27/03/2013
C'è chi inizialmente lo cancella come se l'evento non fosse mai esistito e chi da subito fatica a riconcilirasi con sé stessa, chi cade nell'autolesionismo, chi l'ha vissuto in solitudine e chi, nell'affrontarlo, è stato sostenuta dal compagno o dai familiari. E' il dramma dell'aborto troppo spesso sottovalutato o considerato un tema legato alla responsabilità personale del singolo individuo. Dimenticando la ferita che lascia nelle donne che l'hanno subito o affrontato.
La psicologa Giuliana Perantoni Savaresi, a queste donne, tutte sue pazienti dedica il volume Lo strappo nell'anima (San Paolo) descrivendo con affetto e comprensione i loro casi e il dolore che hanno espresso con svariate e profonde manifestazioni così gravi da spingerle a cercare aiuto presso una specialista.
Lo stesso dolore viene raccontato anche dalla voce di alcuni uomini, giovanissimi, che hanno subìto, da parte delle loro ragazze, l'aborto del bambino che aspettavano. Per loro una disperazione poco compresa ma intensa per la quale hanno richiesto un sostegno psicologico.
«Mi ha sempre colpito la paura e l'angoscia che accompagna una persona quando deve decidere che cosa fare di una gravidanza indesiderata e ancora di più il dolore che consegue alla scelta di abortire», spiega l'autrice nell'introduzione del suo libro. «Quante donne ho conosciuto che hanno vissuto questo dramma e non solo le mie pazienti, ma anche persone che, al di fuori della mia professione, mi hanno consegnato e reso partecipe delle loro sofferenze».
Orsola Vetri
Orsola Vetri, Alessandra Turchetti e Dionisia Frediani