervento: 51,6% contro
48,4%: nella diversità di genere sono invece degni di nota i dati relativi al
tipo di richiesta di aiuto. Nel caso di bambine/adolescenti, la casistica
dipinge un quadro in cui prevalgono problemi relazionali con i genitori,
bisogno di conversare, abuso sessuale; per i bambini/adolescenti le difficoltà
denunciate si inseriscono più facilmente nel canale dell'incomprensione e della
scarsa comunicazione con i coetanei e con insegnanti ed educatori. In crescita
il numero dei minori stranieri per i quali si chiama il 114: oggi, siamo quasi
a quota 20%: di questi, il 36% sono nati in Italia, mentre il 33,8% si inseriscono
in contesti di profughi e rifugiati. E se i bambini per cui è necessario un
intervento di emergenza vivono nel 50% dei casi nella stessa con entrambi i
genitori, non si può non rilevare come nel 33,1% i minori vivono solo con la
madre: in questo caso lo scarto con coloro che vivono solo con il padre è
evidentissimo (4,7%).
«La maggior parte delle richieste
- si legge nel rapporto - riguarda situazioni di abuso e violenza (32,3%): tale
categoria include sia le forme di violenza di cui il bambino è vittima diretta
(abuso fisico 10,8%; abuso psicologico, 7,5%; abuso sessuale, 3,6%; patologia
della cura 4,8%), sia situazioni di violenza/conflittualità tra componenti del
nucleo familiare di cui il bambino/adolescente è testimone (5,6%). E’ rilevante
anche la percentuale di segnalazioni di situazioni caratterizzate dalla
presenza dei cosiddetti “fattori di rischio” a livello familiare (19,5%),
ovvero da condizioni potenzialmente pregiudizievoli presenti nel contesto
familiare, che nella maggior parte dei casi necessitano di un monitoraggio e/o
di una presa in carico. Il disagio conseguente alla separazione tra i genitori
rappresenta una motivazione frequente con cui viene contattato il Servizio 114
(8,1%): queste situazioni possono rappresentare eventi molto stressanti se
caratterizzate da dispute per la custodia, conflittualità, rivendicazioni tra i
genitori e tentativi di strumentalizzazione del bambino/adolescente coinvolto.
I dati evidenziano anche la presenza di un malessere psicologico del
bambino/adolescente, nelle sue diverse manifestazioni (che viene riportato
nell’ 8,5% dei casi), oltre a difficoltà relazionali, che rappresentano il 6,9%
dei casi. Se è vero che alcune difficoltà relazionali o forme di disagio
psicologico possono caratterizzare, in modo fisiologico, alcune tappe
evolutive, lo è altrettanto che alcune situazioni possono contribuire ad
accentuarle: ci riferiamo in particolare a dinamiche di violenza familiare o
tra coetanei, che sempre più spesso trovano modalità di espressione attraverso
Internet».
Alberto Picci