23/11/2012
Per una comunità di credenti e non credenti perdere la chiesa non è solo perdere il simbolo della fede della gente ma anche un luogo di identità e di aggregazione della comunità.
Ed è quello che è capitato a Mantova e provincia che nel terremoto del 20 e 29 maggio scorso hanno visto colpiti 129 edifici di culto su 302, il 42% del totale in diocesi. Ancora oggi 83 chiese sono inagibili.
La diocesi di mons. Roberto Busti è stata scossa dallo stesso sisma che ha devastato alcune zone dell’Emilia. Fortunatamente non ci sono stati morti ma i danni non mancano. E se lo Stato e le altre istituzioni si sono mossi per recuperare le abitazioni, i luoghi di lavoro e le scuole, per le Chiese la situazione è drammatica.
La Chiesa italiana, la Diocesi locale, altre diocesi lombarde e tante parrocchie si stanno dando da fare ma i danni sono enormi e nessuno mai provvederà. «Per una comunità di credenti e di non credenti – sottolinea il Vescovo Busti - ma che si sente unita dentro la realtà di una città o di un paese, quando scompare una chiesa, la casa tra le case, la più bella casa tra le altre case perché così ha voluto la gente, scompare anche un po’ di speranza e un po’ di possibilità di fare vera festa».
Per questo la diocesi di Milano ha scelto di promuovere la raccolta fondi destinata al recupero dei luoghi di culto Le nostre chiese, la storia di tutti
la cui campagna di comunicazione è realizzata dall’Ufficio
Comunicazioni Sociali della diocesi stessa, con il sostegno delle
diocesi di Lombardia, il finanziamento di Caritas Ambrosiana e ACEC, in
collaborazione con Trenord.
Per fare una donazione: conto corrente, intestato alla Diocesi di
Mantova, IT44 C 05204 11503 000000000743 causale Le nostre chiese, la
storia di tutti (www.aiutamantova.it).
Chiara Pelizzoni