I cattolici e le frottole sul Papa

La Rete si è riempita di gente convinta che il Papa avesse dichiarato i gay nemici della pace e che avesse "benedetto" la speaker del Parlamento dell'Uganda.

15/12/2012
Papa Bendetto XVI (Reuters).
Papa Bendetto XVI (Reuters).

"Il 12 dicembre il Papa ha fatto un passo verso la modernità mettendosi a twittare, peccato che il giorno dopo sia tornato al medioevo più buio, benedicendo in Vaticano Rebecca Kadaga, promotrice ugandese della pena di morte nei confronti dei gay del suo paese. La ciliegina sulla torta è arrivata oggi, quando ha affermato che le nozze gay siano "un'offesa alla persona, una ferita alla pace". Io davvero sono basita e, sebbene cattolica, mi sento lontana anni luce dal pensiero del papa, non capisco come l' affermazione di un legittimo diritto di una minoranza possa essere offensivo nei confronti della famiglia tradizionale".



Ripubblico integralmente questo commento, arrivato sul nostro sito a firma Stregatta, perché assai indicativo di un "costume" italiano che non potrà mai essere abbastanza stigmatizzato. Stregatta ha mandato, ieri, anche un altro post, in cui ci sfidava (non si capiva bene se noi di Famigliacristiana.it in quanto giornalisti o in quanto cattolici) a commentare la presunta benedizione di Rebecca Kagada, speaker del parlamento dell'Uganda, da parte di Benedetto XVI. Bene, ci provo io.

Cara Stregatta,

essere cattolici, come Lei si dichiara, non esime dall'informarsi meglio quando si vogliano criticare affermazioni o azioni vere o presunte di chicchessìa, Benedetto XVI ovviamente compreso. I suoi post riprendevano infatti pari pari, senza alcuno sforzo di verifica, una serie di stupidaggini propalate dai soliti giornali che da molto tempo conducono una becera campagna contro la Chiesa cattolica, quella sì degna dei tempi più bui della nostra storia.

Mi consenta una breve disgressione. Ricorda quando certi giornali ci spiegarono, con abbondante uso di fonti aninime, che padre Georg Gänswein, segretario privato di papa Benedetto XVI, fosse stato gravemente compromesso dallo scandalo Vatileaks? Bene. Ora padre Georg è diventato prefetto della Casa Pontificia e arcivescovo, alla faccia della compromissione. Troverà Lei una qualche ammissione di colpa sui giornali? No di certo. Nè la troverà sulla caterva di sciocchezze dedicate al tema "Chiesa e Ici" o "Chiesa e Imu", sulla base del falso assunto che "la Chiesa non paga le tasse".

E non la troverà nemmeno sulle due fanfaluche che Lei ha preso per buone a proposito dei gay e della Kagada. Intendiamoci: Lei non è certo l'unica, ieri la Rete era piena di queste bufale. Perché, cara Stregatta, nel messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della Pace non v'è traccia dell'affermazione che Lei cita tra virgolette e che tanto la scandalizza (le nozze gay come offesa alla pace): niente, nulla, zero, nada de nada. Se cliccherà sulle parole seguenti, potrà verificare di persona il testo del Messaggio, peraltro già ieri facilmente rintracciabile sul sito del Vaticano, www.vatican.va, e anche,
altro link, su Famigliacristiana.it

E allo stesso modo non è vero che Benedetto XVI ha "benedetto" Rebecca Kagada, speaker del Parlamento dell'Uganda. Il Papa ha incontrato la Kagada, che guidava una folta delegazione di parlamentari e magistrati dell'Uganda giunta a Roma per partecipare alla Settima Assemblea dei Parlamentari della Corte Internazionale dei Crimini e alla Conferenza Mondiale dei Parlamentari per i Diritti Umani, al termine di una funzione religiosa cui hanno partecipato migliaia di altri pellegrini. Un saluto, nessuna benedizione, come capita in questi casi alle delegazioni di un certo rilievo.

Solo una congrega di falsari dell'informazione poteva mettere insieme, per vendere qualche copia in più, la bugia delle "nozze gay ferita alla pace" con la "benedizione alla Kagada". Solo un pubblico prevenuto poteva prenderle per buone. E, mi perdoni, solo dei cattolici molto ingenui potevano prenderle per buone.

A completamento di questa nota, aggiungo che:
1. la legge contro gli omosessuali in discussione in Uganda (dove l'omosessualità è già reato) NON prevede più la pena di morte, che era invece prevista in una stesura precedente nel caso di rapporti sessuali tra omosessuali HIV-positivi e di rapporti tra omosessuali con minori o disabili. Il che non toglie, ovviamente, che la legge in discussione sia comunque inaccettabile.
2. Rebecca Kagada, che pure si è detta a favore della legge, NON è la promotrice del provvedimento, che è stato invece avanzato dal parlamentare ugandese David Bahati.

Cordiali saluti
   

Fulvio Scaglione
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Postato da giannifilex il 03/01/2013 00:12

purtroppo troppi cattolici giudicano a "priori" ;senza conoscerere, abbeverandosi ad una sola fonte e così ogni notizia che vada contro la Chiesa va subito bene.E pensare che già solo leggendo il Vangelo c'è qualcosa sui "giudizi"........Per non parlare del Papa ,che in genere quando muore si comincia a capire che forse non era così cattivo

Postato da sorriso il 29/12/2012 18:04

Poiché il cognome di Rebecca non aiuta noi italiani, vi invito a prestare attenzione a quando scrivete il cognome: Kadaga.

Postato da andom il 23/12/2012 13:07

Branda, possibile che non ti sei accorta che Cippus stava facendo una battuta sarcastica sulle foto di Pinochet ovvero che Cippus stava dalla tua stessa parte? Se poi vogliamo parlare di foto bufale basta ricordare quelle con il Papa con il 'saluto nazista'.

Postato da andom il 22/12/2012 07:42

gentile FC, la politica ugandese si chiama Kadaga e non 'Kagada' come avete scritto.

Postato da branda il 20/12/2012 19:12

@ folgore, brunoi, ci sone foto, filmati e altri testimoni. Ma non basta una sola prova?

Postato da brunoi il 20/12/2012 12:28

@branda,mi auguro possa fare uno studio meticoloso anche sulle foto che ritraevano il Papa accanto a Fidel Castro sui palchi e sui terrazzini di Cuba. Cmq io non mi scandalizzo ne per quelle che ritraggono il Papa accanto a Pinochet,ne per quelle che lo ritraggono con Castro o altri dittatori.Il Papa dialoga con tutti e non nega il saluto a nessuno. La gente sa' che il Papa pensa diversamente da loro. Penso che Lei vada sempre alla ricerca di particolari per mettere in cattiva luce la Chiesa e il Papa.

Postato da folgore il 20/12/2012 11:04

@Postato da branda il 18/12/2012 11.12 Ma Jorge Rafael Videla Redondo, ovvero l'ex militare argentino, che fu dittatore e presidente de facto del suo paese tra il 1976 e 1981, ha EVENTUALMENTE portato delle PROVE di quanto affermato? Perché altrimenti si tratta di mere dichiarazioni che certo non sono da tenere in massima considerazione, anche tenuto conto della situazione legale dello stesso.

