Cinema italiano: the end?

Gli spettatori fuggono dalle sale e preferiscono i film Usa. Colpa della recessione e della pirateria, certo, ma forse i nostri registi non sanno più raccontare il mondo che cambia.

2012, un anno nero senza film "fenomeno"

26/04/2013
Sale vuote nel 2012, soprattutto dove si proiettano film italiani.
Sale vuote nel 2012, soprattutto dove si proiettano film italiani.

Ormai da molti anni lo si ripete come un mantra: il cinema italiano è in crisi. Ma il 2012 è stato davvero un anno nero.  La gente ha meno soldi da spendere e quindi è andata meno al cinema in generale (il 10% secondo le rilevazioni Cinetel) e di questo ne hanno fatto le spese tanto i film italiani che le pellicole americane.  Ma mentre i primi hanno fatto registrare un crollo delle presenze dal 37,6% al 26,5%, le seconde sono passate dal 46,7% a oltre il 50% del totale.

Ancora più significativi sono i dati relativi a gennaio 2013, un mese in cui di solito si registrano grandi incassi: quest’anno c’è stato un calo dei biglietti venduti del 23%, di cui hanno hanno risentito in modo drammatico i film di casa nostra. La quota di mercato di film italiani è scesa dal 48% al 34%, mentre gli americani sono schizzati dal 32% al 58%.

Cosa è successo? In primo luogo va detto che nel 2012 e in questi ultimi mesi sono mancati i film “fenomeno” come quelli di Checco Zalone o “Benvenuti al Sud” che hanno assolto alla funzione svolta per trent’anni dai defunti cinepanettoni: raggranellare da soli la metà o quasi degli incassi ottenuti da tutti gli altri film made in Italy della stagione, salvando così la baracca. Ma sono mancati pure i film di qualità capaci di sfondare anche al botteghino, come Gomorra” e Il Divo.  Non vinciamo un Oscar dal 1997 (La vita è bella) e quella che negli Anni Cinquanta e Sessanta era  diventata la seconda industria cinematografica al mondo, ora fa sempre più fatica a esportare i suoi prodotti oltreconfine.

Il logo della "Festa del cinema".
Il logo della "Festa del cinema".

Eppure c’è un paradosso: a fronte di questi dati disastrosi, nel 2012 si sono prodotti più film che nel 2011, 166 contro 155. Qui si potrebbe aprire un capitolo sui finanziamenti pubblici di cui la maggior parte di questi film “invisibili” ha goduto, ma restiamo ai dati. Giovedì 11 aprile sono usciti nei cinema ben sette titoli italiani. Ovviamente,  è stato un massacro, in cui si è salvata  solo la nuova commedia con Enrico Brignano, Ci vediamo domani che ha portato a casa un dignitoso incasso di 628.837 euro.  Il nuovo kolossal storico di Renzo Martinelli, Undici settembre 1683 si è fermato a un risibile risultato di 75.896 euro. Ma ancor peggio hanno fatto, e qui c’è la nota davvero dolorosa, film molto interessanti come il debutto alla regia di Luigi Lo Cascio, La città ideale, e la toccante riflessione sulla maternità di Alina Marazzi, Tutto parla di me. Quale logica perversa ha spinto i distributori a farli uscire tutti insieme?  Mistero.

Intanto, dal 9 al 16 maggio torna "La festa del cinema": nelle sale di tutta italia si entrerà a prezzo ridotto (3 euro per i film in 2D, 5 euro per quelli in 3D). Michele Placido, Cristiana Capotondi e Vinicio Marchioni sono gli ambasciatori dell’iniziativa che attraverso il sito www.festadelcinema.it  propone una “caccia al film”: in palio per chi riesce a scovare le citazioni cinematografiche che si nascondono nello spot dell'iniziativa biglietti gratis e poi altri premi, come una giornata sul set del nuovo film di Checco Zalone e accrediti per i più importanti festival cinematografici nazionali (Venezia, Roma, Torino, Taormina, Giffoni).

L'iniziativa è senz'altro apprezzabile, poi magari La grande bellezza di Paolo Sorrentino trionferà a Cannes, il nuovo film di Checco Zalone farà di nuovo sfracelli al botteghino e qualcuno parlerà di rinascita del cinema italiano. Ma la sensazione è che per tornare ai fasti dei tempi di De Sica, Fellini, Visconti e Monicelli ci vorrà ancora molto, molto tempo.

Eugenio Arcidiacono

a cura di Paolo Perazzolo
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