03/04/2012
In Cina e India il rapporto numerico tra i due sessi ha iniziato ad impennarsi a favore di quello maschile (foto Corbis).
La sex ratio, il rapporto numerico tra i due sessi, in natura è di 105 neonati maschi ogni 100 femmine, con leggere oscillazioni, che la scienza non è ancora riuscita a spiegare, legate a diversi fattori, dalla dieta materna all’etnia o allo status dei genitori. Quando si interviene artificialmente, attraverso l’aborto, il rapporto numerico s’impenna a favore dei maschi fino a raggiungere uno sbilanciamento ancora maggiore per i secondogeniti e i terzogeniti.
Negli anni Ottanta, in Cina e India il rapporto numerico tra i due sessi ha iniziato ad impennarsi a favore di quello maschile. Invece di 105 maschi ogni cento bimbe femmine, hanno cominciato a nascerne 108, 110, 115, 120.
Nel 1990 fu il guru liberal Amartya Sen, premio Nobel per l’Economia, a lanciare l’allarme sulla New York Review of Books: «Almeno 100 milioni di bambine sono state cancellate in seguito a infanticidi o aborti selettivi di feti femmine». Quindici anni dopo Sen ha aggiunto: «L’aborto selettivo è l’ultima delle discriminazioni. Una discriminazione “high-tech”».
In sostanza, per il primo figlio ci si affida al caso, ma se il maschio non arriva al primo tentativo, si cerca di fare in modo di avere il genere desiderato uccidendo quello indesiderato. In Cina, ad esempio, la sex ratio era di 108 maschi contro 100 femmine fra il 1985 e il 1989, è salita a 124 tra il 2000 e il 2004, per scendere a 119 nel 2005. Oggi all’appello mancano 40,9 milioni di bambine in Cina, 39,1 in India, 4,9 in Pakistan, 2,7 in Bangladesh, 5,5 milioni nell’Africa sub-sahariana e 1,3 in Egitto. In Occidente, a preoccupare i demografi è la regione del Caucaso che dopo il crollo dell’Unione Sovietica ha conosciuto un aumento notevole della sex ratio. In Armenia è di 114, in Azerbaijan ha superato quota 116 e la Georgia, caratterizzata da numerose oscillazioni, si attesta su 111.
Antonio Sanfrancesco