17/01/2013
Lo Stroke Rehabilitation Centre, progetto che ha coinvolto Nicola Bianchi in veste di consulente.
Nicola Bianchi, 44 anni, una laurea in chimica a Milano, oggi manager di una multinazionale settore vernici, tante esperienze all’estero, una passione per il volontariato. Con Grow Movement ha fatto da consulente a Ibrahim, imprenditore ugandese nei servizi sociosanitari.
- Nicola, come hai conosciuto Grow Movement?
"Ho risposto a un’inserzione su Linkedin, il social network professionale. Mi hanno proposto alcune alternative per la consulenza e ho scelto di aiutare Ibrahim a sviluppare il suo Centro di riabilitazione per persone colpite da ictus (Stroke Rehabilitation Centre), alla periferia di Kampala, la capitale."
- Come si è svolta in concreto la consulenza?
"Ci siamo sentiti subito per mail e per telefono, abbiamo condiviso i diversi documenti che sintetizzavano gli obiettivi e gli attuali risultati del centro, poi abbiamo iniziato a sviluppare il business plan avendo come disciplina quella di scambiare file aggiornati con cadenza settimanale e poi bi-trisettimanale, discutendoli poi al telefono. Purtroppo Skype ha problemi di linea nella zona in cui vive Ibrahim…"
- Secondo te quali sono le difficoltà principali per persone come Ibrahim?
"Skill tecnici e voglia di fare ci sono, manca un po’ la progettazione e il controllo. Ibrahim ha avuto modo di verificare in prima persona come la pianificazione di determinati obiettivi possa facilitare la loro realizzazione. Io l’ho aiutato solo ad acquisire un metodo di lavoro ed una disciplina, da aggiungere alle sue già forti motivazioni. Una volta che il metodo è stato interiorizzato, e questo accade sempre e in tempi brevi, queste imprese acquisiscono quell’ autonomia che permette loro di camminare da soli."
- Sei soddisfatto dei risultati della consulenza?
"I risultati, seppure con pazienza e tempo, sono arrivati: posti letto raddoppiati, ad esempio, e un maggior flusso di finanziamenti pubblici, indispensabili – in Uganda come nel resto del mondo – per questo genere di attività."
- La collaborazione continua, siete anche diventati amici, immagino?
"Gli interventi si diradano, com’è giusto che sia. Ci sentiamo ancora con Ibrahim per lavoare su altre criticità della sua impresa, nello specifico la gestione del personale e la relativa motivazione. Ovviamente il rapporto diventa anche umano e continua al di là dell’aspetto professionale ed è fonte di un grande arricchimento per tutti e due."
Ida Cappiello