29/06/2012
Il Dalai Lama durante un intervento al Forum di Assago.
Il Popolo tibetano considera il Dalai Lama come la propria guida spirituale, simbolo dell'unità, della storia e della tradizione culturale e religiosa del proprio Paese e - fino a poco tempo fa, quand'egli vi rinunciò - anche il leader politico. Secondo il buddhismo, i Dalai Lama si succedono in reincarnazioni, che vengono riconosciute con un processo complesso e antichissimo.
Tenzin Gyatso, l'attuale Dalai Lama, il 14°, è nato da una famiglia contadina nella regione tibetana dell'Amdo il 6 luglio 1935. Dai sei ai 23 anni, ha ricevuto un'educazione monastica, studiando con i principali maestri tibetani contemporanei, fino a conseguire a pieni voti il titolo Gheshe Lharampa, un dottorato in filosofia buddhista. Nel 1950, ancora giovanissimo, è stato chiamato ad assumere i pieni poteri della sua carica, a causa del precipitare della situazione politica, in seguito all'invasione cinese del Tibet. Dopo aver cercato vanamente una soluzione pacifica, nel 1959, a causa della brutale repressione della rivolta di Lhasa, fu costretto a fuggire in India, dove vive tuttora, precisamente a Dharamsala, che è anche la sede delle principali istituzioni tibetane in esilio. Qui lavora per il bene del suo popolo, aiutando i profughi e cercando di far valere i diritti umani in Tibet e di preservarne l'integrità culturale. Ha proposto un piano di pace in cinque punti.
Da sempre si è opposto all'uso della violenza ed è stato, ed è ancora oggi, uno strenuo fautore della compresione fra i popoli e le religioni. Ha dato vita alla democratizzazione interna del Tibet, abbandonando ogni carica politica in favore del Governo in esilio democraticamente eletto fra i membri della diaspora tibetana. Accanto al suo impegno per la pace, continua a meditare e a insegnare. Nel 1989 gli è stato conferito il Nobel per la pace.
Paolo Perazzolo