16/07/2012
Il giornalista di Libero e La7, Gianluigi Nuzzi, autore del libro "Sua Santità". (foto Ansa)
«Alcuni documenti mi sono stati dati da chi li ha scritti». Intervenendo ieri sera nella trasmissione Top secret di Claudio Brachino, su Tgcom24, Gianluigi Nuzzi ha proposto questa inedita confidenza a riguardo del contenuto del libro "Sua Santità", nel quale sono pubblicati numerosi documenti riservati della Santa Sede.
Nel contempo – alla richiesta di un commento sulle vicende di Paolo Gabriele, il maggiordomo pontificio che è attualmente l’unico sotto inchiesta – il giornalista ha allusivamente affermato che sarebbero numerose le persone dalle quali ha ricevuto quelle che nel sottotitolo del volume sono definite «le carte segrete di Benedetto XVI».
Una frase che sembra cozzare con quanto sostenuto nel retrocopertina del medesimo libro, dove si dice che, dietro il nome in codice «Maria», «si nasconde la fonte principale anonima e segreta, interna al Vaticano, che ha fornito le centinaia di documenti alla base di questo libro».
La vicenda dei Vatileaks, cioè la pubblicazione di testi trafugati in
particolare dalla scrivania di Benedetto XVI e del suo segretario
particolare monsignor Georg Gänswein, vede dunque un ulteriore tassello,
nella settimana in cui la Commissione di indagine presieduta dal
cardinale Julian Herranz porterà al Pontefice un rapporto di sintesi su
quanto è emerso dagli interrogatori di una trentina di testimoni.
Prossimamente verrà anche presa la decisione sul destino giudiziario di
Paolo Gabriele. Se, come probabile, sarà rinviato a giudizio, il
processo si svolgerà nel prossimo autunno. Nel frattempo, al maggiordomo
dovrebbero essere concessi gli arresti domiciliari, dopo due mesi di
custodia cautelare nella cella della Gendarmeria.
Contemporaneamente dovrebbe essere anche chiarito l’atteggiamento della
Santa Sede nel caso in cui emergessero coinvolgimenti di cittadini
italiani «che possano essere considerati di rilevanza per la
giurisdizione italiana»: «Se necessario, si chiederà la collaborazione
della Giustizia italiana», aveva precisato padre Federico Lombardi,
direttore della Sala Stampa vaticana.
Un’ultima vicenda in attesa di un’azione vaticana è quella relativa alla notizia lanciata l’11 luglio scorso dal settimanale Panorama
sull'esistenza di un figlio di un cardinale «al vertice di uno degli
organismi finanziari della Santa Sede». Affermazioni «del tutto false e
prive di qualsiasi riscontro», le aveva definite padre Lombardi,
annunciando che «per tali affermazioni e altre non veritiere contenute
nell’articolo, che si ritengono palesemente denigratorie ed esulanti dai
legittimi limiti del diritto di cronaca, la Segreteria di Stato si
riserva ogni opportuna iniziativa a tutela dei diritti delle persone
interessate».
Saverio Gaeta