21/06/2012
Le ferie, specie quelle estive predilette dalla maggioranza degli italiani, sono un autentico toccasana per la salute. Lo dimostrano le ricerche scientifiche: la mancanza di uno stacco deciso dalla routine rende più esposti allo stress e al rischio di ammalarsi. Una pausa opportuna, dunque, anche per quelli che, per la crisi, calamità naturali, problemi familiari, motivi di lavoro, non possono andare in villeggiatura, ma sono costretti a restare a casa. «Se è ben gestita, un’occasione per rilassarsi, per ritrovare sé stessi», sottolinea la psicologa del benessere Flavia Facco, «la vacanza è fonte di vantaggi psicofisici durevoli nel tempo».
– Quali sono, allora, le cose da fare e da non fare in ferie?
«Bisogna dare ascolto alle reali esigenze personali che a volte, quando si lavora, vengono trascurate. Le ferie sono un’opportunità per soddisfarle, che sia la necessità di riposare, di arricchirsi culturalmente, di dedicarsi ai propri interessi sportivi e ricreativi. Sul fronte opposto, evitare di sovraccaricarsi di impegni per non trasformare la vacanza in un nuovo lavoro, oltretutto fonte di stress».
– Quanto lunga dovrebbe essere la pausa estiva per essere davvero benefica?
«Almeno un paio di settimane, un periodo più breve difficilmente consente di staccare nettamente dal tran tran di tutti i giorni. La prima settimana serve per recuperare energie fisiche e mentali, la seconda per dedicarsi ad attività divertenti e costruttive».
– Che tipo di vacanza può essere indicata o meno in relazione alla personalità e al carattere?
«Il dove non è fondamentale, importante è che la vacanza piaccia. In linea di massima, una persona socievole, facile alle relazioni con gli altri, propenderà per una crociera sulle grandi navi, per un viaggio organizzato, o per un soggiorno in una località balneare molto frequentata. A una poco espansiva può invece giovare andare a camminare in montagna, o isolarsi in un agriturismo a numero ristretto di ospiti. Ciò che conta, comunque, è che la scelta sia autonoma e consapevole, non sia fatta sotto la seduzione dei richiami pubblicitari o al traino di decisioni altrui. Forse solo i bambini, specie quelli timidi e introversi, avrebbero di che guadagnare dall’essere indotti a trascorrere una vacanza tra coetanei, senza la presenza di mamma e papà, in una struttura tipo campo estivo con operatori qualificati: un momento di presa di coscienza delle proprie capacità, dei propri desideri e dei propri limiti. Ma è un’esperienza da provare solo dopo gli 8-9 anni, prima si deve stare con i genitori, socializzando nel contempo con altri bimbi».
– La scarsa disponibilità di soldi rappresenta un freno?
«Si possono fare ottime ferie spendendo poco. Non è necessariamente la vacanza costosa a garantire benessere e felicità, ma quella densa di positive esperienze: in sintesi, poveri di risorse finanziarie, ma ricchi di incontri, emozioni, nuovo sapere. Anche una visita di pochi giorni, con un budget risicato, in una città d’arte poco battuta dai tour operator può gratificare, più di una lunga, dispendiosa permanenza in una località vip».
MAURIZIO BIANCHI
a cura di Maurizio Bianchi e Giusi Galimberti