13/03/2013
Foto Reuters.
Anch’io, come tante altre persone, sogno in questo momento una Chiesa che si metta in questione e che si rinnovi, cercando vie nuove per incontrare ogni persona creata e amata da Dio. Una Chiesa capace di offrire il dono di una parola, di una vicinanza, di un conforto perché nessuno si senta solo, escluso o smarrito, ma parte di una grande famiglia.
La Chiesa che vorrei dovrebbe essere sempre più concepita come comunità di servizio, dove i pastori abbiano il coraggio di indossare il grembiule della ferialità e non solo i paramenti liturgici delle solennità, simbolo di un’autorità che serve, ascolta, partecipa, cerca e accoglie soprattutto gli ultimi e gli esclusi,gli emarginati e i disperati.
Sogno una Chiesa pellegrina sulle strade del mondo per incontrare, come Cristo, i poveri di oggi e annunciare che il Regno di Dio appartiene proprio a loro.Sogno una Chiesa che sappia fare scelte coraggiose e che non abbia paura di incontrare gente di ogni razza e lingua, uomini e donne che nella vita quotidiana incarnano la novità evangelica.
Suor Eugenia Bonetti.
I laici sono la grande ricchezza che la Chiesa ha bisogno di riscoprire e valorizzare giacché ogni credente
è parte di una «stirpe eletta,sacerdozio regale, nazione santa»
(1Pt2,9). E sogno una Chiesa che sia capace di accogliere e valorizzare
la presenza e le capacità delle donne a tutti i livelli: nella
formazione dei giovani sacerdoti, nei consigli presbiterali, nei luoghi
di pensiero, di responsabilità e di servizio, iniziando dall’uso di un
linguaggio inclusivo.
Chi più della donna potrebbe aiutarci a capire il significato di una “Chiesa come Madre”,
lei che per vocazione emissione è chiamata a essere genitrice e
portatrice di vita? Solo così potrebbe presentarsi davvero con un volto
di Madre per un’umanità nuova come Cristo l’ha pensata e voluta. Da
molti anni, lamia vita missionaria è ricca di contatti e di impegni in
favore di tante persone,specialmente donne, con le loro aspirazioni e le
loro rivendicazioni, con il loro desiderio di essere maggiormente
valorizzate nel tessuto sociale e familiare, di governo e di Chiesa.
Più volte mi sono chiesta quali potrebbero essere le conseguenze e
l’impatto di un Sinodo speciale «sulla donna, per la donna e con la
donna». Non potrebbe cominciare da qui l’inizio di un vero cammino di cambiamento?
Suor Eugenia Bonetti,
Missionaria della Consolata,
responsabile
dell'Ufficio tratta dell'Usmi