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E dopo le abbuffate natalizie tutti a dieta

Dopo le grandi abbuffate natalizie, purtroppo qualche chiletto è arrivato a marcare sempre  di più il girovita e altri distretti corporei. Cosa fare allora per recuperare? I
nnanzitutto non ci si faccia assillare dal cibo e definiamo a priori quali alimenti e piatti ci converrà assumere e quali no. È importante mangiare lentamente e masticare a lungo: dà la sensazione di una maggiore sazietà.
Si raccomanda di evitare pasti ricchi, cercando di  mangiare poco ma spesso, almeno cinque spuntini al giorno. È consigliabile diminuire il consumo di carboidrati mangiando un po’ meno pasta e pane; sostituire i cibi ricchi di grassi con alimenti più magri, come legumi, frutta e verdura.
Bere, inoltre, tanta acqua, almeno due litri al giorno, magari frazionandoli bevendo un bicchiere ogni ora della giornata. Mangiare ogni giorno almeno cinque porzioni di frutta fresca e verdura di stagione. Piano con i formaggi e i latticini; evitare bevande zuccherate, meglio l’acqua di rubinetto; ridurre al minimo il consumo di alcol; praticare almeno un’ora di palestra, con esercizi di tipo aerobico, come la cyclette o il tapis roulant o la camminata continuativa di circa un’ora, tre volte alla settimana per tonificare e rassodare il corpo. È sufficiente ridurre di un terzo le calorie che si è soliti assumere per riprendere forma.

Pubblicato il 12 gennaio 2011 - Commenti (0)
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Pesce d’acqua dolce può nascondere parassiti

Ci occupiamo stavolta di un caso poco usuale di intossicazione alimentare da pesce  d’acqua dolce, cioè di lago o di fiume. In genere siamo abituati a pensare ai problemi del pesce di mare causati, per esempio da metalli pesanti reperiti in mare aperto e accumulati nel tempo, soprattutto dai pesci di grossa taglia. Un altro problema è causato da microrganismi che contaminano il pesce e passano nell’uomo specie se mangiato crudo.
Questa volta un problema simile è toccato a un pesce d’acqua dolce come la tinca. Infatti poco tempo fa, durante un evento enogastronomico, sono rimasti intossicati da un raro verme parassita di pesci di acqua dolce, alcuni politici della Valle d’Aosta, tra cui  l’assessore al Turismo, oltre a due sindaci, e 20 persone sono finite in ospedale per una parassitosi delle vie biliari. mentre altre 80 sono state a rischio contagio. L’infezione è stata provocata da una sfiziosa quanto micidiale tartare di tinca marinata al profumo d’arancia, pepe rosa e aneto su misto di verdurine. Ricordiamo che la marinatura non disinfetta.
Causa dell’infezione è stato il Clonorchis sinensis, un parassita che si sviluppa nei pesci d’acqua dolce (in particolare nei Ciprinidi come carpe e tinche). In genere a essere infettati sono cani, gatti e topi, ma può capitare anche all’uomo. Il parassita entra nel fegato e nelle vie biliari provocando lesioni difficilmente diagnosticabili. I sintomi  possono essere l’ingrossamento del fegato, la colicistite, ittero e febbre. Per scongiurare pericoli nella somministrazione “a crudo”, le tinche, come tutti gli altri pesci, devono essere congelate a –20 gradi per almeno 24 ore oppure scottate a 65 gradi per un minuto.

Pubblicato il 04 gennaio 2011 - Commenti (0)
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Pura di sorgente o minerale?

Né liscia, né frizzante ma solamente acqua di sorgente, che viene imbottigliata allo stato naturale destinata al consumo. Sarà sicura? Abbastanza, ma non proprio, perché questa acqua sorgiva potrà subire alcune operazioni di maquillage, come la separazione degli  elementi indesiderabili tipo l’arsenico trattato con ozono, oppure i composti del ferro. Si  può aggiungere o eliminare dell’anidride carbonica mentre sono vietati i trattamenti di potabilizzazione, con aggiunta di cloro o sostanze battericide o altri trattamenti che la  modificano. L’acqua di sorgente ha il pregio di poter essere utilizzata come base per  preparare le bevande analcoliche.
Altra cosa sono le qualità vantate per le acque minerali che beviamo (che poi sono nella maggior parte acque oligominerali), sono quelle legate al loro basso residuo fisso, che induce un’azione diuretica e sono indicate nella calcolosi  renale, nelle cistiti. Però, se bevute in eccesso, sono in parte controindicate ai bambini perché provocherebbero una grande eliminazione di urine e, quindi, una perdita di minerali essenziali per la vita.
Si crede spesso che l’acqua minerale in bottiglia possa curare quasi tutto ciò che è scritto in etichetta ma in effetti può solo aiutare. L’acqua nel sottosuolo si carica di minerali che conferiscono particolari proprietà. Le acque ricche di calcio che si trovano in giusto rapporto col fosforo sono utili nell’osteoporosi ma dannose nei calcoli renali; quelle ricche di sodio sono utili per gli ipotesi e dannose per la pressione alta; quelle ricche di ferro sono consigliate agli anemici e non ai gastritici, quelle con lo zolfo sono utili agli stitici e dannose per i diarroici; quelle col magnesio sono anch’esse utili alla stipsi; infine, quelle ricche di fluoro sono anticarie ma possono creare scompensi  metabolici.

ACQUA MINERALE
Deve essere pura alla fonte ma può subire trattamenti con ozono per ridurre l’arsenico.

ACQUA DI SORGENTE
Pura alla fonte, è una via di mezzo tra l’acqua minerale e l’acqua di rubinetto.

ACQUA A USO UMANO
È la comune acqua potabile che può essere venduta in bottiglia come “acqua da tavola”.

Pubblicato il 04 gennaio 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Cibo e Salute

Giorgio Calabrese

Giorgio Calabrese è un nutrizionista dell'Università Cattolica

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