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Chatta che ti fa bene?
Giusto per mantenere aggiornati sulla nostra pagina Facebook "Essere genitori", i fan sono aumentati ancora negli ultimi giorni di qualche centinaio di unità.
Fa piacere vedere mantenuti e migliorati gli ottimi livelli raggiunti. E non si tratta di sola quantità, ma anche e, direi specialmente, di qualità. Al di là dei tanti messaggi che riceviamo posti in bacheca, e di cui siamo a tutti grati, abbiamo suggerito un tema di grande rilevanza dal punto di vista psicologico, pedagogico ed affettivo: cioè il Parental Control e la sicurezza dei ragazzi on line. L’avanzare delle tecnologie impone un serio confronto su queste tematiche, diversi libri sono stati scritti al riguardo e Famiglia Cristiana ha dedicato spazio al tema, sia oggi sia in passato.
Gli interventi pervenutici sono concordi nel percepire il problema del controllo, nella consapevolezza che non si possono mettere porte alla campagna. C’è chi dice che i genitori possono controllare quello che vogliono, ma poi basta usare il computer dell’amico e i figli chattano quando e con chi vogliono e visitano tutti i siti che vogliono. Così come le ultime generazioni di telefonini permettono di collegarsi con estrema facilità. È chiaro che la problematica investe argomenti alla base del dialogo parentale, un dialogo che deve essere profondo e sincero, tra figli e genitori responsabili. Altrimenti non si può staccare la spina, togliere le pile di ricarica dei computer e imporre una sorta di silenzio mediatico. Rimedio inutile. Sarebbero ricercati altri strumenti comunicativi.
Proprio per questo ho aggiunto, però, «che il problema esiste. Perché a portata di uno o pochi click posso vedere tutto e interloquire con tutti. E non basta dire che intanto sono immagini o rapporti personali teorici. Perché le immagini e le chattate con sconosciuti rimuovono la sensibilità e l’emotività tanto quanto le cose reali. Sono tanti ormai i casi di adolescenti o preadolescenti o bambini che arrivano al punto di trovare difficoltà nel differenziare la realtà dal ‘reale immaginario’ che trovano in rete, con pericolo per la loro integrità psico-fisica e affettiva”.
C’è anche chi ha scambiato la pagina per luogo di possibili “incontri”. In questo caso non c’è stato bisogno di controllo perché i medesimi utenti hanno simpaticamente avvisato dell’errore: “sbagli posto”…
Chatta che ti fa bene!, quindi? No. Parla che ti fa bene, ascolta che ti fa bene, pensa che ti fa bene, divertiti sanamente che ti fa bene! Questo sì, perché ciò che davvero ciascuno cerca, anche nell’etere o nei ciberspazi, è in fin dei conti sempre un Tu adeguato al proprio Io, in grado di accogliere e restituire quell’affetto di cui siamo tutti capaci che ci porterà, passo dopo passo, ad amare ed essere amati senza misura.
Pubblicato il 16 agosto 2010 - Commenti (0)