25/11/2012
Giulia Bongiorno e Mara Carfagna (Ansa).
Le opportunità non sono pari, nemmeno a guardarle dallo scranno di un Tribunale. Quando chi commette un reato lo fa abusando della propria forza o del proprio potere le donne sono solo vittime. Quando le donne passano in un'aula spesso è perché un reato si è consumato, il più delle volte sul loro corpo. Se finiscono in prigione, le donne, invece, è soprattutto per aver violato la legge contro la droga o per reati contro il patrimonio: spaccio, furtarelli. Microcriminalità. Crescono invece al ritmo di uno ogni due/tre giorni gli omicidi delle donne per mano di uomini che conoscevano. Una sproporzione di genere enorme, in grandezza e numeri, quella fotografata dai dati sui detenuti aggiornati al 30 giugno dal Ministero della giustizia.
E intanto, in questi giorni, fa discutere in Parlamento, il progetto di legge, elaborato da Giulia Bongiorno (Fli) e subito accolto da Mara Carfagna (Pdl), che propone di introdurre un'aggravante specifica nell'articolo 576 del Codice penale, per punire con il carcere a vita chi uccida dopo anni di maltrattamenti e chiunque uccida «in reazione a un'offesa all'onore proprio o della famiglia di appartenenza o a causa della supposta violazione, da parte della vittima, di norme o costumi culturali, religiosi o sociali ovvero di tradizioni proprie della comunità d'origine», caso che si adatta alle giovani straniere uccise da parenti, per presunti costumi troppo occidentali.
Pensando soprattutto a tutelare le parti deboli nell'immigrazione, si propone di introdurre anche un reato specifico di «matrimonio forzato» per punire con il carcere da uno a cinque anni chiunque forzi o costringa qualcuno a contrarre matrimonio contro la propria volontà. Lo stesso vale per chi attira con l'inganno in un'altro paese una persona per costringerla a sposarsi. In caso di approvazione quel matrimonio sarebbe nullo per la legge italiana.
Sono arrivati subito sostegni trasversali dalle donne del Parlamento: Elsa Fornero, Laura Puppato, Barbara Saltamartini. Altre però, come la senatrice Pd che propone un suo progetto alternativo, ritengono che una legge siffatta sia troppo orientata all'aspetto penale, dunque repressivo, e non abbastanza alla prevenzione. Si discuterà a lungo ma la legislatura è agli sgoccioli. Il tempo è poco.
Elisa Chiari
a cura di Elisa Chiari