01/10/2012
Ci sono i Dieci Comandamenti
e molto altro nel
noto Decalogo di Krzysztof
Kieslowski, un ciclo di mediometraggi
di circa 55
minuti ciascuno, girati fra
il 1987 e il 1989. Ogni capitolo
racconta una storia
di vita quotidiana indipendente
da quelle degli altri
episodi e ispirata, più o
meno esplicitamente, a
uno dei dieci comandamenti
biblici. La sceneggiatura
è curata dallo stesso
Kieslowski insieme a Krzysztof
Piesiewicz.
Decalogo 1. Krzysztof
è un professore
universitario separato,
che cresce da solo suo figlio
Pawel e, da appassionato
di informatica, crede
che tutta la vita si possa
descrivere matematicamente.
Ritiene che Dio
non esista e rifiuta qualunque
dimensione trascendente
della realtà. Un
giorno il bambino desidera
andare a pattinare sul
lago ghiacciato vicino a casa
e il padre esegue una serie
di calcoli al computer
secondo i quali il ghiaccio
reggerà il suo peso, ma il
ghiaccio si rompe e il tragico
epilogo è inevitabile.
Decalogo 2. Dorota,
il cui marito Andrej è in
ospedale in pericolo di vita,
è al terzo mese di gravidanza.
Il padre del bambino
è il suo amante, lei fa
dipendere dal futuro del
marito la sua decisione: se
Andrej è destinato a morire
terrà il bambino, altrimenti
abortirà e interromperà
la storia d’amore con
l’amante. La responsabilità
di questa scelta viene dirottata
sul primario, ma la
vicenda terminerà con un
lieto fine inaspettato.
Decalogo 3. Per riuscire
nel suo intento di
strappare l’ex fidanzato
Janusz alla sua famiglia
durante la notte di Natale,
Ewa sceglie la strada
della menzogna e inventa
che suo marito è improvvisamente
scomparso (in
realtà vive sola da circa tre
anni). Janusz giustifica la
sua frettolosa uscita da casa
la sera della vigilia raccontando
alla moglie che
qualcuno ha rubato il suo
taxi, alla cui guida si è
messa invece Ewa. La vicenda
si dipana in un vano
girovagare tra ospedali,
guardie mediche e stazioni,
finché l’uomo torna
a casa sua.
Decalogo 4. La giovane
Anka e il maturo Michail
sono i protagonisti:
lui l’ha cresciuta come un
vero padre dopo la morte
della madre ma fra i due
si è insidiato il fantasma
di un amore diverso, in seguito
al ritrovamento da
parte della ragazza di una
lettera indirizzata a lei, in
cui la madre le rivelava
che l’uomo non è il suo
genitore. Anka non la
apre ma ne inventa – o ne
intuisce – il contenuto, comunicandolo
all’uomo. I
silenzi, gli indugi, gli inganni
di una vita vengono
alla ribalta e fra i personaggi
scatta un dialogoconfessione
di intensa
portata emotiva.
Decalogo 5. Jacek è
un poco di buono, privo
di senso morale; Piotr è
un avvocato dai sani principi,
che crede nella giustizia
ma non nella pena capitale.
Jacek uccide un taxista,
viene arrestato e tocca
proprio a Piotr difenderlo
in tribunale. Jacek
viene condannato a morte
e prima dell’esecuzione
chiede all’avvocato di parlare
con la madre e di farsi
seppellire nella tomba di
famiglia. Le parole sono
pugnalate nel cuore di Piotr,
convinto che la pena capitale
sia una barbarie;
sembra non esserci alcuna
differenza fra l’omicidio
commesso da Jacek e quello
commesso dallo Stato.
Decalogo 6. Tomek
è un impiegato delle poste
che s’invaghisce di Magda,
una donna matura
che abita nel condominio
di fronte. Inizia a spiarla
ogni sera con il suo telescopio
e un giorno decide
di confessarsi con lei, che
inizialmente reagisce male
ma alla lunga non sembra
troppo disturbata e
una sera invita a cena il
giovane. Per convincerlo
che l’amore non esiste, lo
seduce e lui, giunto a casa,
si taglia le vene. Da lì si
ribaltano i ruoli: lui è disilluso
ma lei, innamorata,
cerca a tutti i costi di rivederlo.
