21/07/2012
Il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti. Foto Ansa.
Non entusiasma. Anzi, a dirla tutta: non piace proprio «perché dieci anni fa con 1.200.000 lire vivevi, non benissimo, ma vivevi,mentre oggi con 600 euro sei sul lastrico e non campi». Ma lo si accetta con lo stesso entusiasmo con cui si trangugia una medicina amara. C'è consapevolezza che con l'euro è dura, durissima, ma senza sarebbe peggio.
Così si trepida. Per l'euro. Per la sua difesa. Per gli attacchi che subiamo. In queste ore lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi s'attesta a 498 punti, dopo aver toccato - per un po' - la preoccupante soglia psicologica dei 500. Un record negativo. L'ennesimo. Male le Borse di Roma e di Madrid, sotto attacco della speculazione al pari dei titoli di Stato dei due Paesi. «Il contagio è in corso, e non da oggi», ha detto il premier Mario
Monti, spiegando di riferirsi «a quel disagio che, attraverso i
mercati, colpisce in termine di maggior incertezza e fiducia
nell'irreversibilità dell'euro, i tassi di interesse di Paesi che sono
sullo stesso carro». E ha aggiunto: «Credo che dobbiamo fare di tutto, come stiamo facendo, per uscire dalle
difficoltà con le nostre forze, pur se in un contesto di piena
collaborazione europea».
«C'é una tenuta del sistema sociale», ha infine affermato Mario Monti, «e mi auguro che quel senso di
responsabilità che è finora prevalso, anche nell'atteggiamento sindacale, a differenza di quello che stiamo vedendo in altri Paesi come
la Spagna, mi auguro possa continuare per non aggravare una situazione
complessa». Salvo soprese sempre possibili in situazioni complesse e tese come quella che stiamo vivendo, gli italiani non vogliono gettarsi alle spalle quel po' di benessere rimasto archiviando frettolosamente questo Governo. E questa moneta. Il sondaggio Demopolis/Famiglia Cristiana lo conferma. La prova del nove l'avremo in autunno.
Alberto Chiara