Postato da folgore il 20/12/2012 10:52

Vicedirettore, a volte (tante) sono in disaccordo colla vostra linea "politica", ma ora non posso che essere d'accordo. Il Papa parla, in quel caso, principalmente dell'aborto e di quanto attenta alla vita umana. Poi fa un breve paragrafo circa il matrimonio, e poi riprende a parlare dei "principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa." Ora quando parla di "principi" non si riferisce certo al paragrafo precedente, ove parla di "tentativi". Si riferisce a quello ancora precedente in cui parlava di ABORTO ed EUTANASIA. Però a volte mi cadon le braccia pensando che qualcuno non legge quello che dice il Papa, ma quello che alcuni giornalisti od opinionisti affermano lui abbia detto. Ma siamo seri, non mi sembra una news nella linea della Chiesa. Non si può certo né pensare che la Chiesa, dopo che il suo Fondatore ha detto che le sue parole non passeranno, ora si metta a stravolgere il pensiero del Vangelo e della Bibbia. Sia per la morale che per quanto riguarda aborto od eutanasia. E non si tratta certo di una news del Papa, in quanto da sempre questa è stata la logica della Chiesa. "Sento – diceva la Beata Madre Teresa di Calcutta - che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l'aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa." Aggiungendo un "se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c'è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me.". Come non dimenticare quell’accorato appello del Beato Giovanni Paolo II “Chi cerca la pace difenda la vita”? Quindi perché tanta meraviglia per una frase simile? L’unica mia speranza, che però rimarrà forse un desiderio irrealizzabile, una pia illusione, sarebbe quello che notare che taluno, prima di criticare un pensiero papale, si leggesse quello il testo originale che si vuole commentare….

Postato da santrev il 19/12/2012 18:42

Ero convinto che il cambiamento introdotto da Papa Giovanni XXIII attraverso il Concilio, fosse solo l'inizio di un grande cambiamento. Purtroppo ho constato che quello é stato solo un momento. Quella segnalata da @branda é una testimonianza concreta di che cosa é veramente la gerarchia ecclesiastica, quella che manipola il potere della chiesa dai palazzi vaticani. Da dove poi si lanciano proclami a favore della vita difronte a casi come quelli di Eluana Englaro. Oggi il Papa é stato frainteso sul tema della pace e dei gay, cosa che invece non é accaduta sul tema segnalato da @branda visto il silenzio del Papa su questo argomento é stato totale! D'altra parte anche sulla lettera trafugata dal maggiordomo e scritta da padre Carron di CL e indirizzata al Pontefice, non abbiamo sentito un solo commento, cosa che avrebbe interessato più di qualche credente visto che si sparlava di persone importanti come il card. Martini e il card. Tettamanzi. Forse il nostro Papa ha qualche difficoltà con la nostra lingua visto che già si era parlato di fraintendimenti quando egli aveva parlato del preservativo. Anche nella politica italiana questi fraintendimenti si sono spesso manifestati, in particolare con un politico specifico. Non vorrei fosse un male dei giorni nostri, che si sta pian piano diffondendo.

Postato da viaggiatore il 19/12/2012 18:41

L'errore è sempre in agguato, e spesso evitarlo è molto semplice. Difatti io stesso ho potuto ascoltare in diretta radiofonica durante la lettura di un quotidiano la notizia secondo la quale il Papa accusava i gay di essere ostacolo alla pace. Commento del giiornalista: Cosa centrano i gay con la pace? Osservazione finale dello stesso giornalista: il Papa con queste "uscite" semina solo zizzania e guerra, altro che pace! Andando sul sito della Santa Sede non è stato difficile leggere il testo incriminato. Difficile invece è stato riuscire a trovare relazione con le parole di fuoco contro il Papa. Per me, tutta una montatura. Facile da smontare. Chiaro il senso delle parole del Papa, a mio avviso. Pane al pane e vino al vino. Il matrimonio è una cosa, le relazioni extra-matrimonio un'altra. Non confondiamole! Poi se ne potrà parlare... si, perchè un giorno o l'altro dovrà iniziare un dialogo anche con questi figli e figlie di Dio. Dialogare. Che piaccia o no. Altrimenti? Altrimenti si perderanno, la Chiesa perderà loro e i piccoli che accudiscono già ora, o che un giorno, sicuramente accudiranno, alla faccia di leggi o divieti o scomuniche o della nostra disapprovazione. A presto

Postato da brunoi il 19/12/2012 12:30

vorrei sottolineare che nei paesi dove é stato proposto il matrimonio omosessuale si sono dichiarati contrari anche esponenti del mondo laico.In Francia per esempio sono contrari anche molti esponenti socialisti,dei movimenti femministi e anche dei membri dei movimenti gay che ritengono gia' sufficienti le unioni civili senza adozione dei bambini. Gia'i bambini! Perche'non parliamo anche dei loro diritto a crescere con la figura del padre e della madre?

Postato da brunoi il 19/12/2012 12:18

Branda, ma pensa davvero che l'ex dittatore argentino.Jorge Videla dica la verita'? Non crede che accusando le gerarchie ecclesiastiche di complicita' con il regime militare cerchi di alleggerire le sue responsabilita'? Troppo facile accusare persone ormai morte e che non possono difendersi come in nunzio apostolico Pio Laghi,persona stimata a livello internazionale. Ma anche queste illazioni fanno parte della campagna anti-chiesa come ha ben specificato Fulvio Scaglione.

Postato da B'Rat il 18/12/2012 18:25

Gentile Fulvio Scaglione, grazie mille del servizio che fa alla Chiesa con la sua precisazione. In effetti avevo posto la questione dell'incontro con la Kagada al vaticanista Andrea Tornielli e pure lui aveva negato la benedizione. Tuttavia devo dire che mi rimane ancora un punto oscuro... probabilmente la notizia è stata generata dallo stesso comunicato del parlamento ugandese, che parla addirittura di benedizione DURANTE la messa... www.parliament.go.ug/new/index.php/about-parliament/parliamentary-news/147-speaker-kadaga-receives-blessings-from-the-pope-at-vatican-mass Sa spiegare come mai sia presente questa (non) notizia?

