Sud Sudan, la strage degli innocenti

Medici senza frontiere lancia l’allarme: «È una catastrofe annunciata», dice. I tassi di mortalità infantile sono al doppio della soglia d’emergenza. Ogni giorno muoiono 5 bambini.

04/08/2012
Un bambino gravemente malnutrito nel campo per rifugiati di Yida, in Sud Sudan. Tutte le foto del servizio, copertina inclusa, sono di Nichole Sobecki.
Un bambino gravemente malnutrito nel campo per rifugiati di Yida, in Sud Sudan. Tutte le foto del servizio, copertina inclusa, sono di Nichole Sobecki.

«Il numero di bambini che muoiono ogni giorno nel campo di Yida è spaventoso, e i 1.200 bambini affetti da malnutrizione severa acuta inseriti nel programma nutrizionale di Medici senza frontiere rappresentano solo la punta dell’iceberg».

     A parlare è André Heller-Pérache, Capomissione di dell’organismo non governativo in Sud Sudan. «La maggioranza dei nostri pazienti nei campi sfollati di Yida e Batil», continua il cooperante, «è composta da bambini malnutriti che sono ulteriormente indeboliti da diarrea, malaria e infezioni respiratorie. Entrano velocemente in un circolo vizioso di malattia che può portare a ulteriori complicazioni e alla morte.  Le nostre équipe mediche lavorano ininterrottamente in condizioni disperate per salvare quante più vite possibili».

     L’allarme lanciato dagli operatori di Msf ha toni drammatici. I nuovi dati epidemiologici in sulla mortalità e la malnutrizione raccolti dall’organizzazione umanitaria internazionale mostrano livelli ben al di sopra la soglia d’emergenza.

     «Più di 170.000 rifugiati», spiega in un comunicato Msf, «hanno intrapreso un viaggio straziante per attraversare la frontiera e fuggire dal conflitto e dall’insicurezza alimentare negli Stati sudanesi del Blue Nile e Sud Kordofan. In molti hanno dovuto camminare per settimane e sono arrivati in quattro campi in condizioni estremamente vulnerabili e precarie. In due di essi, le condizioni di vita sono particolarmente spaventose e hanno conseguenze devastanti sulla salute delle persone. Da giugno, una media di 5 bambini muoiono ogni giorno nei due campi di Yida e Batil e un bambino su tre è affetto da malnutrizione».

     In rapporto alla popolazione dei campi, aggiunge l’Ong, in quello di Yida – dove vivono oltre 55.000 rifugiati provenienti dallo Stato di Unity – nei due mesi di giugno e luglio ogni giorno perdono la vita 4 bambini sotto i 5 anni ogni 10.000 persone: è il doppio della soglia di emergenza. Anche il tasso di mortalità per la popolazione adulta è anch’esso al doppio della soglia d’emergenza: 2 vittime al giorno per 10.000 persone.

Un altro piccolo affetto da malnutrizione acuta a Yida.
Un altro piccolo affetto da malnutrizione acuta a Yida.

Nel campo di Batil, nello Stato dell’Upper Nile dove vivono oltre 34,000 rifugiati, i risultati preliminari di un’altra indagine epidemiologica condotta dai medici di Msf denuncia un tasso di malnutrizione globale infantile del 27,7% e un tasso di malnutrizione severa acuta del 10,1%: un livello cinque volte superiore alla soglia di emergenza. La situazione è ancora peggiore per i bambini sotto i due anni di età: il 18% è affetto da malnutrizione severa acuta.

     «La stagione delle piogge ha trasformato questi campi in luoghi da incubo per i rifugiati», aggiunge Bart Janssens, direttore delle operazioni di Msf. «Le vie d’accesso sono impraticabili e la risposta umanitaria sta lottando per assicurare condizioni di vita adeguate per i rifugiati. Ciò sta causando una catastrofe sanitaria e mentre continuiamo a fornire cure mediche,  è necessario l’aumento dell’assistenza umanitaria da parte di altre organizzazioni per evitare che altri bambini siano in pericolo di vita. Bisogna aumentare la fornitura di acqua potabile e servizi igienici perché la diarrea è il principale killer nei campi, e aumentare le distribuzioni di cibo mirate nel campo di Batil, dove la malnutrizione è drammaticamente alta. Adesso la situazione richiede che tutte le organizzazioni lavorino al massimo delle loro capacità».

     Msf ha avviato un massiccio intervento di assistenza sanitaria e oggi è il principale fornitore di cure mediche nei campi dell’Upper Nile e dello Stato di Unity.

     L’Ong sta operando con équipe composte da oltre 180 operatori internazionali che gestiscono ospedali da campo in ognuno dei quattro campi rifugiati  (Batil, Doro, Jamam e Yida), e ulteriori rinforzi sono in arrivo per fronteggiare la situazione e rispondere ai gravi bisogni medici. Vengono effettuate più di 9.000 visite mediche alla settimana, 150 nuovi pazienti vengono ricoverati per ricevere cure intensive, e 2.300 bambini malnutriti sono presi in cura nei programmi nutrizionali terapeutici.

Data l’estrema gravità della situazione Msf lancia un appello straordinario di raccolta fondi per far fronte all’emergenza in Sud Sudan. Chi vuole contribuire può telefonare al numero verde 800.99.66.55, oppure fare donazioni al conto corrente postale n. 87486007, intestato a Medici Senza Frontiere Onlus, causale “Sud Sudan”. Per saperne di più: www.medicisenzafrontiere.it.

Luciano Scalettari
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