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Mio figlio è su Facebook!

«Mio figlio è sempre collegato a Facebook: cosa posso fare?». «Mamma se apri il mio indirizzo Facebook puoi dire addio… al tuo computer! Addio computer…».

La prima è una domanda che spesso ci è posta; la seconda è una frase che spesso torna sulle bocche di ragazzi e ragazze, preadolescenti e adolescenti. Secondo alcune statistiche pare che la fascia di età che più utilizza Facebook sia quella tra i trenta e i cinquant’anni; ma a badare alla dinamica del reale l’età si sta abbassando notevolmente e sono sempre più i ragazzi che si riversano nel Social network.

Che fare?

Tempo fa ci è capitato un simpatico fatto: una madre chiedeva un consiglio per sua figlia e la stessa figlia ha intercettato la madre rispondendole per le rime. Significativo, e per certi versi divertente.

Ma i genitori sono giustamente preoccupati. I figli fanno a gara per chi ha più “amici”; ma chi sono questi amici? Quando un figlio chatta in Facebook, con chi chatta? Che cosa si dicono, quali immagini si scambiano, quali appuntamenti si danno?

Sono domande immense, anche se apparentemente innocue. “Immense” perché lì, proprio in Facebook, si riversa l’universo affettivo dei figli. E il tutto, nel bene e/o nel male, ricade realisticissimamente sulla loro pelle di ragazzi e ragazze in crescita. Allora ben venga la preoccupazione di mamme e papà.

I metodi per ovviare a questi problemi sono tanti, più o meno efficaci: porre il PC in una zona della casa solitamente frequentata da tutti (un angolo del salotto, ecc.), scaricare programmi che blocchino certi contenuti, ma, diciamolo col proverbio, non si possono mettere cancelli alla campagna, così come non possiamo mettere cancelli alla fantasia.

Gira e rigira, la vera fonte capace di dettare il comportamento di piccoli e grandi è ancora una volta il cuore dell’uomo.

Facebook è uno strumento. Nato simile a un gioco, e forse nato per gioco, è ora uno degli strumenti comunicativi più frequentato al mondo. Ma la comunicazione avviene sempre tra esseri umani che sono chiamati a donare parte di se stessi a un Tu cui si stanno dedicando. I contenuti, allora, rispecchieranno sempre l’Io, che ricade narcisisticamente su di sé, o che diviene capace di parteciparsi agli altri.

E i figli troveranno aiuto e indicazioni sulle direzioni da seguire se sapranno fare tesoro dell’esempio di genitori esemplari.

Pubblicato il 22 giugno 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

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Massimo Bettetini

Massimo Bettetini, 45 anni, è psicoterapeuta, psicologo della fiaba, poeta.
 Da anni si dedica al mondo della famiglia, dell'adolescenza, dell'editoria, amalgamando al lavoro "sul campo"
 quello di scrittore.

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