Postato da branda il 18/12/2012 16:00

@ Cippus Partiamo da un’intervista al cardinale gesuita Roberto Tucci intitolata “Quando Pinochet ingannò Wojtyla” e pubblicata su Avvenire subito dopo la beatificazione di Wojtyla stesso. Tucci, che fu l’organizzatore del controverso viaggio pontificale del 1987 in Cile, racconta che il sanguinario dittatore tese una vera e propria trappola mediatica al papa: “Lo fece affacciare con lui al balcone del palazzo presidenziale, contro la sua volontà, cambiando, senza averlo concordato, il percorso del cerimoniale”. Quell’episodio deve tormentare parecchio i sonni dell’ex direttore di Civiltà cattolica e della Radio vaticana, che ne aveva parlato già il 23 dicembre del 2009, in un’altra intervista, questa volta all’ancora più altolocato Osservatore romano, nella quale il presunto inganno di Pinochet veniva spiegato ancora meglio nel dettaglio: “Ci prese tutti in giro. Noi del seguito fummo fatti accomodare in un salottino in attesa del colloquio privato. Secondo i patti – che avevo concordato su precisa disposizione del Papa – Giovanni Paolo II e il presidente non si sarebbero affacciati per salutare la folla. Wojtyla era molto critico nei confronti del dittatore cileno e non voleva apparire accanto a lui. Io tenevo sempre d’occhio l’unica porta che collegava il salottino, dove eravamo noi del seguito, alla stanza nella quale erano il Papa e Pinochet. Ma con una mossa studiata li fecero uscire da un’altra porta. Passarono davanti a una grande tenda nera chiusa – ci raccontò poi il Papa furioso – e Pinochet fece fermare lì Giovanni Paolo II, come se dovesse mostrargli qualcosa. La tenda fu aperta di colpo e il Pontefice si ritrovò davanti il balcone aperto sulla piazza gremita di gente. Non poté ritrarsi, ma ricordo che quando si congedò da Pinochet lo gelò con lo sguardo.” Ora, come ha spiegato impassibilmente Sandro Magister nel suo blog Settimo cielo, i filmati che sono pubblicamente reperibili dell’evento (vedi questo nel finale e questo all’inizio) sembrano mostrare un altro svolgimento dei fatti: “Non ci fu alcun cambio imprevisto di stanza. Il presidente accolse da subito il papa a fianco del balcone che dava sulla piazza. La ‘tenda nera’ era già aperta e faceva già intravedere la folla. Terminate le presentazioni, all’invito di Pinochet di affacciarsi dal balcone, il papa annuì e si diresse senza visibili tentennamenti verso di esso”. Certo anche i filmati, come le foto, vanno interpretati con cautela, anche se in questo caso la testimonianza visuale sembra lasciare pochi dubbi. Dovunque stia la verità di quegli attimi, resta però una domanda: perché è così importante spiegare in un modo o nell’altro quell’uscita sul balcone, al punto da richiedere difficoltose ricostruzioni scagionatrici che rischiano addirittura di far passare un pontefice di grandissimo intuito storico e politico per un ingenuo? La visita di Giovanni Paolo II in Cile non fu certo un evento improvvisato: il papa sapeva bene chi era l’uomo che lo avrebbe accolto. E i cileni e il mondo li videro assieme fin da quando Pinochet andò ad accoglierlo all’aeroporto, e poi dopo, nel cortile della Moneda dove Wojtyla impartì la benedizione al tiranno, alla sua famiglia e ai suoi gerarchi, e ancora dopo, quando i due si salutarono con una stretta di mano, tutti momenti che non furono certo strappati al papa con l’inganno, e tutti momenti abbondantemente fotografati e filmati. Perché dunque il balcone deve fare la differenza, perché ci si affanna a tutti i costi per dimostrare che quell’apparizione fra tutte venga fatta passare per un sotterfugio la cui responsabilità è tutta del furbo dittatore? Io avanzo un’ipotesi semplice. Perché quando Wojtyla uscì sul balcone al fianco di Pinochet, il contesto improvvisamente cambiò: se fino a quel momento, e subito dopo, ogni dettaglio della visita del papa faceva parte della dura realpolitik vaticana, pronta ad accettare compromessi e accostamenti sgradevoli (in fondo Wojtyla andò anche a Cuba) pur di farsi aprire le porte di un paese e l’accesso ai fedeli che ci vivevano, quei trenta secondi di apparizione sul balcone del palazzo presidenziale furono l’irruzione momentanea e dirompente di tutta un’altra cosa, di tutto un altro spazio, di un’altra dimensione politica: quella della rappresentazione. Dalle sottigliezze della diplomazia all’unvocità dell’icona, dalle contraddizioni della storia alla solidità del simbolo destinato a durare, a imporsi, a spadroneggiare. Dalla realtà alla fotografia: quella sul balcone era una fotografia già scattata prima dello scatto, premeditata e programmata accuratamente da un dittatore consapevole della potenza delle immagini, un dittatore fotografo. Per forza: quell’icona così icastica e semplice, da santino, da pala d’altare (il vicario di Cristo in bianco spalleggiato dal nero Cesare dell’America Latina), per il regime fascista cileno valeva l’intera visita papale, forse ne era il segreto obiettivo, era tutto ciò di cui Pinochet aveva fortemente bisogno per confermare la disgustosa retorica cristianista di cui infarciva i suoi discorsi da macellaio. A questo punto, che Wojtyla sia stato costretto, ingenuamente ingannato, o invece per qualche ragione disposto a concedergli anche questo potentissimo accredito, non conta più così tanto di fronte al fatto che quell’icona è stata effettivamente prodotta, e che abbia funzionato come doveva, nel modo più completo e soddisfacente possibile. Ed ecco perché secondo me ha funzionato più di ogni altra fotografia di quei giorni. Quel saluto benedicente alla folla, quel sorriso a braccia aperte, dall’alto, sono gesti che i cristiani riconoscono all’istante, perché li conoscono bene, avendoli visti ripetere dal papa pressoché ogni domenica, sempre dal basso in alto, in una ambientazione del tutto analoga: dalla finestra della residenza pontificia che affaccia su piazza San Pietro. Ecco, in quel momento, con quel gesto simbolico, che sovrapponeva a un luogo profano e macchiato di violenza un luogo sacro e familiare ai fedeli di tutto il mondo, una similitudine immediatamente congelata in effigie dalla fotografia che sancisce quella fortissima, subliminale identità iconica tra due ambiti così lontani; in quel momento e come attore di quella imamgine, dicevo, Wojtyla riconsacrò il palazzo della Moneda ancora bagnato del sangue di Salvador Allende, a beneficio dei suoi nuovi padroni. Per quanto la Chiesa sia maestra, da secoli, nella creazione e nella gestione di immagini persuasive, sono disposto a pensare che la potenza di quella icona sia apparsa sgradevolmente evidente alle gerarchie solo quando il regime ne fece l’uso che sperava e programmava di farne. Ecco da dove vengono, a mio parere, i ripetuti quanto insufficienti tentativi di sconsacrare a posteriori questa immagine, di scomunicarla attribuendole una genesi spuria e quasi “diabolica”, facendola passare come il frutto avvelenato di un perfido inganno di Satana, nelle vesti di dittatore fotografo, nei confronti della sua innocente fotogenica vittima. Adesso mi dica, Cippus, quali sarebbero questi media menzogneri e quali le sue fonti?

Postato da branda il 18/12/2012 11:12

L’ex dittatore argentino, Jorge Videla, rivela le pesanti complicità delle gerarchie ecclesiastiche con il regime militare. Intervistato in carcere, ha fatto presente come l’allora nunzio apostolico Pio Laghi e l’ex presidente della Conferenza episcopale di Argentina Raul Primatesta, assieme ad altri vescovi, abbiano concretamente dato al governo dei golpisti consigli su come gestire l’uccisione dei desaparecidos. Come già emerso, la Chiesa cattolica fin dai primi anni del regime sapeva delle brutali repressioni di dissidenti. E mantenne rapporti stretti con i militari al potere. Ma Videla conferma non solo questo, ma che la Chiesa offrì i suoi “buoni uffici” al governo per informare della sorte atroce dei desaparecidos esclusivamente quelle famiglie che avessero scelto poi di non divulgare pubblicamente i crimini e di interrompere le proteste. Negli incontri con i prelati, anche in episcopato, religiosi e militari si accordavano persino per gestire le uccisioni dei desaparecidos, in modo da minimizzare fughe di notizie. Tutti nuovi elementi che confermano ulteriormente il lavoro di giornalisti come Horacio Verbitsky, sulle connivenze pesanti tra Chiesa cattolica e regime militare. Ad esempio, gli ufficiali che prendevano parte alla mattanza dei detenuti politici si sarebbero consultati con le autorità ecclesiastiche per ucciderli nella maniera “più cristiana e meno violenta” possibile. Per la cronaca, la soluzione era un’iniezione di penthotal per sedare le vittime, che venivano poi buttate a mare da un aereo e che quindi affogavano. Un capitano di marina, Adolfo Scilingo, che prendeva parte ai ‘voli della morte’ turbato si rivolse ad un sacerdote. Il quale, citando alcune parabole bibliche, sosteneva che i desaparecidos uccisi così non avevano sofferto. Fu quindi concordato con la Chiesa questo modo per somministrare una ‘dolce morte’ ai dissidenti. Perché la fucilazione di migliaia di persone avrebbe destato le proteste del papa. E gli imbarazzi di tutti quei prelati legati a doppio filo col regime.

