20/12/2011
L'asilo aziendale della Banca Popolare di Milano.
Dimenticate le aspre contrapposizioni tra la Fiat e la Fiom, la quale dopo una lunga trattativa non ha firmato l’accordo sul nuovo contratto unico, che è diverso da quello nazionale per i metalmeccanici. Per i lavoratori delle società del Lingotto, infatti, la nuova normativa scatterà il 1° gennaio prossimo e prevede molte novità per gli operai, incluso un premio straordinario di 600 euro, e maggiore flessibilità.
Dimenticate tutte queste conflittualità. Nella realtà di tutti i giorni le relazioni industriali stanno evolvendo nel segno della "complicità" tra datori di lavoro e dipendenti. La strada per raggiungerla si chiama welfare integrativo, che in questa congiuntura difficile, con l’economia in recessione, sta acquistando sempre più spazio non solo nelle piccole e medie imprese ma anche nelle multinazionali, come dimostrano, per citare solo i principali, i casi di Ikea, Luxottica, Ferrero, Eni, Nestlè, Kraft ed Heineken.
In sostanza, si tratta di integrare il salario dei dipendenti con una serie di benefit non monetari, dai beni alimentari all’assistenza sanitaria, alla formazione retribuita fino a forme di previdenza complementari e integrative. In cambio, il lavoratore offre maggiore flessibilità negli orari di lavoro (part time, aperture domenicali) e la disponibilità a variare mansione all’interno dell’azienda non una, ma più volte.
Un nuovo patto, insomma, tra capitale e lavoro. Un capitolo importante di questo "scambio" virtuoso è rappresentato dall’attenzione verso la persona, soprattutto per quanto riguarda la conciliazione tra tempo di lavoro e vita quotidiana (asili nido aziendali, palestra, congedi parentali), e verso la famiglia, con l’offerta di sostegni allo studio dei figli.
Emblematico il caso della bolognese Renografica, azienda di grafica con 32 lavoratori, che oltre al rimborso dei soldi spesi, il 100 per cento, per l’acquisto dei libri scolastici ha istituito di recente un "premio pagella" ai figli dei dipendenti che vanno bene a scuola: 400 euro per i bambini delle elementari che hanno una media dell’otto, seicento euro per la media del sette alle scuole medie e ottocento euro per il sette in pagella alle superiori.