11/02/2013
Chakama. 50 chilometri da Malindi. Kenya. C'è un'organizzazione che sta facendo un ultimo grande sforzo per garantire a un intero villaggio quell'indipendenza economica e alimentare che solo 5 anni fa era impensabile. Tutto merito di Karibu onlus, dei volontari, dei sostenitori e della gente di questo angolo di Africa che oggi intravede un futuro diverso diverso da quello che a cui sarebbe stata facilmente condannata. È iniziato tutto nel 2008 e si è andati per gradi: ogni anno, ogni mese, ogni giorno un piccolo passo avanti. Prima la nursery, la falegnameria e la sartoria. Poi, la condotta idrica che ha portato acqua corrente a tutto il comprensorio e l'arrivo dell'energia elettrica.
Chamaka ha ripreso a vivere così, e non si è più fermato. Con progetti sempre più ambiziosi. Ma necessari. Come la costruzione della scuola primaria e del pronto soccorso, la creazione di due fishing point per l'allevamento ittico e la realizzazione di una fattoria per l'allevamento di animali, lo sviluppo della coltivazione di aloe vera, frutta e vegetali nei venti acri di terra resi disponibili dalla comunità.
E proprio intorno alla fattoria che verrà si gioca un punto fondamentale del futuro di Karibu onlus, del villaggio di Chamaka e di tutti quei volontari che avranno semplicemente bisogno di prendersi del tempo per loro stessi. Per recuperare la corretta distanza dalle cose, dalle emozioni. «È
difficile per me parlare di Chakama senza provare commozione - racconta Popi Fabrizio, un passato da musicista e produttore discografico, presidente di Karibu onlus - Lì ci sono il
mio cuore, la mia vita, i miei affetti, c'è il mio futuro. Adesso è tutto più
semplice, ma l'inizio è stato molto più duro. Per me era tutto nuovo, tutto da
scoprire, ma la gente di Chakama mi ha aiutato con pazienza e Dio con tutto
l'amore del Padre».
«Oggi Chakama sta diventando una grande fattoria,
una
fattoria che darà lavoro alla gente del posto e che sarà una grande
scuola di
vita per tutti i volontari e la gente che vorrà venire. Avremo animali, avremo
campi da coltivare, una bellissima piantagione di aloe che potrebbe diventare
la nostra grande ricchezza, avremo una clinica gratuita e la scuola. Abbiamo
anche trasformato il volontariato dandogli il valore che gli spetta.
Un letto e cibo in cambio di lavoro. Non più volontari che devono sostenere
incredibili spese per poter aiutare il prossimo. La nostra grande fattoria sarà
il posto dove ognuno potrà venire a cercare se stesso e, se davvero lo sentirà,
potrà anche rimanere tutta la vita. Non è una favola, è la realtà».
Alberto Picci