Postato da stregatta il 18/12/2012 10:54

Per concludere, quindi, e per amore di precisione caro dott. Scaglione, diciamo che delle due "fanfaluche" di cui mi accusa alla fine solo una è discutibile (l' incontro con la Kadaga), perchè invece l' affermazione da me riportata nel mio messaggio originale ossia " le nozze gay sono un'offesa alla persona, una ferita alla pace" sono-ahimè- scritte davvero nel discorso del papa sulla pace. Io non ho parlato di gay in quanto persone, ma di nozze gay, esattamente come hanno titolato molte testate giornalistiche. Non discuto il fatto che il Santo Padre sia libero di non approvare le nozze gay, cosa che peraltro già si sapeva, ma -ribadisco- quello che contesto è la crudezza e durezza di quest' affermazione, nonchè assoluta mancanza di opportunità in un discorso che ha per tema la pace. Quello che poi mi preoccupa anche è l' intento di far passare il suo messaggio come l'unica verità possibile, e da applicarsi a tutti gli uomini, Cattolici e non, perchè derivante da un'ipotetica natura e ragione assoluta che ovviamente non esistono. Ad ogni modo la ringrazio per averci dato occasione di esprimere le nostre opinioni, sebbene divergenti con la sua; ritengo fondamentale che nella Chiesa del XXI secolo ciascun fedele possa avere il diritto di non trovarsi d' accordo con tutte le opinioni proposte dalle "alte sfere" su temi che con la fede non hanno nulla a che fare ma che toccano l'etica e la morale personali. Ovviamente continuerò a leggere la vostra rivista perchè la trovo comunque obbiettiva e spesso fuori dal coro. buon lavoro a tutti

Postato da Cippus il 18/12/2012 02:22

E' incredibile la sfacciataggine di certi media. Anche le fotografie di Giovanni Paolo II a fianco di Pinochet - pubblicate anche in Italia da diversi quotidiani - si sono poi rivelate essere dei sofisticati fotomontaggi !

Postato da Marcello Walker il 17/12/2012 16:39

ho controllato tutto quello che scrive Fulvio Scaglione su Famiglia Cristiana. Ti rispondo per punti: 1. Il Papa ha definito tutti i tentativi di rendere certi istituti equivalenti al matrimonio tra uomo e donna, quindi unioni civili e nozze gay come "ferite inferte alla giustizia e alla pace"; il periodo si trova nel penultimo capoverso del mess della Giornata Mondiale della Pace, è prolisso, ma si trova. Riporto da Avvenire: Anche la struttura naturale del matrimonio - prosegue il testo - va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. L’azione della Chiesa nel promuovere questi principi, argomenta il Pontefice, «non ha carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi», divenendo «offesa contro la verità della persona umana, ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace» 2. Sulla benedizione sono d'accordo, il Papa ha salutato la Kadaga in quanto proveniente da una delegazione straniera. Magari nessuno lo ha informato di quel che ha voluto fare in Uganda, ma in quel caso è colpa del Vaticano in quanto Chiesa e in quanto Stato; 3. E' vero, l'Uganda non prevede più per il momento la pena di morte, ma resta l'ergastolo. Rimane sempre una palese violazione dei diritti umani. 4. David Bahati ha introdotto la "kill the gay" e non la Kadaga? Falso. L'uno l'ha proposta nel 2009, l'altra quest'anno. Per fortuna nessuna delle due proposte è passata. Grazie

Postato da Libero Leo il 17/12/2012 13:04

Sento il dovere di complimentarmi con Fulvio Scaglione per l’efficace descrizione che fa dei media in Italia. Egli scrive persino: “Solo una congrega di falsari dell'informazione poteva mettere insieme....”. Da anni constato che ormai non ci sono più veri giornalisti, ma politici camuffati da giornalisti, che ci vogliono far credere quel che a loro conviene. Però non sarei mai arrivato ad una frase così efficace e vera. I “falsari dell’informazione” non agiscono solo contro la Chiesa, ma anche contro tutti coloro (soprattutto politici) che sono invisi alla “stampa di regime”. In certi momenti le falsità contro la Chiesa aumentano forse perché non ci sono altre cose importanti da falsare. Ma sono sempre latenti, in quanto la cultura che guida la “stampa di regime” non è certo favorevole alla Chiesa. Purtroppo è molto difficile conoscere la verità perché, forse inconsciamente, siamo tutti influenzati dai “falsari dell’informazione” perchè possono agire anche attraverso i maggiori giornali. Bisogna cercare la verità confrontando senza preconcetti vari giornali di opposte tendenze e ricordare bene almeno le cose più importanti per rilevare i frequenti trasformismi dei sedicenti giornalisti.

Postato da L.Beretta il 17/12/2012 13:03

Concordo abbastanza con le osservazioni di bixy068 ( contributo per altro non oggetto di contro-obiezioni del vicedirettore F.C). Ho letto il testo del documento papale. Al capitolo quarto (Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella) il terzo capovers o( o paragrafo) tratta delle unioni gay e in verità non ne riporta, nel testo, una condanna come “ ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Ma nello stesso capitolo, il paragrafo immediatamente successivo,il quarto, inizia con le parole:”Questi principi……” .Quali principi ?:non posso fare a meno di capire che in “questi principi” siano da includere tutti quelli esposti nei paragrafi precedenti del capitolo compresi quelli elencati al paragrafo immediatamente precedente,il terzo appunto . Più avanti ,ancora nel quarto paragrafo e sempre con riferimento a”questi principi”si legge : “ L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace. “ Il giudizio sulle unioni gay come ::”ferita..alla pace” non è espresso immediatamente nel paragrafo ( il terzo del capitolo 4) che parla dell’argomento ma viene rimandato al paragrafo successivo, accumulato senza distinzione ad altre situazioni.

Postato da stregatta il 17/12/2012 11:44

Innanzitutto devo ringraziarla di aver pubblicato il mio commento, che se non altro credo abbia avuto il pregio di suscitare un interessante dibattito. Vorrei però ribattere sulle sue osservazioni. Partendo dal discorso del Papa sulla pace, posso concordare con lei sul fatto che il tema nella sua complessità era più vasto e anche sul fatto che la parola “gay” non è stata esplicitata, ma – visto che sono ingenua- mi aiuti a comprendere quali sono, se non le unioni gay, le altre forme di unione che danneggiano e destabilizzano il matrimonio, come unione di un uomo e una donna. Io sono felicemente eterosessuale, ho una bella famiglia benedetta dal sacro vincolo del matrimonio, ma non riesco proprio a capire in che modo il riconoscimento civile e legale di altre forme di unione (?) possa minare la famiglia tradizionale. La famiglia tradizionale è minata da ben altre questioni, creda a me. Nel paragrafo successivo del discorso il Papa afferma: “Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Come dire che non è la Chiesa ad imporre questi principi, ma la natura umana e la ragione a richiederli. Ma di quale natura e ragione stiamo parlando? Vogliamo tornare al concetto di “contro-natura” di biblica memoria? O ritenere che basta l’ applicazione della ragione per non essere più gay? Quando si è a capo di una delle più influenti religioni del mondo le parole devono essere soppesate attentamente, quando il Papa parla viene ascoltato da milioni di persone, persone che credono alle sue parole e che sono convinte di essere dalla parte del giusto. L’ evidente riferimento alle coppie omosessuali l’ho trovato assolutamente fuori luogo in un discorso sulla pace che dovrebbe avere altre finalità, soprattutto in un momento storico dove l’inasprimento dell’ omofobia è purtroppo una tristissima realtà; certe parole in mano ai fondamentalisti omofobi possono diventare il pericolosissimo alibi per giustificare gli atti di violenza perpetuati nei confronti di gay, lesbiche e trans. Veniamo ora all’ incontro con la signora Kagada, speaker del Parlamento dell'Uganda; anche se la benedizione non c’è stata, si è trattato –a mio parare- di un grosso errore. Se si fosse trattato di una delegazione di un paese che sostiene una legge per incarcerare gli ebrei o le persone di colore il Papa l’ avrebbe incontrata? Secondo me, dopo aver preso coscienza del curriculum non certo immacolato della signora Kagada poteva assolutamente rifiutarsi di incontrarla. Ma se non si scaglia il Papa contro i sostenitori di leggi così vergognose come quelle nei confronti degli omosessuali, anche con gesti di alta valenza politica, chi deve farlo?

