di Massimo Bettetini
Massimo Bettetini, 45 anni, è psicoterapeuta, psicologo della fiaba, poeta. Da anni si dedica al mondo della famiglia, dell'adolescenza, dell'editoria, amalgamando al lavoro "sul campo" quello di scrittore.
25 ago
Questa volta, ci piace dedicare la nostra attenzione alle brevi frasi che molti, moltissimi, hanno posto e pongono in Bacheca, e alle tematiche dominanti le ultime settimane. Tanto per restare informati, aggiungiamo a titolo di cronaca che gli iscritti alla pagina sono in continuo aumento. Stiamo ormai raggiungendo i 25.500 iscritti. Per i temi affrontati dalla Pagina di Facebook Essere genitori è un piccolo record di cui siamo molto grati a tutti!
Dicevamo delle frasi poste sulla Bacheca della Pagina. Sono davvero simpatiche, e non solo: anche ricche di arguzia e di quella leggerezza che non è superficialità, ma scambio di idee, immagini, ecc. tipico di una piattaforma aperta come Facebook. È quindi stato colto lo spirito giusto, e speriamo che continui così. Molti e molte comunicano la loro gioia di essere genitori, madri e padri, così, solo per dirlo, con le parole più semplici e vere, semplici perché vere; sottolineando chi un aspetto chi l’altro, mostrando così tutta la poliedricità del mestiere più bello del mondo (come spesso è chiamato). E questo è positivo e arricchente.
Altri chiedono consigli. Li accogliamo tutti. A questo proposito ci piace suggerire che in alcuni casi anziché porre le domande sulla Bacheca, è possibile, con la medesima problematica, aprire delle nuove Discussioni e scambiare pareri anche più approfonditi. Per quanto concerne i temi di fondo, oltre a quelli precedentemente sottolineati, ormai molti pongono domande sull’affettività, e sull’intreccio sessualità-affettività. Questo è fatto sia in chiave pedagogica (quindi pensando ai figli), sia in chiave propria ed esistenziale (quindi, cercando risposte per se stessi). Sono temi importanti cui cerchiamo di rispondere, privatamente, o sulla piattaforma comune, a seconda di dove scrivono gli utenti. Sempre, però, ci teniamo a sottolineare come la sessualità umana sia differente da quella degli animali perché nella persona umana tocca la sua triplicità, quindi la fisicità, la psicologicità e la spiritualità. La sessualità umana non è quindi un gioco relegato al di fuori e al caso, ma tocca tutta la persona, per innestarsi nella dinamica d’amore.
Sono temi importanti e da approfondire poi personalmente con l’aiuto di guide sicure. Come si nota, si passa con molta rapidità da brevi pensieri a temi profondi. Ci sta! Va bene così! Le dinamiche affettive sono infatti in continuo movimento, non si fermano mai, nel bambino, nell’adolescente, così come nell’adulto e nell’anziano. Anche i nonni hanno una ricca affettività, non dobbiamo dimenticarlo. Non c’è età in cui smettiamo di amare e di essere amati per raggiungere la dinamica del dono e raggiungere conseguentemente, nel darsi, l’equilibrio interiore.
Pubblicato il 25 agosto 2010 - Commenti (0)
16 ago
Giusto per mantenere aggiornati sulla nostra pagina Facebook "Essere genitori", i fan sono aumentati ancora negli ultimi giorni di qualche centinaio di unità.
Fa piacere vedere mantenuti e migliorati gli ottimi livelli raggiunti. E non si tratta di sola quantità, ma anche e, direi specialmente, di qualità. Al di là dei tanti messaggi che riceviamo posti in bacheca, e di cui siamo a tutti grati, abbiamo suggerito un tema di grande rilevanza dal punto di vista psicologico, pedagogico ed affettivo: cioè il Parental Control e la sicurezza dei ragazzi on line. L’avanzare delle tecnologie impone un serio confronto su queste tematiche, diversi libri sono stati scritti al riguardo e Famiglia Cristiana ha dedicato spazio al tema, sia oggi sia in passato.
Gli interventi pervenutici sono concordi nel percepire il problema del controllo, nella consapevolezza che non si possono mettere porte alla campagna. C’è chi dice che i genitori possono controllare quello che vogliono, ma poi basta usare il computer dell’amico e i figli chattano quando e con chi vogliono e visitano tutti i siti che vogliono. Così come le ultime generazioni di telefonini permettono di collegarsi con estrema facilità. È chiaro che la problematica investe argomenti alla base del dialogo parentale, un dialogo che deve essere profondo e sincero, tra figli e genitori responsabili. Altrimenti non si può staccare la spina, togliere le pile di ricarica dei computer e imporre una sorta di silenzio mediatico. Rimedio inutile. Sarebbero ricercati altri strumenti comunicativi.
