Come cambia la Chiesa nel mondo digitale

La terza giornata del Congresso della stampa cattolica in Vaticano. Il Web 2.0 ha “rubato” l’idea della comunità. E non è più possibile ignorare la Rete.

06/10/2010
Sandro Magister, curatore del sito www.chiesa.espressonline.it, con notizie, analisi e documenti sulla Chiesa cattolica, e autore del blog "Settimo cielo" sull'Espresso.
Sandro Magister, curatore del sito www.chiesa.espressonline.it, con notizie, analisi e documenti sulla Chiesa cattolica, e autore del blog "Settimo cielo" sull'Espresso.

È l’interattività la principale sfida che l’editoria cattolica si trova ad affrontare nel suo cammino all’interno del mondo digitale. Lo ha detto con forza Jesus Colina, direttore dell’agenzia Zenit, intervenendo all’odierna tavola rotonda nel Congresso della stampa cattolica, organizzato a Roma dal Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali.

    «La Rete è cambiata negli ultimi sei anni, il Web 2.0 ci ha “rubato” l’idea della comunità, ma la Chiesa e la stampa cattolica non se ne sono accorte e si impegnano poco in questa nuova opportunità di incontro», ha sottolineato Colina, il quale ha anche proposto un incisivo confronto: «Sul web i protestanti ascoltano, i cattolici parlano!».

    Internet «è una cassa di risonanza importante e talvolta inquietante», ha spiegato Antoine-Marie Izoard, direttore dell’agenzia I.Media, «ma non lo si può ignorare, in quanto oggi crea l’informazione, la libera e la corregge ». Per i mass media, ha suggerito, «può avere una ulteriore funzione: un richiamo per nuovi lettori e una opportunità per contattare nuovamente vecchi lettori e abbonati».

    Raccontando la propria esperienza come curatore di www.chiesa.espressonline.it, Sandro Magister ha indicato nell’integrazione fra il cartaceo e il web una necessità ormai ineludibile. «Occorre curare maggiormente la scrittura, per andare al di là del semplice blog», è stato il suo suggerimento.

    «Dare avvio a un blog non è sufficiente per comunicare la Chiesa», ha aggiunto Daniel Arasa, professore di Comunicazione digitale nella pontificia università della Santa Croce, «in quanto, se non si è capaci di gestirlo, si crea soltanto un ulteriore “rumore cattolico”». Il giornalismo on line, ha proseguito, «non può limitarsi all’informazione, ma deve essere arricchito da una rete di servizi, che per l’editoria cattolica rappresentano un importante punto da sviluppare». Nel contempo «è necessario che i mass media cattolici trovino il loro linguaggio per il Web, evitando di riproporre banalmente quello del testo scritto su carta».

Saverio Gaeta
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