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice direttore FC)

Cara Stregatta,
grazie a Lei per aver destato il dibattito. Nel merito, per riassumere quanto detto e scritto in questi giorni:
1. partirei dalla questione Kagada, che mi pare la più semplice. Vedo che anche Lei ormai non parla più di "benedizione". Immagino quindi concordi col fatto che chi ne ha parlato ha diffuso una pura e semplice notizia falsa, forse sapendo di farlo. Ma Lei critica anche l'incontro, dice che il Papa avrebbe dovuto rifiutarsi. Vorrei sapere: secondo Lei il Papa doveva rifiutarsi anche di andare a Cuba, dove certo non regna la perfetta democrazia? Doveva rifiutare l'incontro al sovrano dell'Arabia Saudita, per le stesse ragioni? Dove tirerebbe, Lei, la linea tra coloro che il capo dello Stato vaticano può e deve incontrare e quelli che non può e non deve incontrare? Oppure diciamo al Papa di incontrare solo i politici "corretti", per primi magari quei politici che promuovo e applicano in patria politiche radicalmente ostili a quelli che il Pontefice considera "valori non negoziabili"? Non trova che la Sua sia una pretesa semplicemente assurda?
2. ribadisco quanto ho detto a un'altra lettrice: il Messaggio in questione è lungo circa 8 cartelle, titolare solo sulla questione gay, come hanno fatto in molti, significa semplicemente alterarne in modo profondo il senso per vendere qualche copia in più. Soprattutto se tutto questo viene appaiato alla bufala della benedizione alla Kagada, come ha fatto Il Fatto Quotidiano, al fine di imputare al Papa una sorta di nuova crociata omofobica che in realtà non esiste.
3. Il Papa e la Chiesa cattolica non accettano le nozze gay. Ma non è una novità emersa da questo Messaggio, giusto? Lo dico perché in questa replica Lei pone l'accento soprattutto su questo tema (nozze gay contro nozze eterosessuali), ammettendo per ciò stesso che la propaganda sui "gay nemici della pace", che era il vero oggetto della mia polemica, era appunto solo quello: propaganda anticlericale.
4. Lascio ad altri la discussione sul tema delle nozze gay, che appunto non era l'oggetto del mio intervento. Resta fermo che il Papa non ha mai detto che i gay sono un ostacolo alla pace (né, credo, si sarebbe mai sognato di dire una cosa simile, cioè di mettere alla gogna una "categoria" di persone concrete). Ha detto una cosa ben diversa: è cioè che "la struttura naturale del matrimonio... quale unione fra un uomo e una donna" ha un "carattere particolare" e un "insostituibile ruolo sociale". Lei, mi pare, non è d'accordo sull'assunto (e cioè che sia "naturale" il matrimonio tra un uomo e una donna). Ha diritto alle Sue opinioni, ovvio. Ma anche il Papa ha diritto alle sue, non crede. E potrei citarle fior di studi (se segue Famigliacristiana.it li avrà visti) che, sul ruolo "insostituibile" della famiglia tradizionale, spiegano cose ben precise. A partire dalla fiscalità e dalla natalità con tutte le sue conseguenze, sistema previdenziale compreso.
Saluti

Postato da Giulia Toniolo il 17/12/2012 09:46

«Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace».

Mi sembra che non ci sia molto da interpretare. Si parte dal presupposto che l'unica forma di unione naturalmente possibile sia quella tra uomo e donna e che tutte le altre unioni siano contro natura e quindi comportino una " ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace." I media avranno pure enfatizzato negativamente la cosa, ma scritta come è scritta non mi sembra ci siano molti dubbi a riguardo...

Postato da aldejes il 16/12/2012 23:16

ciao a tutti, scusate ma alcuni amici che hanno letto questo vostro articolo continuano a sostenere che Rebecca Kagada sia una promotrice eccome a differenza di quanto da voi sostenuto. Mi hanno passato questi link, potreste verificarli ? http://www.firstpost.com/topic/place/uganda-ugandas-kill-the-gays-bill-video-9meFDg9o69o-720-1.html http://www.gaystarnews.com/article/uganda-officially-pass-%E2%80%98kill-gays%E2%80%99-bill121112 http://en.wikipedia.org/wiki/Rebecca_Kadaga vorrei sapere se hanno ragione loro o se (come spero) avete ragione voi... continuo ad avere fiducia in ciò che scrivete. grazie, un caro saluto

Postato da Andrea Annibale il 16/12/2012 18:32

Il Papa si sforza, secondo me, sia nella sua area di infallibilità, sia nel suo operato più umano e fallibile, di dirci la verità su noi stessi come individui nella condotta privata, sia come esseri sociali. Ammonendo sulle strutture di peccato, già Giovanni Paolo II nel 1984 parlava di “peccato sociale” nell’Esortazione Apostolica Reconciliatio et Paenitentia, specie al n° 16. Oggi, si vorrebbe in alcuni ambienti che il Papa fosse ridotto ad un eunuco che non vede quel che succede, che non parla, che non tocca interessi anche forti delle varie lobby. Ma la stessa operazione è stata fatta con Dio, che viene privato delle Sue prerogative divine. Sì, Dio esiste ma è impotente, marginale, insignificante per la cultura di oggi. Questa è una minaccia ed un peccato sociale contro la fede. Il Papa non ha la verità scientifica sulla omosessualità. La Chiesa ha ribadito molte volte che gli omosessuali sono figli di Dio al pari di ogni altro uomo e li invita, su di un piano di eguaglianza con gli altri uomini, ad evitare il peccato. Il matrimonio fra gay vede la Chiesa schierata a favore del matrimonio come istituzione tra un uomo ed una donna secondo il disegno di Dio. Si possono garantire diritti alle coppie gay, in materia di previdenza e ereditaria, forse la Chiesa potrebbe essere d’accordo. La Chiesa non potrà mai smettere di invitare gli uomini a costruire la città dell’uomo in modo ordinato e responsabile, secondo un disegno che, partendo dall’uomo come fatto ad immagine e somiglianza di Dio e dal diritto naturale, reca in sé il germe della salvezza individuale ed universale. Lo scopo stesso dell’esistere, nella visione, cristiana è infatti la salvezza individuale e collettiva di ogni essere umano. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

Postato da giogo il 16/12/2012 17:33

Attenti che Martinporres "si rompe...facilmente" perciò cautela.Mbe anch'io immagino o immaginavo una chiesa Santa ma le delusioni purtroppo sono state tante....in Italia poi le intromissioni alla laicità dello stato sono spesso stucchevoli e imbarazzanti per noi credenti o no?? Sopratutto IN POLITICA,fino a ieri,a sostegno della vergogna berlusconiana.Saluti

Postato da sabyna13 il 16/12/2012 16:38

no, gli imprenditori non sono nemici della pace. la chiesa stessa è un'impresa non potrebbe mai dire una cosa simile. ma la sua critica è comunque fuori luogo visto che la chiesa stessa cerca sempre di massimizzare il profitto!

