22/06/2011
Padre Vismara (il primo a sinistra) con alcuni monaci buddisti.
Sobrietà e solidarietà. È all’insegna di questo binomio che la comunità di Agrate Brianza, la diocesi di Milano e il PIME – promotori della causa di beatificazione di padre Clemente Vismara – hanno operato nell’organizzazione dell’evento del 26 giugno prossimo.
«Lo stile della sobrietà - spiega Rita Gervasoni di Agrate Brianza - ci appartiene da sempre, fin dal 1969, anno della nascita del Gruppo missionario parrocchiale, dal quale è nato in tempi più recenti il Gruppo degli Amici di padre Clemente. C siamo sempre appoggiati al volontariato, operando con mezzi limitati (non abbiamo nemmeno una sede) e chiedendo ai soci di autotassarsi». Uno stile che sarebbe piaciuto anche al neo-beato.
Col medesimo atteggiamento sono state promosse le diverse iniziative in occasione della beatificazione. Qualche esempio. Il reliquiario scelto è in bronzo (anziché in oro) ed è stato disegnato da Alfredo Vismara, cugino di padre Vismara e scultore. Anche le medaglie commemorative sono a firma di questo artista e presentano il volto di padre Clemente all’età di 60 anni; sul retro la croce di Agrate insieme con l’arpa birmana, simbolo del Myanmar. «Per realizzare questi oggetti - osserva Rita - abbiamo cercato sul territorio soluzioni di qualità a costi contenuti». E aggiunge: «Quanto ai gadget per i pellegrini, inizialmente avevamo pensato di escluderli, poi abbiamo accettato con entusiasmo l’idea della borsa birmana».
Perché una borsa? «Ogni gruppo etnico in Myanmar ha la sua borsa, è quasi un segno distintivo – spiega padre Paolo Ceruti, giovane missionario del Pime, membro della commissione organizzativa per la beatificazione - . Anche padre Clemente nei suoi numerosi infaticabili viaggi aveva sempre con sé un’inseparabile borsa. Di qui l’idea di offrire ai pellegrini il 26 giugno una borsa fatta realizzare ad hoc in Myanmar, come segno di attenzione alla popolazione locale». Un particolare: «Queste borse non individuano nessun gruppo etnico particolare, ma vogliono essere “neutrali” e richiamare in modo generico il Myanmar, in segno di unità dell’intero popolo attorno a colui che la Chiesa locale pochi anni fa ha proclamato “patriarca” della Birmania”». Sono state realizzate 3.000 borse, una parte delle quali verrà donata ai 340 concelebranti, con all’interno i materiali (pubblicazioni, immaginette ecc.) relativi a tutti e tre i beati di domenica.
La comunità di Agrate e il PIME, inoltre, si sono fatti carico dell’ospitalità della delegazione in arrivo dal Myanmar, che comprende una quindicina tra preti e vescovi (oltre a Joseph Tayasoe, il giovane che nel 1998 fu beneficiato del miracolo di padre Clemente), nonché numerose suore.
Sempre nel segno della solidarietà, va segnalato l’appello che il PIME ha lanciato in occasione della beatificazione per la ricostruzione dell’orfanotrofio di Monglin. La prima missione dove padre Vismara ha operato è stata infatti duramente colpita dal recente terremoto che, nel marzo scorso, ha toccato la parte nord di Myanmar e Thailandia, lasciando dietro di sé una settantina di morti e migliaia di senza tetto. All’indomani del sisma, il Centro missionario PIME di Milano è intervenuto immediatamente con un aiuto d’emergenza di 20 mila euro e ora rilancia il proprio impegno di solidarietà per la ricostruzione dell’orfanotrofio (www.pimemilano.com). Un modo, anche questo, di continuare il lungo cammino di vicinanza al popolo birmano che il PIME ha cominciato nel lontano 1868.
Gerolamo Fazzini