18/06/2013
La pillola dell'oblio è in fase di sperimentazione a Tolosa, in Francia
Nella mitologia greca Lete, dea dell’oblio, e Mnemosyne, dea della memoria, vanno sempre insieme. Più che agli antipodi, le due divinità sono quasi complementari. Perché ricordare è una necessità, e diventa un dramma quando il nostro cervello non “riesce” più a farlo.
Non di rado, però, è altrettanto necessario dimenticare. I ricordi negativi, anzitutto, come i traumi, gli errori, le brutte esperienze.
Se c’è la memoria deve esserci anche l’oblio, dunque? È il rovello su cui filosofi e scienziati dibattono da secoli. Ora la medicina lancia una nuova sfida. Affascinante ma dai risvolti problematici e tutti ancora da decifrare.
Una pillola, anzi, una sostanza, il propranololo, sarebbe in grado di eliminare dalla nostra memoria una violenza, un lutto, uno shock. Già studiata nelle università di mezzo mondo dal 1990, la pillola contro i brutti ricordi potrebbe essere messa punto dai ricercatori del laboratorio dello stress traumatico di Tolosa, nel sud-ovest della Francia, che ci stanno lavorando dal 2007.
Circa una quarantina di persone, tra Tolosa, Montreal, e Boston, hanno già goduto di queste ricerche che si estenderanno a nuovi pazienti di Lille, Tours e in Martinica. «Il propranololo è un medicinale generico conosciuto da una decina d’anni che era destinato al trattamento del mal di testa o dell’ipertensione», ha spiegato il professor Philippe Birmes, direttore del laboratorio di Tolosa, al settimanale francese Le Parisienne. «Per avere conferma delle nostre ricerche», ha proseguito, «abbiamo proposto di assumere questa sostanza a otto persone che furono coinvolte nell’esplosione, qui a Tolosa, dello stabilimento Azf nel 2001» (che provocò 31 morti e 2.500 feriti, ndr).
I risultati sono stati chiarissimi: «Dieci anni dopo il dramma», ha detto Birmes, «le vittime presentano ancora traumi, alcune sono affette da agorafobia (paura di luoghi da cui è difficile fuggire, ndr), altri sobbalzano al passaggio di un aereo. Dopo sei sedute con somministrazione di Propranol, si è constatato un netto miglioramento, i sintomi come la traspirazione o l’accelerazione del battito cardiaco sono diminuiti».
Una “scoperta” che ha provocato diverse polemiche. In America, il Consiglio di bioetica ha bocciato l’ipotesi di un farmaco “cancella ricordi”. Nella comunità scientifica, inoltre, non c’è certezza se il propranololo sia in grado di cancellare anche i ricordi positivi.
«La questione», spiegano i ricercatori di Tolosa, «va vista da un’angolazione diversa: alcuni pazienti non hanno più accesso alle proprie emozioni, né positive né negative, al di fuori di determinati episodi che sprigionano cariche emotive dolorose». È a loro che la pillola potrebbe essere prescritta.
Antonio Sanfrancesco
a cura di Antonio Sanfrancesco