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice-direttore FC)

Cara Sabyna13,

La ringrazio. Adesso credo sia perfettamente chiaro a tutti perché non riesce a leggere con un minimo di serenità i Messaggi del Papa.
Saluti

Postato da Teodoro Custodero il 16/12/2012 15:58

Si e già parlato sul web, giornali e tv della infelice definizione di papa Benedetto XVI delle unioni diverse dal matrimonio uomini/donna come “offesa contro la verità della dignità della persona umana, ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace” quindi in questo post non serve che io ne parli. Qui mi interessa, piuttosto, cercare di leggere cosa c’è dietro a questa affermazione e ad altre simili. Benedetto XVI, dicendo quello che ha detto, è convinto di rendere un servizio innanzitutto al Dio dei cristiani cattolici, di cui è vicario sulla terra, ma anche ad altre due “entità” per lui altrettanto importanti: la verità e la persona umana. È nota la battaglia di papa Ratzinger sin dall’inizio del suo pontificato al relativismo: il relativismo è causa dell’insorgere del nichilismo, la malattia dell’Occidente (il papa cita Nietzsche!). Proclamando che “non esistono fatti ma solo interpretazioni” il nichilismo per il papa è di fatto colpevole, a livello teoretico, della distruzione del concetto di verità e, a livello morale, della perdita dei valori della tradizione giudaico-cristiana e della nascita di un individualismo esasperato. Anche nel “Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della pace 2013” (da cui è tratta la definizione che ho prima citato sulle coppie gay) afferma che “precondizione della pace è lo smantellamento della dittatura del relativismo e dell’assunto di una morale totalmente autonoma, che preclude il riconoscimento dell’imprescindibile legge morale naturale scritta da Dio nella coscienza di ogni uomo”. L’altro tema caro al pontefice è la difesa della dignità della persona umana che si realizza innanzitutto con la difesa della vita dal suo concepimento alla sua naturale fine. Ciò si traduce dal punto di vista morale/politico nel rifiuto dell’aborto e dell’eutanasia, e in tutta una serie di questioni bioetiche (uso degli embrioni, fecondazione assistita, testamento biologico) su cui la Chiesa Cattolica negli ultimi anni sta dando indicazioni. Quella del papa è innanzitutto una battaglia culturale, si scaglia cioè contro alcune idee che ritiene pericolose e propone di sostituirle con altre. Ma la sua battaglia è fatta ancora una volta di parole, di concetti astratti e universali: la verità e la persona che il papa vorrebbe difendere sembrano avere poco a che fare con le verità e le persone che incontriamo ogni giorno. La sua lotta in difesa dei principi a volte mette in secondo piano quella in difesa dei titolari dei custodi di questi principi, gli uomini. Questo atteggiamento era tipico di un filosofo tedesco dell’Ottocento, Hegel. Anche lui preferiva al particolare il generale, all’individuo (fatto di carne e ossa) la specie (generalizzazione astratta) e credeva che si potesse trasformare il mondo cambiando le parole. A mio parere l’errore di Benedetto XVI sta nell’essere troppo hegeliano quindi prego il Padre Celeste, di cui anche io mi riconosco figlio, che lo liberi da Hegel.

Postato da DanieleMessina il 16/12/2012 15:45

"Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale." Questo passaggio significa che: 1) il matrimonio va protetto; 2) il matrimonio ha un ruolo sociale insostituibile; 3) istituire le nozze gay (rendere le unioni gay giuridicamente equivalenti etc.) danneggia il matrimonio. Siamo d'accordo? Andiamo avanti: "Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa." 4) i principi sono quanto affermato ai punti 1, 2 e 3. Qui si afferma che sono riconoscibili da tutti con l'uso della ragione. Procediamo. "Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace." Quindi: 5) Negare i principi 1, 2 e 3 è una ferita inflitta alla pace. In altre parole io infliggo una ferita alla pace se non proteggo il matrimonio, se nego il valore sociale insostituibile del matrimonio, se nego il fatto che istituire le nozze gay danneggi il matrimonio.

Postato da Giorgio Foletto il 16/12/2012 15:09

La ringrazio per le Sue osservazioni Dott. Scaglione e ne prendo atto. Non mi faccia però dire cose che non ho scritto. Nel mio intervento ho correttamente precisato che il frammento sulla famiglia era parte del discorso, insieme ad altre considerazioni. Non sarà giusto estrapolarlo per farne un titolo ma non si può neanche ignorarlo perché fa comunque parte del messaggio e lo integra. Le mie osservazioni erano incentrate sulla accezione continuamente data alle coppie omosessuali, (non solo in questa occasione ma anche in altri discorsi precedenti) , quasi come se fossero fonte primaria dei problemi del mondo rispetto ad altre cose, a mio parere, più gravi.

Quanto alla signora Kagada, non ho mai detto che sia stata invitata dal Papa, ci arrivo anch'io a capire che non è il Vaticano a imporre agli Stati sovrani i propri rappresentanti. Io non ho chiesto chi l'ha invitata, ma ho stigmatizzato la sua presenza in quanto spesso personaggi discussi approfittano del saluto per Papa per cercare una qualche legittimazione alle proprie idee. Lei stessa si sarebbe forse tenuta più in disparte se avesse avuto la netta percezione che il Vaticano disapprovava la sua politica. Il paragone con Borghezio non era certo riferito alla carica istituzionale ma alla comune carità cristiana e amore per il prossimo che entrambi professano pubblicamente. Noi lettori dobbiamo certamente documentarci di più ed io ho cercato di farlo leggendo non solo i giornali ma anche il documento ufficiale e cercando di interpretarlo per quanto mi consentono la mia cultura e la mia educazione, ma quale occasione migliore di confronto se non lo stimolo alla discussione che, tra l'altro, permette anche a Lei di replicare?

La ringrazio per l'attenzione che ha voluto dedicarmi. Saluti Giorgio Foletto

Postato da bixy068 il 16/12/2012 14:31

La ringrazio per la sua chiarezza e precisione, soprattutto sulla questione dell'accoglienza alla delegazione ugandese, sulla quale si era effettivamente fatta una confusione eccessiva e si erano dette vere e proprie menzogne; apprezzo anche la sua considerazione sul definire come "inaccettabile" la legge in via di approvazione in Uganda riguardante la condanna dell'omosessualità. Non sono però d'accordo sulla sua affermazione in merito al fatto che il Papa non avrebbe indicato le nozze gay come "un'offesa alla pace"; purtroppo (e lo dico con estrema amarezza e dispiacere) questa affermazione, come già sottolineato da bemcalavera, c'è.

E' contenuta in questo passaggio riguardante la struttura del matrimonio ed estratto dal discorso integrale: «Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace».

Con questa affermazione il Papa ha purtroppo scavato un solco molto profondo tra la Chiesa ed i cattolici omosessuali, che si sentono perennemente degli "esclusi pervertiti" , quasi come se la propria condizione sia frutto di una scelta e non, com'è in realtà, una condizione naturale fatta di istinti ingovernabili che non hanno cercato ma che fanno parte del proprio essere inscindibilmente.