Dopo qualche tempo
si incontrano e scoprono
di essere due persone
molto diverse da prima.
Decalogo 7. Majka è
una giovane ragazza maltrattata
dalla madre e con
un padre assente, ma ha
un buon rapporto con la
sorellina Ania. Un giorno
la rapisce da una recita
scolastica e, una volta al sicuro,
le rivela di essere la
sua madre naturale. Le
due si nascondono nella
casa dell’ex amante di
Majka, padre della bambina.
Ma le cose non vanno
come crede Majka, che
scappa ancora portando
con sé sua figlia. Ewa le trova
in una stazione proprio
nel momento in cui arriva
il treno, riprende Ania e
Majka se ne va da sola.
Decalogo 8. Durante
una lezione universitaria,
la professoressa Zofia accetta
che partecipi Elzbieta,
una giornalista che racconta
un fatto avvenuto a
Varsavia nel 1943: due giovani
cattolici, marito e moglie,
si offrono di far da padrini
di Battesimo a una
bambina ebrea di sei anni,
ma all’ultimo momento
si rifiutano, dicendo di
non poter mentire di fronte
a Dio. Elzbieta era la
bambina a cui anni prima
la professoressa aveva negato
aiuto. Zofia rivela a
Elzbieta che la storia della
“falsa testimonianza” era
solo una scusa per eludere
la Gestapo, ma Elzbieta
non le porta rancore.
Decalogo 9. Roman
è un cardiochirurgo che si
scopre impotente. La notizia
lo sconvolge, ma la moglie
Hanka lo rassicura
che questo non cambierà
nulla nel loro rapporto.
Lui, però, scopre che lei
ha un amante. Quando
Hanka si rende conto che
la situazione è insostenibile,
tronca la relazione
clandestina ma si accorge
che il marito li stava spiando.
L’esperienza riunisce
i due, decisi a ricostruire il
loro rapporto. Roman insiste
perché lei vada a sciare,
ma l’ex amante non demorde
e raggiunge la donna
sulla neve a sua insaputa.
Quando Roman lo scopre,
tenta il suicidio prima
che Hanka riesca a
mettersi in contatto con
lui per fargli sapere che
era all’oscuro di tutto.
Decalogo 10. I fratelli
Artur e Jerzy sono molto
diversi: il primo è serio, posato
e padre di famiglia, il
secondo è ribelle e scapestrato.
Al funerale del padre,
i due scoprono nella
sua casa una collezione di
francobolli che vale centinaia
di milioni e cominciano
ad appassionarsi alla filatelia.
Alla collezione manca
solo un francobollo rarissimo,
in possesso di un
losco filatelico che propone
ai fratelli uno scambio:
il francobollo in cambio di
un rene di Jerzy, da donare
alla figlia. Jerzy accetta,
ma durante l’operazione i
ladri entrano in casa e rubano
tutti i francobolli del
padre. I due fratelli incontrano
i veri esecutori del
crimine – il filatelico e un
complice – ma non hanno
le prove della loro colpevolezza.
Intanto si riconciliano
e condividono la passione
filatelica paterna.
Kieslowski propone un
confronto fra la Parola di
Dio e quella dell’uomo
contemporaneo, attraverso
il caso – unico nella storia
del cinema – di un film
in dieci episodi o capitoli,
che si misura con il peccato
per verificare se il venir
meno dell’uomo al patto
con Dio abbia ancora senso
dopo Auschwitz e Hiroshima.
La struttura dei dieci
capitoli è basata sul serrato
raffronto fra la tesi, il
comandamento in questione,
e l’antitesi, il mancato
rispetto del comandamento;
allo spettatore è lasciato
il compito di trarre
le sue conclusioni affidandole
al giudizio della ragione
e della coscienza.
Ciascun episodio ricorda
la fragilità umana e restituisce
il valore delle
“Dieci parole sapienti”, osservando
le quali la persona
può inoltrarsi nel mondo
senza correre pericoli.
Senza questo codice di vita,
sembra dire il regista
polacco, si cade inesorabilmente
nel relativismo, nel
nichilismo e nell’idolatria
dei molti vitelli d’oro che
assediano l’esistenza.
Marco Deriu