Quei bravi ragazzi e gli "spinelli"

Creano allarme i dati sull'uso di stupefacenti tra gli adolescenti. Secondo l'esperto preoccupa la diffusione tra gli studenti. Lo sportello Sos genitori aiuta a conoscere i ragazzi.

Lo psichiatra: drogati ma inseriti nella società

10/05/2013

I nuovi dati sul consumo di droghe da parte degli adolescenti «devono destare preoccupazione», avverte il dottor Riccardo Gatti, psicoterapeuta, direttore del Dipartimento Dipendenze della Asl di Milano. «Il primo elemento di attenzione è il bacino della ricerca», commenta. «Perché riguarda un campione sostanzialmente protetto e socialmente inserito, quello degli studenti. Pertanto, la sostanziale stabilità dei consumi rispetto all’anno scorso non può e non deve tranquillizzare. Inoltre emergono nuovi scenari allarmanti, come l’aumento dell’uso di eroina e l’abuso di farmaci».
L’eroina, in particolare, non è mai stata una droga da studenti. «Nell’aumento del consumo possiamo intravedere quasi un’endemia sommersa, verso la quale i ragazzi più giovani non hanno anticorpi diciamo “culturali”, per loro è una droga sconosciuta».

Differente il discorso della cannabis, universalmente nota e consumata, almeno una volta, da 500mila su 2,5 milioni di studenti. «L’uso di cannabis è stato praticamente sdoganato dalla generazione precedente a quella attuale», spiega il dottor Gatti. «Purtroppo gran parte del dibattito oggi si gioca su un conflitto di ideali – legalizzare o no - senza comprendere che la questione è un’altra, di natura meramente economica. C’è un livello di comunicazione internazionale che mira a far incrementare il consumo di cannabis, perché genera molti profitti e potrebbe addirittura sostituire il monopolio dei tabacchi che si trova in crisi. Dunque i consumatori, adulti e ragazzi, sono solo obiettivi e vittime di questi piani di marketing».

Poi ci sono i farmaci
. Antidolorifici, antidepressivi, tranquillanti, stimolanti: sono moltissimi i medicinali - prescritti e legali - usati impropriamente o sottratti dagli armadietti familiari dai ragazzi. «Negli Stati Uniti, in Inghilterra e Australia l’uso di farmaci oppiacei per la terapia del dolore, utilizzati dai ragazzi come droghe, sta diventando un vero problema sociale. L’anno scorso ha provocato più decessi del consumo di eroina e cocaina messi insieme», prosegue il medico.

Segnali allarmanti in un panorama di consumi ed eccessi molto variegato
: dall’alcol alle bevande stimolanti, dalle droghe sintetiche ai medicinali: «Viviamo un’epoca di transizione, un passaggio epocale tra “vecchie droghe” come eroina e cocaina che erano legate a particolari stili di vita», spiega, «A “droghe nuove”, funzionali a uno stile di vita apparentemente normale, con un utilizzo legato ai momenti “di bisogno”».

Questo scenario è legato anche a un nuovo modo di affrontare la vita, a una cultura in cui, anche tra gli adulti, «appare non solo possibile, ma anche legittimo modularsi con degli addittivi. Non parlo solo di droghe, ma anche di rimedi o sostegni naturali, erboristici, farmaci prescritti, prodotti o bevande. Tutto questo, che consideriamo innocente e normale, può trasformarsi in uno stile di vita e certamente agisce sul sistema neurologico. Dunque, anche in questo caso, non dovremmo discutere sul fatto che sia legale oppure no, ma piuttosto se sia una scelta opportuna e di buon senso».

Come traghettare i ragazzi in questa realtà? «Non è facile, perché i genitori stanno vivendo una grande emergenza educativa», conclude Gatti. «Penso che sia necessario partire da lontano, aiutandoli a “stanare” i condizionamenti globali prodotti, ad esempio, dalla Rete. E poi stando loro vicino, accompagnandoli davvero a scoprire il mondo in quel momento cruciale che è l’adolescenza».

                                                                                                 Benedetta Verrini

Laura Badaracchi e Benedetta Verrini
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