Un Telefono azzurro con tanti fili

Nove anni di richieste d'aiuto al numero di emergenza 114: ecco i numeri di chi ha scelto l'ascolto come arma per combattere solitudine, abusi, violenze

Dentro le mura domestiche

07/11/2012

Anche la variabile dell'età ha il suo peso: gli under 10 anni, infatti, sono i soggetti maggiormente coinvolti in situazioni di crisi familiare (per difficoltà economiche o dovute alla separazione/conflittualità tra componenti del nucleo familiare o all'inadeguatezza genitoriale); per gli 11-14enni, in piena fase pre-adolescenziale, emergono in modo preponderante le difficoltà scolastiche, i disagi emotivo-psicologici e infine malesseri dovuti a relazioni complicate per lo più con i genitori, un dato quest'ultimo comune anche ai 15/17enni che chiamano per comportamenti a rischio, maltrattamenti fisici e situazioni di fuga da casa. Alla luce di quanto detto finora, e per quello che è stato raccolto dagli operatori del Telefono Azzurro in questi di ascolto al 114, si evince con chiarezza che i genitori sono, comunque la si voglia girare, il primo "problema": le persone indicate dal chiamante come presunti responsabili della situazione di emergenza sono il papà (33,5%) o la mamma (44,8%) nel 78,3% dei casi: una ulteriore conferma del fatto che le minacce che vengono dall'esterno, i cosiddetti "stranger danger", sono una rarità. «A fronte di una situazione di emergenza - si legge ancora - il 114 coinvolge i servizi e le agenzie del territorio nella gestione dei casi pervenuti: nel periodo 2006-2012 (31 agosto), nel 57% dei casi è stata necessaria un’attivazione dei servizi del territorio, per un totale di 7.833 agenzie attivate. Nella maggior parte delle situazioni, la gestione dell‘emergenza ha richiesto il coinvolgimento dei Servizi Sociali (42,9%) e delle Forze dell’Ordine (43.1%)».

«L’Autorità Giudiziaria competente (Procura presso il Tribunale per i Minorenni, Procura presso il Tribunale Ordinario, ecc.) è stata coinvolta nel 6,3% dei casi, ogniqualvolta si sia configurata un’ipotesi di reato o sia emersa una condizione di grave pregiudizio. E’ bene ricordare comunque che, nella maggior parte dei casi, la gestione di una singola situazione ha richiesto il contatto contestuale di più servizi: all’attivazione di un’agenzia di emergenza, ad esempio, è seguita in un numero significativo di casi quella dei Servizi Sociali, della Procura presso il Tribunale per i Minorenni, o di entrambi. Il modello di intervento del 114 prevede, per la gestione di uno stesso caso, il coinvolgimento di diverse istituzioni/servizi del territorio, con l’obiettivo non solo di fornire al minore coinvolto una risoluzione immediata dell’emergenza (intervento a breve termine), ma anche di facilitare la costruzione di un progetto a medio-lungo termine, che permetta di seguire nel tempo il bambino, o il suo nucleo familiare, sostenendolo e garantendo la presa in carico efficace del caso. Solo in questo modo è possibile prevenire il ripetersi della situazione di emergenza, la cronicizzazione del disagio e gli esiti negativi per la crescita dei bambini e degli adolescenti coinvolti».

Alberto Picci
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