31/01/2013
Il cardinale Scola si rivolge ai giovani sul balcone del centro giovanile Stoà di Busto Arsizio.
Si è appena conclusa una settimana importante per i giovani di tutta Busto e del decanato: gruppi, movimenti e associazioni giovanili, indipendentemente dalla loro “natura”, hanno collaborato insieme per dare vita a qualcosa di nuovo sul territorio. Varcate le barriere che delimitano le parrocchie cittadine, superate le idee diverse, oltrepassati gli “ideologici confini territoriali”,i ragazzi bustesi si sono uniti e hanno realizzato tre eventi decanali che fanno ben sperare per il futuro, affinché questa città abbandoni sempre più le identificazioni di quartiere per procedere unita.
Questo compito spetta proprio ai giovani che devono diventare un modello da seguire per le nuove generazioni, ma devono anche essere un esempio per gli adulti che “non vedono al di là del proprio naso”.
La dimostrazione della veridicità di queste parole è il Centro Giovanile Stoà, inaugurato ufficialmente ieri, ma già attivo da un anno, che con le sue proposte è riuscito a coinvolgere diverse fasce d’età, nonché persone con differenti opinioni religiose e politiche. Un centro che vuole essere sempre più decanale, un centro che è un luogo di passaggio in cui ognuno può fermarsi e prendere il tempo di cui ha bisogno, un centro che fin dall’inizio è stato un luogo di incontro e di condivisione di tanti giovani che hanno lavorato insieme per rimetterlo a nuovo: Stoà appunto, che in greco significa portico, ovvero luogo di passaggio.
Venerdì sera gruppi, movimenti e associazioni giovanili avevano organizzato l’evento “Altra Busto”, offrendo in Piazza San Giovanni un pasto caldo, preparato dagli studenti dell'ENAIP e dell'IPC Verri, al folto numero di giovani che hanno deciso di partecipare, nonostante il freddo pungente.L’iniziativa è stata proposta per aggregare i giovani e per mostrare “l’altro volto di Busto” lanciando il messaggio che Busto non è fatta solo da esempi negativi ma che ci sono anche tanti ragazzi che con entusiasmo e voglia di fare sanno rimboccarsi le maniche e, nel silenzio, svolgono numerose attività confine sociale e benefico.Infatti le offerte raccolte durante la serata sono state devolute ai ragazzi dell’Associazione Ali d’Aquila, che da qualche anno si occupa settimanalmente di dare aiuto e sostegno ai senza tetto della città.
Il pomeriggio di sabato si era aperto con l’arrivo del Cardinale Angelo Scola, che ha incontrato i giovani e le famiglie al Centro Giovanile di via Gaeta. Il cardinale ha risposto ad alcune domande soffermandosi sui concetti di libertà, di scelta e di felicità. Concetti chiave che devono rientrare “nel gioco del noi”; la trasformazione dell’io in noi è di fondamentale importanza per imparare ad accogliere tutti, anche chi ha idee diverse dalle nostre, perché «se non c’è relazione l’io si affloscia».
Valentina Bottini