07/02/2012
Un quadro di Henry Pether del 1845-60 esposto nella mostra Museum of London.
In occasione dei duecento anni dalla nascita, il “Museum of London” ha allestito Dickens and London, una mostra che è l’omaggio della città al suo cantore più noto.
I visitatori potranno vedere come lo scrittore cancellava e riscriveva sulla stessa pagina diverse volte prima di raggiungere la versione di cui era contento. Poter leggere l’originale dell’inizio di Bleak house, dove Londra viene descritta come “nebbiosa”, una immagine che ancora oggi, in milioni, associano alla capitale britannica. Scoprire che la citta’ di notte non è poi così diversa da quella raccontata nei romanzi più famosi.
«Si tratta della mostra piu’ grande allestita dagli anni Settanta, perché la collezione dei manoscritti chiave è tenuta dal Victoria and Albert Museum che non ha esibito queste pagine da tempo», spiega il curatore Alex Warner.
«Usiamo l’ultima tecnologia per proiettare attorno al visitatore parole o scene che riproducano il paesaggio di Londra e i contrasti tra povertà e modernità, con le ferrovie e barche a vapore. Dickens aveva con Londra un rapporto particolare. Soffriva di insonnia e camminava ogni notte anche venti chilometri. In quelle lunghe passeggiate scopriva le scene che avrebbe poi raccontato nei romanzi».
In due lettere, che scrive dalla Svizzera e dall’Italia dove abita, lo scrittore confessa di sentire la mancanza della città sua musa ispiratrice.
Un rapporto, quello tra Dickens e la capitale, che è stato curato nella mostra da un’italiana, Simona Piantieri.
Di particolare interesse il filmato che conclude l’esibizione The houseless shadow, del famoso produttore di documentari William Raban, che mostra, attraverso la lettura di famosi passaggi dei libri, che la Londra di notte di oggi non è così diversa da quella descritta nelle pagine di David Copperfield.
"Il sogno di Dickens" di William Buss.
lE la mostra ci fa vedere proprio questo, che la capitale non è poi
così cambiata dai tempi dello scrittore con a sua enorme popolazione e
la rete di trasporti inadeguata a sostenerla, con gli speculatori
finanziari e i burocrati attaccati da Dickens in Little Dorrit proprio,
come oggi i movimenti di protesta criticano il sistema bancario e lo
stato.
Perché lo scrittore più letto in lingua inglese dopo Shakespeare
prendeva il suo lavoro di denuncia sociale con molta serietà, avendo
scelto di non fare il parlamentare e preferendo essere un commentatore, perché pensava di riuscire meglio a cambiare le cose in questo modo.
Silvia Guzzetti
A cura di Paolo Perazzolo