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Perfezionistica miopia

Se precedentemente ci siamo soffermati sull’insieme delle ultime Discussioni, questa volta vogliamo focalizzarne una che offre gli addentellati per molti temi centrali in ambito pedagogico. Stiamo parlando della cosiddetta “pubblicizzazione” dei figli da parte dei genitori; cioè di tutte quelle volte in cui un padre o una madre esaltano quasi all’esasperazione le doti dell’uno o dell’altro figlio, perché come le fa lui, le cose, non le fa proprio nessun altro. A nuoto è il migliore del suo corso; sembra nato/a con gli sci ai piedi; a scuola neppure se ne parli; ha sette anni e l’inglese è già la sua seconda lingua.

    A parte le miopia di questi genitori, il figlio o la figlia diventano insopportabili ai propri amici con ricadute nella sfera psicologico-affettiva e sociale, per poi rischiare di divenire insopportabili a se stessi. Praticamente perfetti, al primo ruzzolone che la vita offrirà da par suo, cadranno e difficilmente sapranno rialzarsi se non cercando consolazioni di seconda mano, di serie B. Socialmente, queste persone hanno in genere pochi amici, salvo poi soffrirne quasi patologicamente la mancanza nel momento del bisogno. Come gli innamorati che non hanno mai litigato, si sposano così rigidamente perfetti che alla prima incrinatura si spezzano.

     Un completo disastro, insomma. Da dove ripartire? Ci ha fatto piacere constatare come gli interventi nell’area Discussioni fossero più volti a un sano e ironico realismo che ad altro. La vita in tutte le sue articolazioni, infatti, tende a formare la gente: l’importante è saperne leggere i segni, le indicazioni, e riportarle a una progettualità pedagogica precisa, ma tanto elastica da saper giostrare con la fantasia della vita stessa.

     Per questo a interventi come: “Sono d’accordo con voi due! (vedi che ancora non si è levato un polverone?), anzi penso sia così azzeccata [in senso ironicamente negativo, ndr] quella frase sull’autocompiacimento ostentato del genitore nei confronti degli altri (genitori) ‘guarda come sono stato bravo a tirar su questa meraviglia!’.

     “Inoltre è una sorta di mancanza di rispetto e di superbia nei confronti di chi i figli non li ha ‘splendidi’ e ‘bellissimi’ almeno, fisicamente ma anche chi tribola e soffre perché le strade dei figli a una certa età non seguono l’esempio dei genitori e le influenze del mondo attorno sono (s)travolgenti”.

     Ho cercato di rispondere: “Per fortuna non esistono figli supereroi. Poi, frequentemente, il figlio che sembrava più impacciato e un po’ bestia, si scopre che è quello che ha saputo fare più esperienza di tutte le cose e diviene solido appoggio per tutti. Mentre tanti ‘praticamente perfetti’ a un certo punto scoppiano e diventano vittime dei disturbi più complessi. Impossibile giudicare. Possibile divenire sempre più talent scout, scopritori di talenti: perché è vero che se uno può dare 5 e io gli chiedo 10 mi darà 7”.

     L’affetto che tutto modella deve quindi modellarsi alla realtà per saper condurre i figli alla maturità del tempo dove, nella normalità, sapranno splendere e far fruttare al mille per cento i propri talenti.

Pubblicato il 09 novembre 2010 - Commenti (0)

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Massimo Bettetini

Massimo Bettetini, 45 anni, è psicoterapeuta, psicologo della fiaba, poeta.
 Da anni si dedica al mondo della famiglia, dell'adolescenza, dell'editoria, amalgamando al lavoro "sul campo"
 quello di scrittore.

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