Postato da bixy068 il 16/12/2012 14:30

La ringrazio per la sua chiarezza e precisione, soprattutto sulla questione dell'accoglienza alla delegazione ugandese, sulla quale si era effettivamente fatta una confusione eccessiva e si erano dette vere e proprie menzogne; apprezzo anche la sua considerazione sul definire come "inaccettabile" la legge in via di approvazione in Uganda riguardante la condanna dell'omosessualità. Non sono però d'accordo sulla sua affermazione in merito al fatto che il Papa non avrebbe indicato le nozze gay come "un'offesa alla pace"; purtroppo (e lo dico con estrema amarezza e dispiacere) questa affermazione, come già sottolineato da bemcalavera, C'E'. E' contenuta in questo passaggio riguardante la struttura del matrimonio ed estratto dal discorso integrale: "Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace." Con quesa affermazione il Papa ha purtroppo scavato un solco molto profondo tra la chiesa ed i cattolici omosessuali, che si sentono perennemente degli "esclusi pervertiti" , quasi come se la propria condizione sia frutto di una scelta e non, com'è in realtà, una condizione naturale fatta di istinti ingovernabili che non hanno cercato ma che fanno parte del proprio essere inscindibilmente.

Postato da sabyna13 il 16/12/2012 13:13

nel discorso del papa è scritto "La famiglia è uno dei soggetti sociali indispensabili nella realizzazione di una cultura della pace. Bisogna tutelare il diritto dei genitori e il loro ruolo primario nell’educazione dei figli, in primo luogo nell’ambito morale e religioso. Nella famiglia nascono e crescono gli operatori di pace, i futuri promotori di una cultura della vita e dell’amore". Visto che il papa non riconosce le unioni gay nè tantomeno vede in loro una famiglia, potrei sapere dov'è che NON ha detto che vede le unioni gay come una minaccia per la pace? per lui la famiglia è cultura di pace e la famiglia sono un uomo, una donna, dei figli e non due uomini o due donne. Altra cosa: la Kagada è stata accolta dal papa. non l'avrà benedetta e non avrà deciso lui quale delegazione l'uganda portava in vaticano, ma se uno è contrario a certe idee può anche palesarlo rifiutandosi di incontrare alcune persone! il papa stringelndo la mano a quella donna l'ha ritenuta degna di entrare in contatto con lui. non ho visto accanto alla testa di B.XVI un fucile puntato che lo costringesse a ricevere la "signora"!

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice-direttore FC)

Cara Sabyna13,

non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Le dò un'altra notizia: stamattina persino Radio Radicale ha criticato la lettura ch'è stata data al Messaggio del Papa. Comunque, seguendo la Sua linea di ragionamento, Le propongo questa ulteriore lettura: il Papa, nel Messaggio, critica un'impostazione economica e finanziaria basata sulla "ricerca della massimizzazione del profitto e del consumo, in un’ottica individualistica ed egoistica". Quindi, gli imprenditori sono nemici della pace. Lei direbbe così, no?
Saluti

Postato da michelalodovisi il 16/12/2012 12:51

E' vergognosa la menzogna che le lobbie gay hanno fatto circolare sul web, cioè la falsa notizia della benedizione di Rebecca Kadaga ad opera del papa. In realtà, Rebecca Kadaga, speaker del Parlamento di Kampala, faceva parte di una delegazione di parlamentari ugandesi a Roma per partecipare alla Settima assemblea dei parlamentari per la Corte Penale internazionale e per lo stato di diritto. La delegazione ugandese ha partecipato all’udienza e ha poi potuto salutare il Papa, come molti altri pellegrini: un breve incontro di qualche secondo e nessuna benedizione, ma i maestri della menzogna ne hanno approfittato per rovesciare sul Papa un mare di insulti e l’accusa più infamante che si possa fare in Europa in questo periodo: istigare all’omofobia.

Postato da Giorgio Foletto il 16/12/2012 11:03

La notizia é stata data anche dall'ANSA, dal Messaggero e dal Corriere della Sera il quale tra l'altro riporta virgolettato il testo del documento ufficiale e ne sintetizza il senso solo nel titolo. Non mi pare che siano media notoriamente anticlericali, chiaramente poi spetta ai giornalisti verificare le notizie e non ai lettori che poi ragionano in merito a quello che leggono. Ho letto il documento; é vero, il Papa non cita espressamente i matrimoni gay ma quando dice che solo quelli tra uomo e donna sono naturali, a quale altra forma di matrimonio può mai riferirsi? Il problema, per me, non è l'opinione che legittimamente il Papa può avere dell'omosessualità, io non sono gay, ma il risalto che ne da continuamente come se questo fosse il problema dei problemi. Come se da questo ne derivassero tutti i guai del mondo. Certo questo potrebbe mettere in discussione il paradigma della famiglia tradizionale come base della società. Ma basta esserlo per essere automaticamente santi? Mariti che uccidono le mogli, madri che uccidono i figli, non sono cose che succedono proprio nelle famiglie tradizionali? Credo che il bene o il male siano negli uomini e nelle donne come individui e non per come decidono di stare insieme. Quanto alla Sua risposta, lei si limita a dire che nel documento non ci sono esattamente le parole virgolettate dalla lettrice ma poi non entra nel merito del discorso. Il Papa, effettivamente, dice che chi non afferma che, (tra le altre cose), solo le nozze tra uomo e donna sono "naturali" offende ecc. ecc. E' un giro più lungo ma il significato lo stesso. Mi perdoni l'esempio un po' forte, ma è come se io dicessi: "Io non dico che tutti i preti sono pedofili, ma chi non lo afferma offende la verità". E per quanto riguarda la Kagada, la notizia è stata data dai giornali del suo paese dove evidentemente la conoscono bene. In ogni caso, non ne sarà la promotrice ma si è comunque detta favorevole alla famigerata legge e la parte relativa alla pena di morte non è stata certo accantonata per suo intervento. Poi è chiaro che non basta il saluto del Papa per parlare di benedizione ma cosa ci faceva quella signora con quelle idee in una delegazione di operatori per i diritti umani? E' come se l'italia avesse mandato come rappresentante Borghezio. Con tutte le ingiustizie, il dolore e gli scandali che ci sono nel mondo (e che non sono provocati da omosessuali), mi sembra semplicemente che il Papa potrebbe preoccuparsi un po' meno di come si vogliono amare tra loro le persone e preoccuparsi un po' di più di quelle che invece pensano solo a come odiare il prossimo più efficacemente.

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice-direttore FC)

Gent. Sig. Foletto,

scusi ma... facciamo a capirci, come si dice.
1. il fatto che una cosa sia ripetuta da più parti non la rende vera. E non esime chi voglia sparare giudizi da un minimo di controllo prima, appunto , di sparare. Il testo del Messaggio del Papa era facilmente rinvenibile. E se un lettore non ha ancora capito che aria tira, su certi media, a proposito della Chiesa, beh, forse è inutile che stiamo a parlarne.
2. Il discorso del Papa, una volta stampato, occupa circa 8 cartelle. Solo 4 righe (quattro) sono dedicate alla "struttura naturale del matrimonio", nel capitolo intitolato "Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella sua integralità". Titolare su quelle 4 righe è distorcere il senso complessivo del Messaggio. Inoltre: Lei non è d'accordo che amare, difendere e promuovere la vita è un'operazione di pace? oppure ritiene che attaccare, detestare e umiliare la vita sia indifferente rispetto alla pace? 
3. A proposito della Kagada: vedo che anche Lei concorda, non c'è stata alcuna benedizione. E questo è già decisivo. Ma poi, scusi, di lì in avanti Lei accumula argomenti insostenibili. La delegazione ugandese (parlamentari e magistrati) non è mica in Italia su invito del Papa, ma per partecipare alla Settima Assemblea dei Parlamentari della Corte Internazionale dei Crimini e alla Conferenza Mondiale dei Parlamentari per i Diritti Umani, dove certamente finirà sotto accusa per l'aberrante legge sugli omosessuali che viene appunto discussa in Uganda. E' una delegazione ufficiale, scelta e mandata a Roma da uno Stato sovrano. Secondo Lei, è il Papa che decide chi l'Uganda deve o non deve mandare a quella Conferenza?
4. Lei paragona la Kagada a Borghezio. Mi scusi, altra sciocchezza. La Kagada, piaccia o non piaccia, è lo speaker del Parlamento dell'Uganda. La stessa carica, anche se con altro nome, che da noi occupa Fini. Non è una qualunque che passava di là.