Proprio per questo ho aggiunto, però, «che il problema esiste. Perché a portata di uno o pochi click posso vedere tutto e interloquire con tutti. E non basta dire che intanto sono immagini o rapporti personali teorici. Perché le immagini e le chattate con sconosciuti rimuovono la sensibilità e l’emotività tanto quanto le cose reali. Sono tanti ormai i casi di adolescenti o preadolescenti o bambini che arrivano al punto di trovare difficoltà nel differenziare la realtà dal ‘reale immaginario’ che trovano in rete, con pericolo per la loro integrità psico-fisica e affettiva”.
C’è anche chi ha scambiato la pagina per luogo di possibili “incontri”. In questo caso non c’è stato bisogno di controllo perché i medesimi utenti hanno simpaticamente avvisato dell’errore: “sbagli posto”…
Chatta che ti fa bene!, quindi? No. Parla che ti fa bene, ascolta che ti fa bene, pensa che ti fa bene, divertiti sanamente che ti fa bene! Questo sì, perché ciò che davvero ciascuno cerca, anche nell’etere o nei ciberspazi, è in fin dei conti sempre un Tu adeguato al proprio Io, in grado di accogliere e restituire quell’affetto di cui siamo tutti capaci che ci porterà, passo dopo passo, ad amare ed essere amati senza misura.
Pubblicato il 16 agosto 2010 - Commenti (0)
03 ago
Abbiamo superato i 25.000 fan. Tanti o pochi? Sicuramente tanti, proprio tanti, e questo ci riempie di sana soddisfazione, perché comunicare e interfacciarsi con 25.000 persone su un tema bello e profondo come Essere genitori è cosa importante su più livelli. Questo ci dice anche che c’è bisogno di sapere, comunicare, chiedere e rispondere, confrontarsi su temi quali la genitorialità e quanto ha a che fare con essa. E poi scopriamo che in estate Facebook non va in vacanza.
Abbiamo cercato di stimolare alcune tematiche e le risposte o suggerimenti non si sono fatti attendere, così come ci siamo impegnati ad offrirne. Un problema è certamente quello delle uscite serali, collegato a quello, ben più complesso anche se apparentemente meno pericoloso (ma sta alla radice!), delle compagnie, amicizie, ecc. frequentate dai figli. Ho suggerito, cercando di rispondere ad alcune domande, che «a mio parere la responsabilizzazione va risvegliata anche al di fuori delle diatribe se uscire o no la sera. Così si riflette anche sulle serate fuori oltreché sul resto. E mamma e papà devono essere concordi in tutto, altrimenti se i figli si accorgono che sono discordi salta tutto per aria... Vera attenzione penso poi vada posta sui locali che frequentano i figli sapendo spiegare i pregi e i pericoli. Cioè bisogna saper spiegare (con un minimo di conoscenza) perché non si è d'accordo che frequentino certe discoteche, ecc. Senza rompere è anche opportuno conoscere che musica ascoltano, cosa leggono, dove vanno su internet; senza rompere cioè parlandone simpaticamente insieme; cioè senza ‘interrogatori».
Gli interrogatori vanno evitati perché altrimenti i figli si chiudono, e diviene difficile intervenire. Le preoccupazioni, amplificate anche da fati di cronaca, sono oggettive. I figli non si possono accompagnare in discoteca, però i genitori devono sapere quali musiche ascoltano e l’effetto che una notte in disco produce sulla psiche e sul fisico umani. Per questo ci sentiamo in diritto di rivendicare ancora una volta l’importanza di certi paletti, che vanno simpaticamente ma con fermezza posti, a riparo delle droghe e di altri fenomeni che possono accompagnare una serata “divertente”.
Al di là delle discoteche, il problema principale resta sapere quali sono gli amici dei figli. Può essere fuorviante classificare i buoni e i cattivi. Se invece cerchiamo di fornire idee chiare su chi “è degno” dell’amicizia del figlio, della figlia, qualche spiraglio di luce si apre. Perché il “degno” “non degno” (o come si voglia formulare) corrisponde, di fatto, a un’identità ricca di contenuti, ove genitori e figli possono insieme riconoscersi. Ancora una volta i valori divengono boe capaci di segnalare la via da percorrere. Ancora una volta la parola, malgrado la supertecnologia a disposizione, è regina, capace di comunicare contenuti indemandabili: e di questo le siamo grati.
Massimo Bettetini
Pubblicato il 03 agosto 2010 - Commenti (2)
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