19/07/2011
C'è un esercito di quattro milioni
gli italiani che hanno varcato la frontiera, per scelta o per forza, e sono andati all'estero per
poter lavorare. Lo rileva il rapporto della Fondazione Migrantes
sull'immigrazione che evidenzia un incremento di quasi 90 mila unità rispetto
all'anno precedente.
Gli italiani sono presenti praticamente in tutti i Paesi
del mondo, ma risultano concentrati in larga misura in Europa (2 milioni e 263
mila) e in America (1 milione e 629 mila). Fra loro, la presenza femminile si
attesta al 47,8%, mentre si registra un calo fra le persone più anziane: solo
il 18,6% nel 2011 ha più di 65 anni. Di contro, aumentano i minorenni e i giovani in generale (53,5%).
Il numero più alto lo si trova in meridione con quasi 1,5 milioni di emigrati.
Complessivamente all'inizio del 2011 il 53,9% degli iscritti all'Aire,
l'anagrafe degli italiani residenti all'estero, sono originari del Mezzogiorno
d'Italia, il 15% del Centro Italia e il 31,1% del Nord. Nello specifico, la
Sicilia si conferma prima regione di emigrazione (16,2%) con 666.605 cittadini,
seguita dalla Campania con 426.488 (10,4%), dal Lazio con 365.862 (8,9%), dalla
Calabria con 356.135 (8,7%), dalla Lombardia con 318.414 (7,7%) e dalla Puglia
con 315.735 (7,7%).
Una conferma di questo fenomeno arriva dall'analisi
provinciale dei dati, che riportano ai primi posti Roma, Cosenza, Agrigento,
Salerno, Napoli, Catania, Palermo, Avellino, Lecce e Potenza, mentre subito
dopo troviamo Treviso e Milano. Torino è in 16esima posizione e Udine in
18esima.
Ma l'elemento più significativo del Rapporto è che i giovani
bocciano il Belpaese: per il 40% dei 25-34enni è praticamente una sfortuna
esserci nati e la maggior parte degli intervistati si trasferirebbe volentieri
altrove. Il male sovrano, per i giovani italiani, è la precarietà: ad indicarlo
è il 43,5% dei 18-24enni e il 33,6% dei 25-34enni. Seguono, nell'ordine, la
mancanza di senso civico (20,6%), l'eccessivo livello di corruzione (19,1%), la
classe politica (15,2%), la condizione economica (8,6%), il tasso di
criminalità (3,9%) e lo stato del welfare (1,3%).
Alla domanda «si
trasferirebbe all'estero?», il 62,9% degli abitanti di Sicilia e Sardegna
risponde che non lo farebbe mai (nonostante le preoccupazioni per il lavoro e
tutti i gravi problemi di quelle aree geografiche, a partire dall'economia),
contro il 49,1% degli abitanti del Nord-Ovest. Gli intervistati più disposti a
trasferirsi vivono nel Centro (49,4%).
Nel complesso, il 40% ha dichiarato che
non cambierebbe mai Paese ma se si guarda alle fasce di età, i più predisposti
ad andarsene hanno tra i 25 e i 34 anni (50,9%). Le mete preferite dagli
aspiranti emigranti sono la Francia (16,5%), gli Stati Uniti (16,1%), la Spagna
(14,3%), l'Inghilterra (11,9%) e la Germania (10,1%). Seguono Svizzera,
Austria, Svezia, Canada, Olanda, Brasile, Danimarca e Norvegia.
Orsola Vetri