16/01/2012
Bere acqua è importante per tutti e, ancora di più, per i bambini. Per loro, infatti, idratarsi come si deve è strategico per una crescita sana, a maggior ragione d’inverno quando sono più esposti alle malattie da raffreddamento e ai virus influenzali. Senza contare che gli impianti di riscaldamento possono rendere più secca l’aria nelle abitazioni, all’asilo, a scuola, favorendo un aumento della sudorazione e, quindi, la perdita di liquidi.
Rischio da non sottovalutare
«Il corpo», spiega Marcello Giovannini, docente di pediatria all’Università degli studi di Milano, fondatore della Società italiana di nutrizione pediatrica e componente del Comitato scientifico Acqua Panna, «è costituito principalmente da acqua. Nei più piccoli la percentuale è superiore rispetto agli adulti, con relative perdite quotidiane più elevate. Sono insomma più a rischio disidratazione, specie in caso di raffreddori e influenza».
Fabbisogno quotidiano
«Per garantire l’equilibrio idrico del corpo», aggiunge lo specialista, «si deve bere non solo ai pasti, ma anche nell’arco della giornata. Non bisogna fidarsi del proprio senso di sete che, nei bambini, si manifesta a volte in ritardo, nel momento in cui compaiono i primi sintomi di disidratazione. Il fabbisogno idrico quotidiano dei bimbi varia da 120 a 150 millilitri per chilo nel primo anno di vita, da 110 a 120 millilitri nel secondo, da 70 a 100 millilitri tra 3 e 10 anni. Se c’è febbre, tale fabbisogno cresce del 10 per cento per ciascun grado di temperatura oltre quota 37. E’ dunque consigliabile che, da una certa età in poi, abbiano sempre a portata di mano una bottiglietta d’acqua non fredda».
Ruolo dei genitori
• Per scegliere l’acqua più indicata, è bene chiedere il parere del pediatra di fiducia. In genere le acque oligominerali, in particolare quelle povere di sodio, favoriscono la diuresi e l’eliminazione delle scorie tossiche, specialmente nei casi di squilibrio del metabolismo e di manifestazioni febbrili.
• «Oltre che seguire i suggerimenti del pediatra», conclude il professor Giovannini, «è importante che i genitori stessi sappiano quanta acqua necessiti ai loro figli ogni giorno. Devono insomma avere un ruolo attivo nell’educarli a una corretta idratazione, anche perché le cattive abitudini contratte da piccoli di solito persistono nel tempo e sono difficili da modificare».
Maurizio Bianchi