28/03/2013
Foto di Stefano G. Pavesi/Contrasto.
«Un annuncio che ci ha colto di sorpresa e che ci ha subito emozionati». Don Gaetano Greco, cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo, racconta che i ragazzi, «48 in tutto fra maschi e femmine, tra cui anche musulmani e ortodossi, hanno accolto con gioia e stupore l’annuncio della visita del Papa. Siamo rimasti spiazzati, ma
poi ci siamo subito messi a lavorare per preparare
l’incontro».
– Non è la prima volta che un Papa viene a
visitare il carcere minorile...
«No, io sono qui dal 1981. L’anno prima
era venuto Giovanni Paolo II. Poi, nel 2007,
venne Benedetto XVI. C’era stata però una
preparazione di mesi. Anche se, forse, i pochi
giorni di preavviso ci sono serviti per metterci
nello spirito di papa Francesco: non c’è stato
il tempo per preparare grandi cose e quindi
è tutto all’insegna della semplicità, privilegiando
il rapporto personale e le relazioni
del vescovo di Roma con i suoi ragazzi».
Foto di Stefano G. Pavesi/Contrasto.
– Quali sono stati i frutti della visita di Benedetto
XVI?
«Innanzitutto quella visita fu la rivelazione
di un aspetto sconosciuto di papa Ratzinger, perché il grande teologo,
la persona che tutti pensavamo austera e quasi fredda, coni ragazzi fu
di una semplicità unica, fu un vero padre, molto accogliente.
Quell’incontro fu il richiamo alla fede e a valori fortissimi che, in
certe circostanze, alcuni avevano messo da parte. Questi valori sono
riemersi fortemente e oggi molti di loro, anche grazie alla riflessione
suscitata da quell’incontro,sono fuori dai circuiti del disagio e delle
difficoltà».
– Cosa vi aspettate che accada dopo la visita di Francesco?
«Che la società faccia marcia indietro rispetto alla tendenza attuale.
Si pensa che punendo e rinchiudendo si risolvano i problemi. Invece su
questi ragazzi, che sono l’anello più fragile della società, bisogna
investire in stimoli nuovi. Questo paga per il recupero e spero che, con
la visita di papa Francesco, arrivi alla società il messaggio che
questi ragazzi hanno bisogno di essere accompagnati e guidati verso il
giusto, verso il bello della vita».
Annachiara Valle