15/02/2013
A Sanremo una coppia di omosessuali racconta il sogno, irrealizzabile in Italia, di un matrimonio. E’ solo l’episodio più recente di quella che spesso Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni famigliari, definisce “la lunga marcia” dei movimenti delle persone omosessuali per combattere l’emarginazione e per ottenere pari diritti di cittadinanza, un battage che a livello mediatico ma anche politico sta diventando ogni giorno più evidente e pressante.
“Il dibattito sul riconoscimento giuridico delle relazioni affettive tra persone dello stesso sesso ha avuto negli ultimi anni una impressionante accelerazione", commenta Belletti. "In televisione, sui giornali, ma anche nelle aule dei Parlamenti e dei Governi, in tutto il mondo. Proprio in questi giorni in Francia e Gran Bretagna, prima in Spagna e Olanda, ma anche in Argentina e Cile, per ricordare solo alcune delle nazioni in cui la differenza sessuale è in forte discussione – o addirittura non è più considerata – come fattore giuridico qualificante del matrimonio, o come elemento qualificante della genitorialità, o sorgente insostituibile della famiglia”.
Una scelta che viene sbandierata come l’esito positivo della “lunga marcia” che spesso - ahimé - non ammette riflessioni diverse: "Chiunque provi ad argomentare o sollevare obiezioni alle conquiste di queste “magnifiche sorti e progressive” si ritrova troppo spesso accusato di omofobia, stigmatizzato e ridotto al silenzio. Paradossale effetto di una grande e sacrosanta domanda di rispetto, di uguaglianza, di tolleranza, da parte delle persone omosessuali, che poi diventa immediatamente intollerante verso chi, sostenendo un punto di vista diverso, diventa per definizione “nemico”. Ci chiediamo: è permesso essere liberi di dire che è inaccettabile che in alcuni Paesi (Senegal, Iran, ma anche Cina e Cuba!) l’omosessualità sia ancora considerata un reato, ma anche che non riteniamo giusto riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso o legittimare l’adozione?"
Renata Maderna