19/07/2011
Una situazione realmente preoccupante, soprattutto per i giovani, è quella dipinta nel Rapporto Cnel sul Mercato del lavoro 2010-2011. L'uscita dalla crisi è ancora lenta e il tasso di disoccupazione potrebbe salire ulteriormente. Nel testo presentato recentemente si legge: «il rischio disoccupazione riguarda soprattutto i
giovani. Si aggrava infatti il fenomeno dei neet (not in education or training
nor in employment), cioè coloro che risultano fuori dal mercato del lavoro e
che non sono impegnati in un processo di formazione».
I dati mostrano che «se prima della crisi il tasso
di neet si aggirava attorno al 16% tra i più giovani (16-24 anni) e al 24% tra
i giovani adulti (25-30 anni), tali percentuali sono rapidamente aumentate,
salendo rispettivamente al 18,6% e al 28,8% nel terzo trimestre del 2010». Il
Cnel spiega che «la crisi aggrava le probabilità dei giovani di restare nella
condizione di neet, così come aumenta in modo preoccupante lo scoraggiamentò
di chi addirittura rinuncia a cercare lavoro».
La recessione ha inoltre inciso
sul passaggio dai contratti a termine a quelli a tempo indeterminato: «prima
della crisi - secondo lo studio - quasi il 31% dei giovani con contratto
temporaneo passavano l'anno successivo ad un lavoro permanente, contro poco più
del 22% attuale». Riguardo alla formazione si osserva che sebbene i laureati
siano più facilitati se il titolo coincide con la domanda di lavoro, resta
ampio e crescente il fenomeno dell'overeducation, dato anche che le minori
opportunità professionali aumentano la disponibilità dei laureati ad accettare
lavori che richiedono livelli d'istruzione più bassi.
Orsola Vetri