31/05/2012
C’è chi legge Il Manifesto, chi Il Giornale. Alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2012,
a cura della fondazione Migrantes, il pubblico è eterogeneo. Come i
nostri connazionali che hanno varcato i confini per andare a investire i
loro talenti più in là. “Perché di talenti, si tratta”, spiega il
prefetto Alessandro Pansa, aprendo i lavori. E rammaricandosi di
“non riuscire a far tornare in Italia quanti hanno confrontato e
rafforzato le loro capacità all’estero. Non bisogna tanto
bloccare le partenze quanto invece far sì che gli italiani che si sono
affermati fuori abbiano voglia di tornare a investire i loro talenti in
Italia. Noto però che, nonostante la legge del 2010 che voleva
favorire il rientro, in realtà, la maggioranza dei nostri connazionali
non pensa di poter avere un futuro nel nostro Paese. Sono davvero pochi
quelli interessati a tornare”.
Al contrario, nell’ultimo anno, i cittadini italiani
iscritti all’Aire (associazione italiana residenti all’estero), sono
aumentati di 93.742 unità. In totale gli emigrati italiani sono poco più di 4milioni e 200mila, pari al 6,9% degli italiani residenti in patria.
Le donne sono il 47%, i minori il 15,8. Il 19% ha più
di 65 anni. Emigrano soprattutto dalla Sicilia, dalla Campania, dal
Lazio, dalla Calabria e dalla Lombardia.
Le prime cinque provincie di partenza sono Roma, Cosenza, Agrigento, Salerno e Napoli. Le destinazioni sono diverse. Le prime cinque mete sono, nell’ordine, Argentina, Germania, Svizzera, Francia e Brasile.
“La settima edizione di questo Rapporto”, ha insistito
monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione
Migrantes, “avviene in un momento di crisi del nostro Paese.
Anche per questo è importante capire come è cambiato il fenomeno
dell’emigrazione italiana per aiutare a superare il senso di distanza e
separazione nei confronti degli emigrati. In questi anni, il Rapporto è
diventato uno strumento per una maggiore presa di coscienza di quanto
sia inevitabile incontrare oggi questa Italia migrante nel panorama
della mobilità europea e internazionale”.
Annachiara Valle