Le economie di rapina minano la pace

Riflessioni teologiche e severi moniti contro consumismo, finanza senza scrupoli, relativismo etico (aborto, eutanasia): il messaggio del Papa per la Giornata della pace 2013

A 50 anni dalla Pacem in terris

14/12/2012
Papa Benedetto XVI, Questa  fotografia e quella di copertina sono dell'agenzia Reuters.
Papa Benedetto XVI, Questa fotografia e quella di copertina sono dell'agenzia Reuters.

È dedicato agli «operatori di pace», definiti «beati» con la medesima espressione di Gesù nel Vangelo (Matteo 5,9), il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace, che si svolgerà come di consueto il prossimo 1° gennaio. «I nostri tempi, contrassegnati dalla globalizzazione, con i suoi aspetti positivi e negativi, nonché da sanguinosi conflitti ancora in atto e da minacce di guerra, reclamano un rinnovato e corale impegno nella ricerca del bene comune, dello sviluppo di tutti gli uomini e di tutto l’uomo», afferma il Pontefice in apertura della sua riflessione, sottolineando che «le molteplici opere di pace, di cui è ricco il mondo, testimoniano l’innata vocazione dell’umanità alla pace».

Nelle parole delle Beatitudini, sintetizza papa Ratzinger, la pace viene indicata come «dono messianico e opera umana a un tempo», in quanto «presuppone un umanesimo aperto alla trascendenza» ed è «frutto del dono reciproco, di un mutuo arricchimento, grazie al dono che scaturisce da Dio e permette di vivere con gli altri e per gli altri». In sostanza, «l’etica della pace è etica della comunione e della condivisione». Perciò pre-condizione della pace, dice Benedetto XVI con parole forti, «è lo smantellamento della dittatura del relativismo e dell’assunto di una morale totalmente autonoma, che preclude il riconoscimento dell’imprescindibile legge morale naturale scritta da Dio nella coscienza di ogni uomo».

Ricordando l’enciclica Pacem in terris del beato Giovanni XXIII, di cui fra pochi mesi ricorrerà il cinquantesimo anniversario, «la realizzazione della pace dipende soprattutto dal riconoscimento di essere, in Dio, un’unica famiglia umana», in quanto essa si struttura «mediante relazioni interpersonali e istituzioni sorrette ed animate da un “noi” comunitario, implicante un ordine morale, interno ed esterno, ove si riconoscono sinceramente, secondo verità e giustizia, i reciproci diritti e i vicendevoli doveri».

«La pace non è un sogno, non è un’utopia: è possibile», è la certezza espressa dal Papa. Ne deriva che «ogni persona e ogni comunità – religiosa, civile, educativa e culturale – è chiamata ad operare la pace», in quanto essa «è principalmente realizzazione del bene comune delle varie società, primarie e intermedie, nazionali, internazionali e in quella mondiale. Proprio per questo si può ritenere che le vie di attuazione del bene comune siano anche le vie da percorrere per ottenere la pace». 

Saverio Gaeta
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Postato da branda il 14/12/2012 16:50

Non capisco, non capisco, non capisco. Non capisco col cervello, non capisco col cuore. Come può il vicario di Cristo essere così cattivo verso persone già vessate, umiliate, imprigionate, uccise in tutto il mondo? Come pèuò dire che "Danneggiano e destabilizzano le unioni naturali tra uomo e donna"? Come può dire che "Minano la pace"? Non sono le armi (benedette dai cappellani militari), non sono i politici (da CL in poi), non sono i pedofili (e quanti nella Chiesa!), non sono i ladri (vedi lo IOR), non sono costoro a uccidere il mondo? No, per il vicario di Cristo sono i gay. Io non so più che ci sto a fare in questa Chiesa. E se è ancora Chiesa. E se lo è mai stata.

Postato da Andrea Annibale il 14/12/2012 13:48

Nel discorso del santo padre, mi ha colpito molto la seguente frase: “La fuga dalle responsabilità … svilisce la persona umana”. Attentati alla pace sono il sovvertimento dell’ordine voluto da Dio, inscritto nella coscienza di ogni essere umano. Se l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio, ciò indica una vocazione dell’uomo al trascendente, all’infinito, mi sembra di poter dire, che non può essere negata senza alienare l’essere umano. Il Papa sostiene che la pace è, allo stesso tempo, un dono di Dio ed un risultato della collaborazione dell’uomo al disegno di Dio. Vorrei riprendere la frase iniziale: la cosa più facile è fuggire di fronte alle responsabilità. Ciò, dice il Papa, come ho già ricordato, svilisce la persona umana. E’ molto triste constatare che c’è una fuga dalla famiglia fondata sul matrimonio con modelli che, stuzzicati da modelli mass-mediatici erronei, deviano intenzionalmente le persone, specie i giovani, da una corretta visione antropologica, sociologica e filosofica dell’essere umano e dei fini per cui è stato procreato. Conoscere se stessi significa riscoprire il progetto di vita divino che è inscritto nella natura umana. Questa è la via alla pace, mediante la solidarietà, la condivisione, la partecipazione di tutti ad una vita sociale armoniosa e responsabile. Il relativismo è stato molte volte condannato da questo pontefice. La Chiesa insegna che il relativismo è erroneo perché non è fondato su di una corretta interpretazione del DNA dell’uomo, della sua vocazione naturale ai valori morali che devono ispirare una società amata da Dio per cui il sacrificio di Cristo non resti reso vano e svilito da edonismo, efficientismo e nichilismo. L’essere umano ha un valore imprescindibile a dispetto dalla capacità di essere efficiente e competitivo sul mercato. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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