01/01/2013
Diseguaglianze sociali tra ricchi e poveri, capitalismo sregolato, terrorismo, criminalità: papa Benedetto XVI ha citato le tensioni di questo mondo per parlare della pace che viene dall’affidarsi a Dio. Lo ha fatto all’omelia della Messa del primo gennaio, solennità di Maria Santissima Madre di Dio e 46esima Giornata mondiale della Pace.
«In ogni persona il desiderio di pace è aspirazione essenziale», ha affermato Joseph Ratzinger ricordando che «la pace è il bene per eccellenza da invocare come dono di Dio e, al tempo stesso, da costruire con ogni sforzo. Nonostante il mondo sia purtroppo ancora segnato da focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualistica espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato, oltre che da diverse forme di terrorismo e di criminalità, sono persuaso che le molteplici opere di pace, di cui è ricco il mondo, testimoniano l’innata vocazione dell’umanità alla pace»
Il Papa ha richiamato quanto ha scritto nel messaggio per la Giornata mondiale della pace: «la pace è dono messianico e opera umana ad un tempo, è pace con Dio, nel vivere secondo la sua volontà. E’ pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato». «Ci possiamo chiedere: qual è il fondamento, l’origine, la radice di questa pace? Come possiamo sentire in noi la pace, malgrado i problemi, le oscurità, le angosce?», ha poi affermato Benedetto XVI. La risposta – ha suggerito il Papa - ci viene data da Maria per cui si compiono «tanti avvenimenti imprevisti». Ma «Maria – ha aggiunto il Santo Padre - non si scompone, non si agita, non è sconvolta da fatti più grandi di lei; semplicemente considera, in silenzio, quanto accade, lo custodisce nella sua memoria e nel suo cuore, riflettendovi con calma e serenità».
«E’ questa la pace interiore che vorremmo avere in mezzo agli eventi a volte tumultuosi e confusi della storia, eventi di cui spesso non cogliamo il senso e che ci sconcertano». Citando il Libro dei Numeri, il Papa ricorda che “dalla contemplazione del volto di Dio nascono gioia, sicurezza e pace». «Ecco, cari fratelli, il fondamento della nostra pace: la certezza di contemplare in Gesù Cristo lo splendore del volto di Dio Padre, di essere figli nel Figlio, e avere così, nel cammino della vita, la stessa sicurezza che il bambino prova nelle braccia di un Padre buono e onnipotente».
Nel primo Angelus del 2013, di fronte a una piazza San Pietro gremita, Benedetto XVI ha ulteriormente precisato: «Chi sono gli operatori di pace? Sono tutti coloro che, giorno per giorno, cercano di vincere il male con il bene, con la forza della verità, con le armi della preghiera e del perdono, con il lavoro onesto e ben fatto, con la ricerca scientifica al servizio della vita, con le opere di misericordia corporale e spirituale. Gli operatori di pace sono tanti, ma non fanno rumore. Come il lievito nella pasta, fanno crescere l’umanità secondo il disegno di Dio».
Alberto Chiara