15/04/2010
Lo stile di Matteo Manassero.
Gli americani lo chiamano Wunderkind, bambino prodigio, e tutto il mondo gli fa i complimenti e i conti in tasca. Eppure le tasche di Matteo Manassero, il golfista italiano che sta stupendo il mondo, al momento sono vuote. Fino al 19 aprile, giorno del suo diciassettesimo compleanno, ha diritto solo a coppe e medaglie: è un amateur, un dilettante. Un solo sospetto di professionismo gli costerebbe la squalifica, come agli atleti olimpici di un tempo. Ma ormai si tratta di pochi giorni, di ore. E il ragazzo intanto ha messo da parte un gruzzolo di credibilità mica da poco nel mondo dei tappetini verdi e delle palline bianche.
I paragoni dicono che ai Masters di Augusta, superando il taglio – a 16 anni 11 mesi e 22 giorni, record mondiale di tutti i tempi - ha fatto meglio di tutti, incluso Tiger Woods alla sua età. Un onore, certo, e una doppia responsabilità: gestire il peso psicologico che il confronto comporta in campo e fare il possibile per non arrivare all’età di Tiger con altrettanti guai nella sacca della vita. Manassero ha tutto per diventare una star: una bella faccia pulita, le tante tappe bruciate in fretta che ne fanno già un giocatore tra i migliori al mondo, la curiosità e la simpatia che suscita di diritto la sua giovane età. Gli esperti di marketing calcolano che valga già un milione di euro, virtuali per qualche giorno e poi sonanti. E qui sta, forse il difficile, perché ce ne sarebbe abbastanza da perdere la testa. Il ragazzo al momento minimizza: “Che ci farei? Mah. Non so neanche guidare”. Ha cominciato a giocare a tre anni, ma fuori dal campo, a Verona, fa la vita di tutti: liceo scientifico, qualche uscita con gli amici, una ragazza con cui condivide la passione per il golf più tanti tanti allenamenti.
Elisa Chiari