Diritto d'asilo

I nostri nidi comunali hanno pochi posti e, a volte, rette elevate. Un confronto tra Nord e Sud e con i Paese esteri.

Italia: fanalino di coda in Europa

15/11/2012

L’obiettivo comunitario fissato nell’Agenda di Lisbona, che fissa al 33% la copertura minima di posti al nido, è ancora lontano dall’essere raggiunto in tutta Italia, dove la media (rispetto all’utenza potenziale dei bambini da 0 a 3 anni) è del 6,5%. Il risultato è che attualmente oltre il 23% dei bambini iscritti ai bandi dei nidi comunali rimane in lista d’attesa, con punte di esclusione ancora più alte in Calabria, Campania e Sicilia.

«Ancora oggi manca nel nostro Paese un sistema di servizi per l’infanzia equamente diffuso ed accessibile su tutto il territorio e adeguate agevolazioni fiscali a sostegno dei nuclei familiari con bambini piccoli», commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. «Le misure a favore di tali servizi rappresentano un investimento intergenerazionale che produce effetti nel lungo periodo e quindi di scarso “appeal” per una classe politica poco lungimirante e concentrata sul consenso immediato. D’altro canto la riduzione delle risorse a disposizione degli enti locali e la rigidità del patto di stabilità non aiutano a far ripartire gli investimenti in tal senso anzi contribuiscono a tagliare sempre di più le risorse destinate alla spesa sociale. Di questo passo difficilmente riusciremo a colmare il gap nei confronti dell’Europa e centrare la copertura del servizio del 33% già prevista per il 2010».

Alcune amministrazioni si stanno impegnando per andare in controtendenza: il comune di Roma ha recentemente prorogato di due mesi, fino al 31 gennaio 2013, i termini per presentare la domanda per i voucher di rimborso a favore dei bambini rimasti in lista d’attesa e iscritti a nidi privati autorizzati. «In più abbiamo scelto di aumentare la soglia massima dell’ISEE, da 25mila a 35mila euro, così da consentire a più famiglie di presentare la domanda per il contributo economico, da quest’anno finanziato direttamente da Roma Capitale», ha dichiarato l’assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani Gianluigi De Palo, ricordando che per i voucher l’Amministrazione Capitolina mette a disposizione 1.241.000 euro, con un massimo di 1000 euro a bambino.

Benedetta Verrini
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