Per cui, la morale è sempre quella. Informarsi, informarsi, informarsi.
Saluti

Postato da Carlo Giuseppe il 15/12/2012 21:52

Concordo con il Dr. Scaglione che prima di prendere posizione sia necessario informarsi adeguatamente per non prendere cantonate . Mi sono letto il Messaggio per la giornata della Pace e in effetti non si dice che il riconoscimento giuridico di unioni diverse da quelle tra uomo e donna siano contro la Pace , si ribatte che tali unioni danneggiano e destabilizzano la famiglia . Mi permetto di obiettare che trattandosi di documento relativo al tema della Pace e che fra l'altro contiene passi molto belli e profondi , poteva essere evitato il riferimento a tali unioni che dato il contesto poteva dare luogo a fraintendimenti , come poi ve ne sono stati . Carlo Giuseppe Rogani Siena

Postato da LucianoT il 15/12/2012 20:04

"Ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo, alla pace". Qui il Papa non parla di unioni diverse da quella del matrimonio, ma stigmatizza la gravità degli attacchi alla vita; tra questi attacchi della società contemporanea, egli non fa rientrare il riconoscimento di unioni che non siano tra un uomo ed una donna. Questo per onore della verità, quella verità che la maggior parte dei quotidiani ieri ha dimenticato o, meglio, ha occultato; possiamo anche aggiungere che spesso alcuni giornalisti parlano di argomenti che non conoscono e di cui non sanno un bel niente, oltre al fatto che, probabilmente, non si sono neanche letti il messaggio del papa per la giornata della Pace. Per quanto riguarda il non riconoscimento di unioni affettive che non siano quelle del matrimonio tra uomo e donna, il Papa non può certo dire "fate come vi pare!": lui fornisce delle linee ottimali per il cristiano, basate sulla Scrittura, sulla Tradizione e sul Magistero. Ciò non esclude che - a mio parere fortunatamente - gli Stati non basino il proprio esistere su un sistema teocratico ma siano nella maggior parte laici e quindi possano adoperarsi affinché ci sia un riconoscimento giuridico (non parlo di imitazioni del matrimonio) anche per le coppie omosessuali: estendere a queste coppie alcuni dei diritti delle coppie cosiddette "normali", non lede quelli acquisiti di queste ultime. Dovremmo accettare che la secolarizzazione è un processo inevitabile; sta a noi cristiani testimoniare con la nostra vita l'amore di Cristo per gli uomini, tutti indistintamente.

Postato da bemcalavera il 15/12/2012 19:19

Be' caro Fulvio, in realtà qualcosa è stato detto, non così esplicitamente ma mi pare di aver colto qualcosa in questa frase del discorso del papa, che riporto: "...L’azione della Chiesa [a sostegno dei principi del matrimonio tra uomo e donna e contro l'aborto] è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace." Ecco, io in effetti ci leggo qualcosa di strano... sono malizioso?

Postato da Salvatore Scargiali il 15/12/2012 19:09

Sono pienamente d'accordo che i media "spesso" travisano ad arte quanto viene espresso da comunicazioni ufficiali della Chiesa Cattolica. Ho letto ieri per intero la lettera del Papa per la giornata della pace. Il Papa dice molte cose, ho letto anche anche delle sintesi riportate da fonti istituzionali, per es. in FB B. XVI, il titolo di queste sintesi rimandava al discorso sulla condanna dei "matrimoni gay " "che minano la pace dell'uomo". Capisco i media che cercano di fare audiens e scoop, ma certi titoli nei siti istituzionali penso siano un modo di fare comunicazione totalmente disastroso che dà spago facile ai giornalisti provocatori e ai lettori pieni di pregiudizi. Personalmente, e ne ho fatto oggetto di un tweet al @pontifex.it, avrei totalmente evitato in un discorso sulla pace di parlare di gay eutanasia e aborto. Ci sono altre sedi e inoltre sono posizioni ormai ripetute anche troppo dai siti istituzionali della Chiesa. Ma continuo a dire che la capacità di comunicazione della stessa pecca di efficacia e strategia a tutti i livelli. Leggete tutto il discorso e togliete il capitolo "Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella sua integralità", Se non ci fosse stato questo capitolo i commenti dei giornalisti sarebbero stati tutti incentrati sul bellissimo e attualissimo capitolo "Costruire il bene della pace mediante un nuovo modello di sviluppo e di economia" . Teniamo conto che è scontato che chi abortisce non vive un momento di pace e agisce comunque con sofferenza, è pleonastico ribadirlo, non dice niente di nuovo, provoca soltanto una polemica in cui tutti dicono cose che non pensano e pensano cose che non dicono. Non parliamo dei Gay, l'argomento è antico e sclerotizzato. in un discorso sulla pace con contenuti di grande interesse sociale ricordarlo non fa altro che focalizzare l'attenzione su questo ormai faziosissimo argomento. Argomento che andrebbe trattato con maggiore prudenza, qualunque sia la posizione che uno abbia e, comunque, dalla Chiesa andrebbe trattato con strategia diversa, visto i risultati che ottiene. Concludendo il Papa scrive un discorso dove si dicono cose interessanti e poi mette delle cose che focalizzano l'attenzione e distraggono dal bene contenuto per cadere nel male della polemica. Conosciamo le posizioni della Chiesa su aborto eutanasia e gay io eviterei di ritornarci frequentemente, il silenzio conferma, li tratterei solo in sedi opportune e senza dibattito evitando anche domande pleonastiche da chi già si aspetta le risposte. Nel Vangelo il Signore comunicava con i farisei con accortezza e non cadeva nei tranelli verbali che loro cercavano di fargli, non è vergogna saper dire le cose nel modo opportuno e nei momenti opportuni, proprio per la pace di tutti e l'efficacia del discorso. Voglio invece sottolineare positivamente come nel capitolo sul nuovo modello di economia e di sviluppo quando si dice che "....i molteplici beni funzionali allo sviluppo,.... devono essere usati secondo la prospettiva di una vita buona, di una condotta retta che riconosca il primato della dimensione spirituale e l’appello alla realizzazione del bene comune.... (e via di seguito fino alla fine)" si dice tutto. I lettori sono più intelligenti di quello che si pensa. Riporto ancora un passo molto bello che va bene per tutti: "Bisogna, allora, insegnare agli uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza. Incoraggiamento fondamentale è quello di « dire no alla vendetta, di riconoscere i propri torti, di accettare le scuse senza cercarle, e infine di perdonare » , in modo che gli sbagli e le offese possano essere riconosciuti in verità per avanzare insieme verso la riconciliazione. Ciò richiede il diffondersi di una pedagogia del perdono. Il male, infatti, si vince col bene, e la giustizia va ricercata imitando Dio Padre che ama tutti i suoi figli (cfr Mt 5,21-48)" ANCHE QUESTO PASSO DICE TUTTO.

Postato da martinporres il 15/12/2012 17:48

Sinceramente mi sono rotto di "quei cattolici molto ingenui" che fanno da spalla a certa propaganda laicista.

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